Biathlon

“L’ambiziosa Italia del pattinaggio sogna le medaglie agli Europei” ‘Ambesi Winter Corner’

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La quindicesima puntata di Ambesi Winter Corner, rubrica di approfondimento e analisi tenuta in collaborazione con Massimiliano Ambesi, storica voce di Eurosport, è particolarmente ricca.

Si parte con un lungo approfondimento sulle discipline del budello, di cui in Italia si parla troppo poco. Ampio spazio anche al biathlon e agli imminenti Europei di pattinaggio di Graz.

Massimiliano, dobbiamo partire però da una (pessima) notizia dell’ultima ora, ovvero il gravissimo infortunio di Dominik Paris.
“Purtroppo, questo è il brutto dello sport. Fino a poche ore fa si fantasticava sulla possibilità di battere il record di vittorie in discesa libera, sulla media punti per vincere la Coppa del Mondo e sulla battaglia con Fuez per la Coppa di specialità.  Adesso ci troviamo, invece, a commentare un infortunio decisamente grave da cui non sarà così facile riprendersi. Si è trattato di un fulmine a ciel sereno, beffardamente arrivato poco prima di Kitzbühel, l’appuntamento per lui più importante della stagione. Aggiungere altro è difficile, la sfortuna ha voluto che la dinamica della caduta fosse la peggiore possibile e generasse gravi conseguenze. Per il movimento italiano si tratta di una perdita enorme. Nella passata stagione, Paris è stato l’atleta azzurro che ha ottenuto più vittorie nelle discipline olimpiche invernali e tutto lasciava presagire che potesse ripetersi”.

Davvero un peccato, perché la situazione degli sport invernali italiani appariva, sino a ieri, davvero rosea. L’impressione è che la competitività sia diffusa ovunque. È solo una sensazione, oppure è realtà?
“Nell’ultima settimana sono stati ottenuti quattro successi e dieci podi complessivi, oltre ad altri piazzamenti degni di nota.
Gara dopo gara, tanti atleti si stanno confermando su livelli di eccellenza al punto che non mancano i presupposti per ambire a traguardi di rilievo, come vittorie nelle classifiche di specialità e in alcuni casi anche qualcosa in più. Meritano indubbiamente un plauso Federica Brignone e lo sfortunato Dominik Paris, ma anche l’armata maschile di snowboard, autrice di due doppiette tra Bad Gastein e Rogla, senza dimenticare Dominik Fischnaller, vincitore a Lillehammer nello slittino, la biathleta Dorothea Wierer, terza nella sprint di Ruhpdolding, e Marta Bassino, terza nel gigante parallelo di Sestriere e già sul podio in tre specialità diverse nel corso della stagione.
Podi a parte, il fondista Francesco De Fabiani ha fornito importanti segnali di vita nelle gare distance di Nove Mesto, dove si è ben difesa anche la ventiduenne Anna Comarella. Sofia Goggia ha disputato due convincenti prove tra gigante e gigante in parallelo, rifinendo la condizione in vista delle sette gare veloci che si disputeranno una dopo l’altra nelle prossime settimane, e la squadra di skeleton ha confermato di avere intrapreso un intrigante percorso di crescita.
Peraltro, nel prossimo fine settimana, torneranno in pista anche i ragazzi dello snowboardcross, chiamati a riconfermare i fasti di dicembre, e Federico Pellegrino, che andrà alla caccia del podio nell’ostica sprint in alternato di Oberstdorf.
Riconfermarsi per la seconda settimana di fila in doppia cifra di podi non sarà banale, ma la partita è aperta”.

All’interno di questa messe di risultati degni di nota, ti chiedo di scegliere l’AZZURRO DELLA SETTIMANA.
“Indico Dominik Fischnaller, non solo per la vittoria ottenuta a Lillehammer, che gli è valsa anche il titolo europeo, ma soprattutto per avere trovato una continuità di rendimento senza precedenti nel passato.
Nelle prime sette gare disputate, è stato capace di salire sul podio in cinque occasioni, che sarebbero potute essere sei senza la squalifica nella prova sprint di Whistler Mountain. Nonostante lo zero marcato in Canada per via della temperatura elevata dei materiali, sta viaggiando con la media punti più alta della carriera e nella classifica generale insegue a 86 lunghezze di ritardo il russo Roman Repilov con cui si giocherà la sfera di cristallo fino all’ultima gara.
A Lillehammer ha avuto il merito di tornare al successo in Coppa del Mondo dopo 24 mesi confermando lo storico e indiscutibile feeling con il budello norvegese, dove quasi due anni or sono aveva ottenuto l’ultima affermazione individuale. Il quasi ventisettenne altoatesino vanta, infatti, tre vittorie e cinque podi in altrettante uscite a Lillehammer, che nell’ormai lontano novembre del 2013 fu anche teatro del primo successo in Coppa del Mondo.
Il calendario si annuncia però in salita in quanto i prossimi due appuntamenti saranno a Sigulda, di norma terreno di conquista per gli slittinisti russi. Non perdere punti da Repilov in Lettonia sarebbe un buon risultato, così come guadagnare terreno rappresenterebbe un trionfo che metterebbe grande pressione sul russo”.

Rimaniamo sullo slittino. In stagione sono già stati raccolti 9 podi. Per la squadra azzurra è l’inverno della rinascita ad altissimo livello, dopo essere rimasta in seconda fila per molto tempo?
“Il dato interessante è che, nel complesso, i risultati non possono essere ritenuti sorprendenti in quanto a inizio stagione era stato fissato l’obiettivo di dieci podi complessivi ormai prossimo a essere raggiunto.
In ciascuna delle cinque tappe finora affrontate i ragazzi italiani hanno archiviato almeno un piazzamento nelle prime tre posizioni e tutti e tre i settori si sono distinti per una crescita prestazionale, nonostante la pesante assenza di Sandra Robatscher. Al momento, manca all’appello solamente il podio nel doppio, ma il confronto tra Nagler/Mallaier, quarti a Lillehammer, e Rieder/Kainzwaldner, quinti nelle ultime tre gare disputate, sta consentendo a entrambi gli equipaggi di alzare l’asticella e prima o poi arriverà l’occasione buona.
L’Italia occupa la prima posizione nella graduatoria di Coppa del Mondo della prova a squadra in cui vanta una striscia aperta di cinque podi consecutivi, due vittorie comprese, che rappresenta un record nazionale eguagliato. Qualcosa del genere era, infatti, avvenuto anche tra il 17 gennaio del 2010 e il 16 gennaio del 2011, ma il migliore risultato era stato un secondo posto.
A conti fatti, il lavoro impostato da Armin Zoeggeler per consentire a questo gruppo di essere protagonista nei Giochi Olimpici di Pechino del 2022 sta dando ottimi frutti e, seppure il percorso sia ancora lungo, ci sono tutti i presupposti per pensare in grande.”

Al contempo è incredibile constatare come la Germania, storica dominatrice dello slittino, sia tornata a casa da Lillehammer senza neppure una vittoria. Da quanto tempo non avveniva una situazione del genere?
“Quanto avvenuto a Lillehammer rappresenta il fatto più sorprendente della scorsa settimana sul fronte delle discipline olimpiche invernali.
Per trovare una tappa di Coppa del Mondo senza vittorie tedesche, è necessario tornare a fine gennaio del 2014, quando a Sigulda furono schierate le seconde linee per via dell’approssimarsi dei Giochi Olimpici di Sochi, poi puntualmente dominati con quattro vittorie in altrettante gare.
Il risultato in questo caso ha del clamoroso perché la Germania si è presentata in Norvegia con tutti gli attuali atleti di punta. Se però nel singolo maschile la debacle era prevedibile, considerando che si è nel pieno di una delle stagioni peggiori della storia, il discorso è diverso nel doppio. Wendl/Arlt ed Eggert/Benecken, equipaggi che mettono insieme 85 vittorie in Coppa del Mondo, si sono completamente eclissati sul budello norvegese finendo lontanissimi dal vertice con velocità di punta distanti dalla competitività. Di certo, per Eggert/Benecken, finora sempre sul podio nelle precedenti uscite, si è trattato di un episodio, ma il campanello d’allarme non può essere sottovalutato così come non può passare in secondo piano la crescita non solo degli austriaci Steu/Koller, ma di ben tre doppi russi.
In campo femminile, Julia Taubitz, leader del movimento in contumacia di Geisenberger ed Eitberger ferme per maternità, è stata l’unica a limitare i danni salendo sul gradino più basso del podio, ma anche in questo caso non sono rose e fiori perché dopo 21 affermazioni consecutive la Germania rischia di non vincere la classifica generale di Coppa del Mondo, guidata in questo momento dalla russa Tatyana Ivanova cui va riconosciuto il merito di avere limitato quei passaggi a vuoto che sovente l’hanno penalizzata nelle scorse stagioni.
Il vero specchio della crisi è però un altro. La Germania, mondiali compresi, è nel mezzo di una striscia di sette prove a squadre senza vittorie, fatto senza precedenti in quanto nella storia della format di gara in una sola episodica occasione era stato mancato il successo per tre volte consecutive.
Di certo, al movimento tedesco non mancano risorse, budelli e praticanti per venire fuori da questa situazione e tornare a dominare in tempi relativamente rapidi, ma il rinnovato equilibrio va considerato un valore aggiunto per lo slittino e quindi un motivo di interesse in più”.

Non tutto il budello tedesco però è in crisi. Anzi, nel bob la situazione è diametralmente opposta.
“La Germania che soffre nello slittino si riscatta con gli interessi nel bob. Il merito va chiaramente attribuito a Francesco Friedrich, che ha vinto le ultime quattro gare di Coppa del Mondo facendo il pieno prima a La Plagne e poi a Igls, dove, Mondiali del 2016 compresi, si è imposto negli ultimi sei eventi di bob a due.
In Austria, il successo più significativo è stato però quella ottenuto nel bob a quattro perché ha consentito al ventinovenne sassone di diventare il quinto pilota nella storia a vincere almeno dieci volte in entrambi i format di gara. Inoltre, grazie alla seconda doppietta stagionale, Friedrich ha sopravanzato il canadese Lueders nella graduatoria degli atleti che vantano più affermazioni in Coppa del Mondo portandosi in seconda posizione nella graduatoria all-time. A questo punto, la leadership del connazionale André Lange, vincitore di 45 gare, è lontana solamente dieci lunghezze e con il ruolino di marcia delle ultime stagioni non è escluso che Friedrich possa presentarsi alle Olimpiadi di Pechino come pilota più vincente di sempre.
Inseguimento ai primati a parte, il domino evidenziato a Igls è stato assoluto. Il due volte campione olimpico ha surclassato la concorrenza sia sul fronte dei tempi di spinta che nella guida vincendo agevolmente tutte e quattro le discese. All’abituale superiorità nel bob a due, si è ormai aggiunto anche lo strapotere nel bob a quattro, non certo il punto di forza nella prima parte della carriera. La tavola è chiaramente apparecchiata per terminare la seconda stagione consecutiva con almeno dieci successi e lo sweep nelle graduatorie di Coppa del Mondo, ma probabilmente, alla luce dell’età, il meglio deve ancora venire.
Semplicemente, uno degli uomini simbolo di questi anni sul fronte delle discipline olimpiche invernali. Peccato che in Italia non ne parli nessuno”.

Hai citato Francesco Friedrich. Però, se parliamo di striscia di vittorie consecutive nella stessa località c’è chi però sta facendo anche meglio…
“Anche in questo caso, è necessario scomodare una leggenda, ma non del bob bensì dello skeleton.
Martins Dukurs per la decima volta consecutiva si è, infatti, imposto nella gara di Coppa del Mondo di Igls. Peraltro, contando i Campionati mondiali disputati nel 2016, la striscia si allunga di un’unità. Chiaramente, si tratta di numeri che non necessitano di ulteriori commenti.
Il trentacinquenne scuola Sigulda è, semplicemente, l’atleta più vincente di sempre nella storia della disciplina, forte di 52 successi in Coppa del Mondo, 8 Sfere di Cristallo (consecutive) e 6 Titoli Iridati. Manca, tuttavia, ancora all’appello il titolo olimpico, ma in attesa di riprovarci per l’ennesima volta a Pechino, è al momento in testa nella classifica generale, vinta per l’ultima volta nel 2017.
In sostanza, chi frettolosamente lo dava per morto o superato è stato costretto a ricredersi.
Ciò premesso, la sfida tra Dukurs, il russo Alexander Tretiakov e il coreano Yun Sungbin rappresenta uno dei piatti forti nel panorama delle discipline olimpiche invernali ed è difficile ipotizzare chi possa prevalere.
A margine, va prestata grande attenzione alla crescita del poco più che ventenne azzurro Amedeo Bagnis, capace nelle prime due gare di Coppa del Mondo della carriera di archiviare due piazzamenti in undicesima posizione, senza dimenticare i due successi ottenuti in Coppa Europa.
Se tutti gli addetti ai lavori gli hanno già messo gli occhi addosso, non si tratta certo di un caso. A testimonianza dei progressi della squadra italiana, va anche rimarcato il nono posto conquistato da Valentina Margaglio. Gli atleti italiani si stanno distinguendo per gli ottimi tempi di spinta e una volta prese le misure ai vari budelli di Coppa del Mondo potranno togliersi soddisfazioni importanti”.

Chiudiamo il discorso budello e passiamo all’ATLETA DELLA SETTIMANA. A chi assegni questa palma?
“Il ballottaggio coinvolge i biathleti Martin Fourcade, imbattuto nel 2020 staffette escluse, e Tirill Eckhoff, senza sconfitte nella tappa di Ruhpolding. La scelta, per la disarmante disinvoltura con cui ha dominato le ultime due gare individuali, ricade sulla ventinovenne norvegese, capace di surclassare la concorrenza su tutti i fronti concedendosi addirittura il lusso nella prova a inseguimento di amministrare la situazione sugli sci senza forzare più di tanto perché non ce n’era alcuna necessità.
La Eckhoff ammirata tra Hochfilzen e Ruhpolding è qualcosa più di una semplice pretendente al successo nella classifica generale di Coppa del Mondo. Nelle ultime otto gare si è imposta in sei occasioni archiviando un quinto posto quale peggiore risultato, ma soprattutto, fatto per lei senza precedenti, ha sparato con un illegale 90%. A conti fatti, dalla seconda alla quinta tappa in calendario ha assunto le sembianze dei migliori Martin Fourcade e Johannes Bø, fuoriclasse capaci di dominare le gare sugli sci mantenendo il 90% al poligono. Nella storia del biathlon femminile, i casi di biathlete in grado di esprimersi sui medesimi livelli per periodi prolungati di tempo rappresentano una rara eccezione. Si possono giusto scomodare Forsberg e la migliore Dahlmeier.
La vera sfida per Eckhoff, atleta spesso e volentieri frenata da malanni di vario tipo, diventa ora quella di mantenere la salute per l’intera stagione. Abbinando l’indiscussa qualità dei materiali e l’integrità fisica all’attuale gestione del poligono in piedi, storicamente non certo il punto di forza, rischia di restare inarrivabile a lungo per le attuali avversarie”.

Qual è lo stato di Dorothea Wierer che, al momento, appare l’unica alternativa a Tiril Eckhoff nella corsa alla Sfera di cristallo femminile?
“Analizzando la situazione, Dorothea Wierer ha dimostrato anche nella tappa di Ruhpolding di essere una delle atlete da battere. Al terzo posto ottenuto nella sprint, ha fatto seguito una prestazione da prima della classe nella staffetta femminile con tanto di tempo migliore rispetto a Eckhoff. Il problema è stato rappresentato dal risultato dell’inseguimento, in cui, complici materiali non eccezionali, si è dovuta accontentare della ventesima piazza perdendo terreno nella classifica generale.
Ovviamente, non esistono motivi di preoccupazione perché l’imprevisto può sempre essere dietro l’angolo così come la controprestazione. Wierer sarà ora chiamata al riscatto nella prova individuale di Pokljuka, format di gara sulla carta più congeniale a lei rispetto all’avversaria norvegese, fermo restando che con le attuali percentuali di tiro Eckhoff sembra in grado di vincere ovunque.
In Slovenia, oltre ad avere conquistato ben quattro podi in carriera, la ventinovenne altoatesina ha sempre sparato con percentuali eccellenti pur non riuscendo mai a imporsi.
L’augurio è che le possa essere risparmiata la fatica della staffetta mista che si disputerà 24 ore prima della partenza in linea e il giorno dopo la 15 km.
In ogni caso, si tratta di una decisione che prenderà l’atleta a seconda delle condizioni del momento. Di certo, alla luce di status e palmares, non le manca la facoltà di decidere quando gareggiare”.

Passando al biathlon maschile, le tappe tedesche si sono risolte in un monopolio di Martin Fourcade. Però a Pokljuka tornerà in azione Johannes Bø… Ci aspetta una seconda metà di stagione caratterizzata da un duello tra il francese e il norvegese?
“La grandezza di Martin Fourcade non può essere messa in alcun modo in discussione. A Ruhpolding è diventato l’ottavo atleta nella storia delle discipline olimpiche invernali a conquistare almeno 80 successi individuali tra Coppa del Mondo, Mondiali e Olimpiadi e presto sarà anche l’atleta in attività a vantare più podi in quanto il distacco dalla pattinatrice tedesca Claudia Pechstein è di sole tre lunghezze. Nelle tappe tedesche ha evidenziato di essere più completo, e quindi superiore, rispetto all’intera concorrenza presente mancando solamente due bersagli su ottanta tentativi.
Tuttavia, dopo avere riconquistato la vetta della classifica generale e probabilmente la totale fiducia nei propri mezzi, Fourcade dovrà dimostrare di poter tenere testa al rientrante Johannes Bø, assente per motivi familiari in tutti gli eventi disputati nel 2020. Il ventiseienne norvegese ha già annunciato che sarà della partita a Pokljuka, ma la sua condizione sarà tutta da verificare in virtù del mese abbondante di inattività.
Al momento, i due fuoriclasse hanno vinto cinque gare a testa, ma Johannes Bø nel mese di dicembre si è messo alle spalle Fourcade in sei dei sette scontri diretti dettando leggi indistintamente sugli sci e al poligono.
I quesiti che sorgono spontanei sono nell’ordine i seguenti:
1 – “Johannes BØ crede realmente di poter ancora lottare per la classifica generale di Coppa del Mondo”?
2 – “Martin FOURCADE riuscirà a difendere gli attuali 73 punti di margine nella classifica generale di Coppa del Mondo, scarti compresi?”
3 – “Chi vincerà la classifica generale di Coppa del Mondo tra Martin FOURCADE e Johannes BØ?”
A Pokljuka arriveranno le prime attese risposte”.

Questa settimana si riaccendono i riflettori della ribalta sul pattinaggio di figura, che vivrà i propri Campionati Europei. L’impressione è che il piatto forte sarà la gara femminile…
“Da un punto di vista tecnico e mediatico, sarà la competizione di maggiore interesse. A Graz andrà in scena il terzo atto stagionale della sfida tra le russe Alena Kostornaia, dominatrice della finale del Grand Prix, Anna Shcherbakova, vincitrice dei Campionati nazionali russi, e Alexandra Trusova, detentrice del titolo iridato juniores nonché atleta più estrema della storia. I favori del pronostico, per quanto possa contare, vanno attribuiti a Kostornaia, che presenterà lay-out di gara più sicuri e rodati, ma le più giovani compagne di allenamento potranno essere ampiamente padrone del proprio destino in quanto in possesso di più punti nelle mani. In sostanza, se Trusova e Shcherbakova completeranno senza errori i programmi pianificati si contenderanno il titolo continentale, mentre in caso di qualche passaggio a vuoto, peraltro giustificato dalla difficoltà degli elementi presentati, l’ago della bilancia dovrebbe pendere dalla parte di Kostornaia, ammesso e concesso che sia immune da errori.
Nella gara delle altre, la sedicenne azzurra Alessia Tornaghi non difetta del bagaglio tecnico per recitare un ruolo importante, come testimoniato dal cammino di questa stagione. L’obiettivo resta, in ogni caso, quello di ottenere un piazzamento nelle prime dieci posizioni, fondamentale per garantire all’Italia due posti nell’edizione del 2021”.

Invece quali sono le tue considerazioni sulle coppie e sulla danza?
“In un caso e nell’altro, il movimento italiano nutre speranze di lottare per le medaglie.
Nella danza, Charlene Guignard e Marco Fabbri, terzi classificati nel 2019, partiranno come quarta forza in campo con l’obiettivo di scalzare dal podio una delle due quotate coppie russe Sinitsina/Katsalapov e Stepanova/Bukin. L’impresa è tutt’altro che banale, ma non va dimenticato come la rivalità tra i due sodalizi russi abbia di tanto in tanto generato errori macroscopici. Il discorso vittoria è, invece, precluso a chiunque non si chiami Papadakis/Cizeron. La tavola è ampiamente apparecchiata affinchè i danzatori francesi divengano i secondi nella storia dopo i sovietici Pakhomova/Gorshkov a conquistare sei titoli continentali, ma i primi a riuscirci in edizioni consecutive.
Dietro ai pretendenti al podio, è prevedibile una sfida tra britannici e binomi iberici, con i primi favoriti.
Per quanto riguarda la seconda coppia italiana composta da Jasmine Tessari e Francesco Fioretti, il sogno è quello di migliorare il 14esimo posto della passata stagione. Non si tratterà però di una passeggiata in quanto il livello medio è cresciuto.
Tra le coppie di artistico, Nicole Della Monica e Matteo Guarise, dopo avere perso per pochi centesimi la medaglia di bronzo nella scorsa edizione, si ripresenteranno ai nastri di partenza come numeri quattro del tabellone. La sfida per la vittoria dovrebbe essere circoscritta ai giovani russi Boikova/Kozlovskii e ai più navigati connazionali Tarasova/Morozov, sempre battuti nei confronti diretti di questa stagione. La coppia italiana dovrà, invece, superarsi per avere la meglio sui russi Pavliuchenko/Khodykin, tecnicamente più estremi, artisticamente più acerbi e di tanto in tanto fallosi.
Saranno della partita anche Rebecca Ghilardi e Filippo Ambrosini, che hanno le carte in regola per ambire a un prestigioso settimo posto nonché migliore risultato della carriera nella rassegna continentale”.

Chiudiamo con l’incerta gara maschile, dove peraltro anche l’Italia ha delle ambizioni.
“La competizione maschile, oltre a essere quella dalla lettura più complicata, si annuncia la più interessante in chiave Italia. Matteo Rizzo e Daniel Grassl, rispettivamente terzo e sesto nella precedente edizione, sono due legittimi pretendenti al podio e, se tutto girerà per il meglio, anche a qualcosa in più. Terminata l’era Fernandez, vincitore degli ultimi sette titoli europei, la lotta per la successione è aperta e coinvolge numerosi atleti. Per quanto finora emerso nel corso della stagione, il ruolo di favorito spetta al francese Kevin Aymoz, terzo classificato nel Grand Prix. Tuttavia, programmi alla mano, il russo Alexander Samarin, reduce da una prestazione oltremodo deludente nei Campionati nazionali, potrebbe mettere in campo un potenziale superiore. I due alfieri italiani e il russo Dmitri Aliev non partono in ogni caso battuti, senza dimenticare che non andranno sottovalutati il veterano ceco Michal Brezina, l’emergente russo Artur Danielian e il lettone Deniss Vasiljevs.
Il debuttante Gabriele Frangipani, terzo italiano in gara, cercherà avvicinare il più possibile le prime dieci posizioni. Un piazzamento tra l’undicesimo e il quindicesimo posto rappresenterebbe un eccellente risultato”.

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Foto: Massimiliano Ambesi

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