Formula 1
Michael Schumacher compie 51 anni: il doveroso tributo al campione tedesco, in lotta nel silenzio
“Ho sempre pensato: non sono troppo bravo, devo lavorare di più, e questa è una delle chiavi che mi ha fatto diventare quello che sono diventato“. Michael Schumacher era questo, prendere o lasciare. Il campione tedesco della F1, che ha fatto la storia, oggi compie 51 anni e lo fa portando avanti la lotta per la vita nel silenzio. Il 29 dicembre del 2013 il Kaiser fu protagonista di un incidente sulle nevi di Meribel. Da quel momento il calvario, la sfida per la vita e la protezione dei suoi cari. La strada della riservatezza è stata intrapresa e illazioni e smentite hanno caratterizzato questi di anni di speranze.
Tuttavia, attraverso iniziative di vario genere, Schumacher ha fatto valere il suo modo di essere in nome di un principio chiaro e semplice: “Ciò che fai è ciò che ti qualifica”. Lui l’ha sempre fatto, diventando il pilota più vincente della storia del Circus (7 titoli mondiali e 91 GP vinti) e uno dei racing driver che ha dato maggior lustro al mito della Ferrari. Inutile negare che i cinque titoli vinti dal teutonico sotto l’insegna del Cavallino Rampante abbiano un sapore particolare, per quel che rappresentano e per quel che è la Rossa nella storia della F1.
Per questo le 72 vittorie in 180 corse disputate con la scuderia di Maranello sono statistiche importanti, che però fanno quasi da didascalia alla figura che Schumi ha incarnato. Michael era un leader, che del duro lavoro ha fatto il proprio credo in nome del principio: “Non è mai finita finché non è finita“. Ricordare, quindi, alcune delle sue grandi firme, dal 1° successo ferrarista di Barcellona, in un giorno da lupi dal punto di vista meteorologico, al 72° con il Cavallino a Shanghai, desta sensazione non solo per i riscontri in sé, ma per il significato che hanno avuto.
Ora, grazie all’impegno della moglie Corinna, le iniziative sono diverse, tutte volte a sottolineare l’agire del campione teutonico in pista, a volte anche sopra le righe, ma sempre pronto a dare il 101% per la propria squadra. In questo senso, torna alla mente il GP del Giappone del 2006, quando Schumacher fu costretto a ritirarsi per un problema tecnico. Altri piloti avrebbero inveito contro qualcosa o qualcuno, mentre il teutonico andò dai meccanici e dai tecnici, stringendo la mano a ognuno di loro, ben sapendo che si era dato il massimo che si poteva.
Tanti auguri Michael!
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse