Biathlon

Biathlon, Lukas Hofer e Dominik Windisch costanti, è mancato l’acuto individuale. Gli azzurri restano delle mine vaganti

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L’arrivo di gennaio significa che le vacanze natalizie post Annecy-Le Grand Bornand stanno per terminare e la stagione 2019/2020 del biathlon è in procinto di ripartire con le due tappe tedesche di Oberhof e Ruhpolding. Per quanto riguarda il settore maschile, con ogni probabilità, sarà proprio in queste settimane che potrebbe accendersi e forse anche decidersi gran parte della lotta per la Sfera di cristallo.

Il norvegese Johannes Thingnes Bø, assoluto dominatore del passato inverno e del primo scorcio di quello nuovo, salterà infatti entrambe le manifestazioni in Germania a causa della nascita del figlio e il grosso dubbio per il suo gennaio riguarda dunque la terza settimana di gara di Pokljuka. La dimostrazione di forza che il ventiseienne ha dato fino ad Annecy lascia intendere che, qualora in Slovenia dovesse essere presente, per gli avversari sarebbe comunque veramente difficile resistere al suo ritorno nelle tappe successive, mentre con altri due eventuali zero in cascina la situazione si potrebbe fare molto interessante per chiunque riuscirà ad approfittare al meglio della sua assenza.

In questo senso il più accreditato a recitare il ruolo di favorito in queste prime settimane è Tarjei Bø, già in grado di trionfare nell’edizione 2011 della Coppa del Mondo senza particolari acuti in una situazione che ricorda molto da vicino quella che potrebbe accadere per questa stagione. Certo, il trentunenne scandinavo dovrà mantenere la stessa costanza e magari anche riuscire ad agguantare un paio di successi in questa striscia favorevole di gare per mettere pressione sulle spalle del fratellino al suo ritorno. Il nutrito plotone francese è pronto a inserirsi nel discorso, con un Quentin Fillon Maillet in grande crescita nelle ultime uscite e un Martin Fourcade che, qualora riuscisse a ritrovare le migliori sensazioni al poligono, non può certo essere chiamato fuori dalla battaglia.

Da tutto questo restano un po’ esclusi gli italiani. Nonostante un mese di dicembre tutto sommato positivo, sia Lukas Hofer che Dominik Windisch non sono ancora riusciti a salire sul podio, e il motivo principale resta la non eccellente competitività generale di entrambi al tiro. Le percentuali tenute nelle prove individuali di questa stagione raccontano infatti una sostanziale parità rispetto a quanto sia Lukas che Dome ci hanno abituato nel passato, un 80% complessivo per il trentenne di San Lorenzo di Sebato e 79% per il coetaneo di Rasun-Anterselva. L’obiettivo in classifica sul lungo termine potrebbe essere quello di entrare nella top 10, ma per due atleti di questo calibro, che hanno più volte mostrato enorme qualità sugli sci stretti, certamente la dimensione attuale è quella di “mina vagante” nella gara singola.

Hofer è stato vicino in più occasioni a qualcosa di molto importante e al momento il suo passo sembra davvero impressionante. Uno zero al momento giusto potrebbe anche valere più del podio, specialmente in un contesto privo di Johannes Bø come lo sarà presumibilmente quello di gennaio. A sua volta anche Windisch dovrebbe riuscire a stare sempre meglio di gara in gara, l’altoatesino è noto per carburare gradualmente e dunque potrebbe presentarsi al top della condizione proprio ai Mondiali dove sarà chiamato a difendere il titolo della Mass Start. Va considerato, anche se chiaramente in misura leggermente minore, anche Thomas Bormolini. Il livignasco ha destato ottime sensazioni nella maggior parte delle gare disputate fin qui, alternate però a dei passaggi a vuoto che sono comprensibili. Il tredicesimo posto ottenuto nella Sprint di Östersund poche settimane fa è stato il miglior piazzamento della carriera per lui ma l’impressione è che la Top 10 sia tutt’altro che inattaccabile nella giornata giusta.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: LaPresse

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