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Nuoto, la grande sfida olimpica di Tokyo 2020 per l’Italia. La vera resa dei conti dopo un quadriennio convincente

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Il 2020 ha avuto inizio, sarà un anno importante per tutti, sarà una stagione cruciale per la Nazionale italiana di nuoto in vista di Tokyo. Sì perché i risultati del 2019 sono stati più che lusinghieri: nei Mondiali a Gwangju i tre ori, i due argenti ed i tre bronzi (8 medaglie) sono da abbinare ai 23 finalisti ed ai 19 primati italiani siglati; negli Europei in vasca corta a Glasgow sono arrivati il secondo posto nel medagliere (6 ori, 7 argenti e 7 bronzi) e il primo nella classifica a punti. 20 medaglie non erano mai state conquistate nella mai troppo amata piscina da 25 metri e la grande presenza con le prime e le seconde linee, corredata da 47 record personali, non è cosa da poco.

Questi sono i numeri e non sono in discussione. Statistiche buone soprattutto per gli addetti ai lavori ma, in soldoni, questo vorrà dire che nella manifestazione a Cinque Cerchi ci saranno tante vittorie? La risposta è chiara: “Assolutamente no”. Le Olimpiadi, giusto sottolinearlo, prevedono un livello decisamente più alto e, in particolare, la selezione americana guarderà al Giappone come all’occasione della vita. Per i rappresentanti degli States, in particolare, i Giochi sono tutto e quindi è lecito attendersi da parte loro delle prestazioni monstre: un piccolissimo antipasto è arrivato nel corso della ISL dove Caeleb Dressel, dopo aver fatto il dominatore nelle rassegne mondiali del 2017 e del 2019, ha impressionato.

E allora l’Italia? Guardando il tutto in ottica “pallottoliere”, il gioco preferito dell’italiano medio, le carte da podio sono molte, mentre non vi è un super-favorito per l’oro. In ambito maschile Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti sono i riferimenti principali. Gregorio ha la possibilità di vincere sia negli 800 sl (distanza nella quale si è laureato Campione del Mondo a Gwangju) che nei 1500 sl (specialità nella quale è tornato a fare la differenza in vasca corta a Glasgow). Carpigiano che poi punta al magico tris nelle acque libere e, qualora riuscisse, si dovrebbero scomodare paragoni metafisici. Tuttavia, il tedesco Florian Wellbrock (Campione del Mondo ed europeo dei 1500 sl in vasca lunga) e l’ucraino Mykhailo Romanchuk non saranno facili da piegare. Venendo al livornese, le chance da podio nei 400 e negli 800 sl sono fattibili, a patto di avere una forma ottimale e senza quei dubbi che un po’ hanno offuscato il suo incedere in acqua nell’ultimo periodo.

Alle loro spalle, le possibili carte/speranze da podio potrebbero essere Alessandro Miressi, Nicolò Martinenghi e Federico Burdisso. Il Campione d’Europa dei 100 stile libero in vasca lunga, proprio nel Tollcross Swimming Center, ha ritrovato la sua verve nella piscina da 25 metri, prendendosi un argento continentale alle spalle del russo Vladimir Morozov (100 sl), con record italiano annesso (45″90, primo uomo del Bel Paese ad abbattere il muro dei 46″). E’ vero che il pass olimpico ancora non è arrivato, ma l’azzurro promette scintille in vista degli Assoluti primaverili (17-21 marzo) e non resta che aspettare. Lo stesso discorso vale per Burdisso, quarto nei 200 farfalla negli ultimi Mondiali e vicinissimo al podio. Ancora senza la qualificazione e con gli studi a Chicago (Stati Uniti), guadagnarsi i Giochi non sarà semplice, ma il coraggio e le qualità acquatiche non fanno difetto al classe 2001. E poi il varesino dei 100 rana: il 58″75 (record italiano) di Riccione è crono che può regalare qualcosa a livello olimpico, ottenuto poi in un periodo (dicembre) poco propizio, avendo la tranquillità di preparare le Olimpiadi.

Sul versante femminile Federica Pellegrini e Simona Quadarella sono le due frecce principali. La veneta, dopo aver fatto suo il titolo nei 200 stile libero a Gwangju, vorrebbe proprio chiosare in bellezza con il successo olimpico, in una competizione che per un motivo o per l’altro non le ha dato tutto quello che si aspettava. Non sarà facile perché l’americana Katie Ledecky (out in Corea del Sud per problemi fisici nei 200 sl), l’australiana Ariarne Titmus, la svedese Sarah Sjoestroem, le canadesi e l’altra australiana Emma McKeon sono delle minacce concrete. L’azzurra, però, baderà solo a lei stessa, cercando di arrivare al top della condizione in Giappone e poi si vedrà. Il medesimo ragionamento vale per la romana, campionessa del mondo nei 1500 sl e argento iridato negli 800 sl. Indubbiamente, i riscontri ottenuti da Quadarella ai Mondiali sono stati influenzati dai problemi fisici di Ledecky (assente nei 1500 sl). Tuttavia, Simona è ragazza coriacea, che andrà a Tokyo con la voglia di godersi le sue prime Olimpiadi da protagonista, senza lasciare nulla di intentato. Se la statunitense dovesse risentire della stanchezza o non essere al top, lei vorrà cogliere immediatamente l’occasione.

Alle loro spalle le altre chance sono rappresentate da Martina Carraro e da Margherita Panziera. La ligure è una di quelle che nell’ultimo biennio ha dato un senso alla propria carriera. Molti l’avevano data per finita, ma lei a Imola ha trovato il proprio equilibro oltre che un compagno come Fabio Scozzoli molto importante per il suo status psicologico. Martina, di fatto, ha conquistato un grandioso bronzo mondiale in Corea del Sud nei 100 rana e si è laureata campionessa d’Europa in vasca corta a Glasgow nella medesima distanza. Un 2019 da favola, che promette tantissimo in chiave Cinque Cerchi. Carraro, però, avrà una concorrenza interna spietata e prima di poter pensare ai Giochi dovrà tenere d’occhio il tempo e le rivali Arianna Castiglioni e l’argento iridato dei 50 rana Benedetta Pilato. In particolare, la pugliese potrebbe sorprendere su una distanza che non è nelle sue corde. Dal momento che l’unica vasca della rana non fa parte del programma olimpico, Benny sarà costretta ad allungare e centrare questo obiettivo sarà molto complicato.  Per Panziera il discorso è un po’ diverso: la veneta ha dovuto fare i conti ai Mondiali con una forma non perfetta e l’esplosione dell’enfant prodige americana Regan Smith (detentrice del nuovo primato del mondo di 2’03″35). La partita per l’oro sembra chiusa, mentre per gli altri posti sul podio “si può ancora fare”.

Capitolo a parte riguarda le staffette 4×100 e 4×200 stile libero maschili. In questo caso si può aprire il campo al possibile, ben consapevoli che il livello sarà altissimo. Tuttavia il livello espresso negli ultimi Assoluti (cinque uomini sotto i 49″ nei 100 sl e sei sotto l’1’48” nei 200 sl) crea dei presupposti importanti, anche se per le medaglie sarà necessario un ulteriore step ma i presupposti ci sono tutti.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse 

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