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Ciclismo

Davide Cassani: “Punto su Nibali a occhi chiusi per le Olimpiadi. Aru è la mia speranza per il 2020. L’Italia sta bene”

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Il 2020 sarà un anno importante per il ciclismo italiano, il CT Davide Cassani è molto ambizioso e punta davvero in alto in quest’annata dopo che nella passata stagione Elia Viviani ha vinto gli Europei, Matteo Trentin è stato secondo al Mondiale, Alberto Bettiol ha trionfato al Giro delle Fiandre e Vincenzo Nibali ha concluso il Giro d’Italia in seconda posizione. Le ambizioni del tecnico sono importanti come traspare dall’intervista concessa a La Stampa: “Nel 2020 sarò contento se un azzurro centrerà la prova in linea alle Olimpiadi o ai Mondiali, poi spero che un italiano conquisti una Classica del Nord e un Grende Giro“.

Vincenzo Nibali è la carta più importante dell’Italia in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020 e Cassani non si nasconde: “Siamo ancora feriti per la caduta ai Giochi di Rio 2016. Vincenzo punta molto su Tokyo, sarà la sua ultima Olimpiade e non vuole fallirla. Su di lui punto a occhi chiusi. Non è vecchio: si è vecchi quando manca la voglia e si corre per i soldi“.

Il romagnolo scommette tantissimo su Fabio Aru: “È la mia speranza per il 2020. Se farò il Tour diventa complicato essere al top ai Giochi che sono pochi giorni dopo. Vedremo in ogni caso anche il Mondiale sarà duro e adatto a lui”. Poi un’affermazione importante: Un fenomeno come Evenepoel non l’ho mai visto, a 19 anni nemmeno Merckx era così forte. Van der Poel è meglio persino di un grande come De Vlaeminck. Bernal ha le carte in regola per fare subito il bis al Tour de France“.

C’è spazio anche per parlare degli altri azzurri:Viviani ha in testa le Classiche ma anche la pista, sogna il bis olimpico nell’omnium e il podio anche nel quartetto. Trentin può vincere gli Europei, Moscon è stata la mia scommessa vinta all’ultimo Mondiale: può essere utile anche ai Giochi, come Formolo e magari Bettiol che aspetto a un nuovo exploit dopo l’ultimo Fiandre. Poi c’è Ciccone, la sorpresa del 2019, ottimo al Giro e in giallo al Tour. Può trovare un posto ai Giochi ma in squadra saremo solo in cinque“. Ottimismo in generale sul ciclismo italiano che “sta bene. Non abbiamo squadre nel World Tour ma solo il Belgio ha più corridori di noi e solo il team Jumbo non schiera almeno un italiano in squadra. Abbiamo vinto Fiandre ed Europei, siamo arrivati secondi al Giro e al Mondiale. Si poteva fare meglio, ma anche molto peggio“.

Il tema della sicurezza in strada è sempre all’ordine del giorno: “Ormai muore un ciclista ogni 35 ore e non sono solo cicloamatori ma anche corridori esperti ed affermati. Serve una campagna mediatica di sensibilizzazione verso la gente ma anche verso le autorità politiche. “Non l’ho visto” è ormai la risposta più frequente degli automobilisti dopo aver investito un ciclista, allora è un problema di attenzione e rispetto verso chi ha dei mezzi diversi dalle macchine“.

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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