Editoriali

Dominik Paris e il sogno Coppa del Mondo che resta vivo: come rendere possibile l’impossibile

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Dominik Paris è riuscito a scavallare egregiamente lo scoglio della discesa libera di Wengen. Il secondo posto alle spalle dell’eterno rivale Beat Feuz assume una rilevanza imponente, considerando che il Lauberhorn rappresenta da sempre una delle piste più indigeste per il fuoriclasse italiano. Mai, prima di oggi, l’altoatesino era salito sul podio nella località elvetica. Finalmente ha saputo affrontare l’odiata Kernen-S con il corretto acume tattico, pur se non al livello di Feuz, che proprio in quel tratto ha accumulato il vantaggio decisivo per vincere. Di sicuro, nei prossimi anni, Paris farà di tutto per conquistare almeno una volta il gradino più alto del podio su una delle piste mitiche dello sci alpino.

L’azzurro ha centrato in un colpo solo un duplice obiettivo. In primis ha limitato i danni nei confronti di un Feuz eccezionale, sempre sul podio in tutte e cinque le discese disputate in stagione: l’elvetico comanda la graduatoria di discesa con 400 punti, ma il portacolori del Bel Paese lo segue a sole 16 lunghezze. Una sfida incertissima ed appassionante, dove nessuno dei due potrà permettersi alcun passo falso. La seconda piazza a Wengen, inoltre, ha alimentato la fiamma di un sogno che resta ancora avvolto tra i confini dell’utopia: la Coppa del Mondo generale.

Attualmente Paris è quarto con 556 punti, a -57 dal leader francese Alexis Pinturault. L’italiano sta mantenendo un rendimento di altissimo livello, testimoniato dai numeri: sin qui ha disputato 8 gare in stagione di discesa e superG, incamerando 2 vittorie, 5 podi e 6 piazzamenti complessivi nella top5. Quasi impossibile chiedergli di più. Di fatto, ha sbagliato la sola tappa di Beaver Creek, quando uscì dai 10 sia in superG sia in discesa: la Birds of Prey resta una delle piste più complesse per il 30enne della Val d’Ultimo, soprattutto per il tipo di neve. In combinata ha inoltre raccolto appena 22 punti in due gare, ma si tratta di un format non adatto alle sue caratteristiche, come vi abbiamo spiegato ieri.

Al termine della stagione di Coppa del Mondo mancano ancora 5 discese, 5 superG, 1 combinata, 1 parallelo, 7 slalom e 6 giganti. Il calendario, come detto e ripetuto svariate volte, agevola a dismisura gli specialisti delle discipline tecniche. Per provare a rendere possibile l’impossibile, nelle dieci gare rimanenti (non contiamo la combinata) Paris dovrà provare a mantenere una media punti tra 70 ed 80: in pratica dovrà sempre vincere o salire sul podio. E’ probabile che per aggiudicarsi il trofeo servano più di 1350 punti, se non oltre. Una quota maggiormente alla portata del norvegese Henrik Kristoffersen (per il maggior numero di appuntamenti a disposizione) e del francese Alexis Pinturault (il più polivalente tra i contendenti, fattore che potrebbe risultare decisivo).

Quel che è certo è che Dominik Paris, dalla scorsa annata, ha mutato definitivamente il proprio status da campione a fuoriclasse. Un vero e proprio fenomeno che parte per vincere il tutte le gare veloci a cui prende parte. A Kitzbuehel e Garmisch, due piste che ama, l’azzurro dovrà incamerare un bottino importante di punti, per poi giocarsi tutto nelle ultime settimane tra febbraio e marzo, confidando magari anche in qualche passo falso da parte degli avversari in gigante e slalom. La missione resta complicata, forse proibitiva. Eppure, dopo Wengen, la fiammella della speranza resta viva: Dominik Paris può realmente giocarsela sino in fondo.

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federico.militello@oasport.it

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Foto: Lapresse

1 Commento

  1. Luca46

    18 Gennaio 2020 at 21:05

    Intanto Paris oggi ha fatto un capolavoro che può valere la Coppa di discesa. Credo infatti abbia qualcosa in più rispetto a Feuz. Purtroppo a Paris mancano più di un centinaio di punti tra Beaver Creek e la prima combinata dove poteva conquistare come minimo 50 punti. Finora è stato comunque superlativo, non dimentichiamoci inoltre che in un paio di occasioni è rimasto fuori da 30 in gigante per poco e anche li qualche punticino poteva entrare. In una coppa così equilibrata il numero di gare per disciplina può risultare decisivo. Pinturault e Kristoffersen comunque non sono Hirscher e quindi fince Paris comntinuerà così e possibile sperare. Io comunque inserirei nei giochi anche Kilde e non vorrei che alla fine sia proprio lui a prendersi la generale.

  2. Fabio90

    18 Gennaio 2020 at 18:58

    Anche la pista norvegese è stata terra di conquiste per Paris,mentre di Garmisch non ricordavo..comunque puntiamo alle coppette di specialità, che già sono assai complicate. In tal senso grandissimo risultato della Brignone oggi, perchè allunga sulla Shiffrin con poi nemmeno tantissimi giganti dalla fine.
    Comunque grandissima italiano nello Sci alpino, e grandissima negli Sport invernali (tranne l’indegna stagione nel fondo)

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