Editoriali
Meglio essere italiani o spagnoli?
Nelle ultime settimane Italia e Spagna sono sulla bocca di tutti per motivi differenti. Il Bel Paese sta vivendo una stagione entusiasmante negli sport invernali, mentre la Penisola iberica si è esaltata con i trionfi negli Europei di pallanuoto femminile e pallamano maschile (in attesa della finale degli Australian Open di tennis che vedrà Garbine Muguruza partire nettamente favorita contro l’americana Sofia Kenin). Il dibattito è aperto: chi è migliore tra Italia e Spagna nello sport? Cosa conta di più? Un argomento che, per sua natura, apre un lungo dibattito che sfocia inevitabilmente nella soggettività.
Un dato di fatto è incontestabile: le Furie Rosse sovrastano l’Italia negli “audience sport”, ovvero quelle discipline che trovano lo spazio maggiore tra le masse e sui giornali. Pensiamo a calcio, basket, tennis e MotoGP. Sono superiori, e non di poco, anche negli sport di squadra. La Spagna è attualmente ciò che è stata l’Italia per due decenni tra il 1990 e il 2010: ricordate i trionfi a ripetizione di Valentino Rossi, il ciclo della Ferrari in F1, le valanghe di vittorie del volley, i Mondiali di calcio 2006, gli Europei e l’argento olimpico di basket, i titoli della pallanuoto, l’era delle ‘Magnifiche 4’ azzurre del tennis (con tanto di Fed Cup e trofei dello Slam), le maglie iridate di ciclismo in serie e così via? L’Italia attualmente resta competitiva negli “audience sport”, ma non più vincente. Eppure, come sapete, per OA Sport, nata come Olimpiazzurra nel 2011, tutte le discipline hanno la stessa dignità. Occorre dunque un confronto più ampio.
SPORT INVERNALI
Non c’è partita. Da ottobre in poi è come se la Spagna andasse metaforicamente in letargo, non avendo, per tradizione e conformazione del territorio, una cultura sportiva invernale sviluppata. I numeri dell’annata in corso parlano chiaro: l’Italia, come ci ricorda Massimiliano Ambesi, ha collezionato sin qui 80 podi complessivi (e 25 vittorie) tra Coppa del Mondo e Grand Prix, gli iberici appena 3! Gli azzurri hanno raccolto almeno un podio in 9 differenti sport: solo Germania (12), Russia (11), Austria e Stati Uniti (11) hanno fatto meglio. La Spagna si difende solo nello snowboard: Queralt Castellet, 30enne catalana, ha conseguito ben due successi nell’half-pipe, mentre Lucas Eguibar resta un atleta di vertice nel cross. Il livello degli iberici è più che dignitoso anche nel pattinaggio artistico, pur dopo il ritiro della stella Javier Fernandez. Poi ci fermiamo qui. Sci di fondo, biathlon, slittino e tutte le altre discipline? Non pervenuti. La Spagna è praticamente scomparsa da quasi 15 anni nello sci alpino: l’ultima grandissima interprete fu Maria José Rienda Contreras, capace di aggiudicarsi ben sei giganti in Coppa del Mondo a cavallo tra il 2005 e 2006. Da allora il buio totale.
VOTO ITALIA: 8
VOTO SPAGNA: 3
SPORT DI SQUADRA
Il decennio appena terminato ha sancito il sorpasso della Spagna ai nostri danni. Vincono ovunque e, soprattutto, rivincono…Non si tratta quasi mai di successi sporadici o isolati (come accade invece al Bel Paese). Pensiamo al calcio, alla pallanuoto femminile, alla pallamano maschile, al basket: quando la Spagna dispone di una compagine competitiva, è in grado di aprire un ciclo. Gli iberici brillano inoltre in due sport storicamente tabù per l’Italia: hockey prato e pallamano. Al momento sono superiori nel calcio maschile, calcio a 5 e basket tout court; equivalenti nel calcio femminile e pallanuoto maschile; inferiori nella pallavolo tout court, baseball, softball, rugby, hockey ghiaccio, football americano, beach volley, beach soccer, polo e cricket.
La Spagna però vince, e questo fa la differenza: tra 2019 ed inizio 2020 hanno messo in bacheca i Mondiali maschili di basket, gli Europei di pallanuoto femminile, basket femminile, pallamano maschile e calcio Under21. Va detto che l’Italia ha vinto i Mondiali di pallanuoto maschile e gli Europei di softball: non male, anzi, ma quantitativamente distante dagli avversari.
Impietoso poi il confronto degli sport di squadra già qualificati alle Olimpiadi di Tokyo 2020: 7 per la Spagna (e diventeranno quasi certamente 9 con le aggiunte di basket femminile e pallamano femminile), 4 per l’Italia (e non sarà semplice fare meglio, considerando le difficoltà del Setterosa e l’impresa quasi proibitiva che attende la Nazionale di basket maschile in Serbia). Dobbiamo essere onesti: se per due decenni, tra gli anni ’90 e ’00, l’Italia era stata il punto di riferimento mondiale per gli sport di squadra, ora tale appellativo spetta di diritto alla Spagna: oggettivamente hanno qualcosa in più nell’approccio alle competizioni, nella capacità di fare gruppo ed in un’organizzazione di sistema che sa valorizzare i giovani talenti, produrre un continuo ricambio generazionale e valorizzare le infrastrutture.
VOTO SPAGNA: 9
VOTO ITALIA: 7,5
OLIMPISMO
Qui il confronto non sussiste. La storia parla chiaro: l’Italia è sesta nel medagliere olimpico generale (che tiene conto sia degli sport invernali sia di quelli estivi) con 701 medaglie (246 ori, 214 argenti e 241 bronzi), quinta tra i Paesi ancora esistenti; la Spagna veleggia invece mestamente in trentesima posizione con 151 podi, di cui 45 del metallo più prezioso. Stiamo in questo caso paragonando una super potenza secolare delle Olimpiadi ad una compagine che sovente ha ricoperto un ruolo di comparsa, con l’apice rappresentato dall’edizione casalinga di Barcellona 1992 (22 podi, 13 ori e sesto posto finale nel medagliere).
L’attuale medagliere virtuale delle Olimpiadi di Tokyo 2020, che tiene conto di tutti i risultati degli ultimi Mondiali di ciascuna disciplina a cinque cerchi, vede l’Italia dodicesima con 35 podi e 6 ori, la Spagna 26ma (21-3). Gli iberici non nascondono di puntare al proprio record storico di medaglie in Giappone: obiettivo sicuramente alla portata, ma comunque distante dalle aspirazioni azzurre. Il Bel Paese proverà infatti a sfondare quota 30 per numero di podi (come non accade da Atene 2004) e, soprattutto, a confermarsi nella top10 del medagliere per la settima edizione di fila, impresa che questa volta si annuncia però decisamente ardua.
La Spagna così brillante e vincente negli sport di squadra non lo è altrettanto in quelli individuali. Non vengono in mente così tante stelle iberiche in grado di puntare all’oro in Giappone: certamente Rafael Nadal nel tennis, Carolina Marin nel badminton, Sandra Jaime Sanchez nel kata di karate, il ‘vecchio’ Alejandro Valverde nel ciclismo. Ben diverso il discorso dell’Italia che invece eccelle negli sport individuali, pur non disponendo come un tempo di veri e propri dominatori. Tra tiro a volo, scherma, nuoto, sport da combattimento, ciclismo su pista e canottaggio non mancheranno le opportunità di salire sul podio ed anche di giocarsi qualche medaglia d’oro.
VOTO ITALIA: 8
VOTO SPAGNA: 6
ECLETTISMO SPORTIVO
Se parliamo di eclettismo e competitività a 360 gradi nello sport, allora l’Italia ha pochi eguali al mondo, probabilmente solo gli Stati Uniti d’America. Degli sport invernali e delle Olimpiadi abbiamo già parlato; e, pur avendo goduto di epoche storiche decisamente migliori, il Bel Paese continua a mantenere un livello più che dignitoso anche nei motori. E’ una questione di cultura sportiva: da sempre il Coni (ora in parte delegittimato nei poteri da Sport&Salute) valorizza l’eterogeneità a discapito della mera specializzazione dettata dai risultati. L’esatto contrario di quanto accade ad esempio in Gran Bretagna, dove i finanziamenti maggiori sono riservati alle Federazioni vincenti, mentre alle altre restano le briciole e l’impossibilità di intraprendere un percorso di crescita. Non è un caso che l’Italia sia addirittura prima nel medagliere storico dei World Games, ovvero la manifestazione che raccoglie tutte le discipline non olimpiche: con 440 podi e 153 ori gli azzurri precedono Stati Uniti (360-142) e Germania (386-137).
VOTO ITALIA: 10
VOTO SPAGNA: 6
In conclusione, rispondiamo con convinzione alla domanda del titolo: meglio essere italiani o spagnoli? Italiani, senza dubbio. Non faremmo mai a cambio con nessun’altra nazionalità.
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federico.militello@oasport.it
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Foto: Lapresse