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Ciclismo, Sofie De Vuyst positiva anche alle controanalisi. La belga dà la colpa a un integratore contaminato

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La ciclista belga Sofie De Vuyst, la quale avrebbe dovuto correre nel 2020 con la Mitchelton-Scott, era risultata non negativa a un test antidoping lo scorso 18 settembre, quando ancora militava nel sodalizio neerlandese ParkHotel Valkenburg. L’atleta aveva chiesto le controanalisi e oggi è arrivato il responso che conferma le anomalie riscontrare sul finire della scorsa estate.

La sostanza incriminata sarebbero gli steroidi esogeni e la pena prevista sono quattro anni. De Vuyst, però, si dichiara completamente innocente e dà la colpa della sua positività a un integratore contaminato. Una strategia difensiva che negli ultimi anni ha pagato dividendi per molti atleti invischiati in vicende simili alle sue. Infatti, se la fiamminga riuscisse a provare che la sostanza è entrata nel suo corpo a causa di una negligenza, la squalifica sarebbe decisamente più contenuta.

De Vuyst, fa sapere il sito Wielerflits.be, ha già deciso di rivolgersi all’avvocato Johnny Maesschalk, lo stesso che negli scorsi giorni è riuscito a scagionare la ciclocrossista neerlandese Denise Betsema, la quale si era trovata al centro di un caso simile a quello della vincitrice dell’ultima Freccia del Brabante femminile.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: Shutterstock

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