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MotoGP, la nuova Yamaha e la sfida alla Honda: anticipazioni e soluzioni tecniche. Valentino Rossi spera

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Rebus, cruciverba, sciarade, anagrammi e progettazione della Yamaha. Gli amanti dell’enigmistica negli ultimi anni hanno avuto numerose opzioni per mettere in moto la propria mente. Sia con i classici giochi da svolgere sotto l’ombrellone d’estate, sia con la complicatissima situazione della moto di Iwata che prende parte al Mondiale MotoGP. Nelle edizioni più recenti, infatti, la casa nipponica ha alternato grandi cose a sonori buchi nell’acqua, soluzioni intelligenti a fallimenti che sono costati a caro prezzo, e per più stagioni. Non sarà da meno anche la versione in arrivo per il Mondiale 2020 della classe regina.

Le quattro moto che vedremo al via del Gran Premio del Qatar a marzo (le due ufficiali, più le due del team Petronas SIC) saranno le più attese di tutto il gruppo. Da un lato, infatti, avremo Honda e Ducati pronte nuovamente a fare da punto di riferimento della categoria sia a livello di prestazioni sia a livello di impostazione tecnica. Dall’altro, invece, vedremo la Yamaha. Come si sarà presentata la scuderia di Iwata in questo 2020? Tutto è stato pensato e calcolato centimetro per centimetro. Prendendo il buono di quello che si è visto nelle ultime annate e provando a rivoltare come un calzino tutti gli aspetti che andavano migliorati.

Una sorta di coperta complicatissima. Tirare da una parte rischia di scoprire l’altra e viceversa, ma gli spunti non mancano. Secondo quanto trapelato da alcuni articoli usciti in Spagna da riviste del settore, le novità per la M1 non dovrebbero certo mancare. In primo luogo si parlerà di motore. Un aspetto decisivo, fondamentale e che potrebbe segnare l’intera annata, contando che, com’è ben noto, quello che si propone ad inizio anno sarà mantenuto per tutto il resto del campionato. Sbagliare il concetto, come successo negli ultimi anni, non ti permette più di apporre modifiche e, quindi, risalire la china. Il nuovo motore della Yamaha dovrà essere progettato per assecondare gli atavici problemi in uscita di curva. Se troppo brusca, infatti, rischierà di andare nuovamente a produrre problemi di spinnaggio al posteriore, mentre se sarà troppo dolce, potrebbe portare ad una trazione troppo morbida. Centellinare i due aspetti sarà decisivo, dunque.

L’uscita di curva è stata, soprattutto per Valentino Rossi, un rompicapo di impossibile soluzione nelle ultime annate. Potenza erogata in maniera parziale, minore velocità, gomma che pattina e che si rovina in maniera più repentina rispetto ai rivali. Per oltre due stagioni non c’è stato modo di porre un freno a questo problema. In qualche modo Maverick Vinales e anche Fabio Quartararo (anche per il loro stile di guida differente) hanno saputo venirne a capo ma, sopratutto lo spagnolo, pagava un altro aspetto, ovvero la partenza. Dalla Spagna, proprio per questo motivo, parlano di una nuova soluzione (in stile Ducati) che permetterà alle M1 di scattare in maniera migliore, con le sospensioni che andranno a schiacciare al terreno le moto per una trazione impeccabile. Già, la trazione, un altro dei nei delle moto di questi anni della casa nipponica. La terza soluzione che potrebbe fare la differenza.

Diversi aspetti da sistemare, come tessere di un puzzle. Ci saranno riusciti i tecnici della scuderia con i tre diapason? Questa risposta la avremo a breve, ovvero dai test pre-stagionali di Sepang e Losail. I piloti incrociano le dita e sperano, dopotutto per il momento non possono fare altro. Valentino Rossi, dopo anni nei quali sostanzialmente non ha potuto competere, vuole la riscossa. Avrà i mezzi per farlo?

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Valerio Origo

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