Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, Europei 2020: Kostornaia vince ancora ma la coperta resta troppo corta. Serve un quadruplo per stabilizzarsi

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Dopo aver conquistato il gradino più alto del podio alle Finali Grand Prix di Torino, Alena Kostornaia ha vinto anche i Campionati Europei di pattinaggio artistico, rassegna appena conclusa nella città austriaca di Graz (Austria). Una vittoria meritata, figlia di due programmi di grande qualità e spessore. Non che le compagne di squadra non siano da meno: sia la seconda classificata Anna Shcherbakova che Alexandra Trusova, seppur più acerbe sul profilo interpretativo, possono infatti vantare un pattinaggio di alta caratura, guardare la quantità di passi di transizione o contare i momenti in cui restano con due piedi sul ghiaccio per credere.

Tuttavia Alena Kostornaia possiede qualcosa in più, e quel qualcosa non risiede tanto nella capacità di coprire la pista, tantomeno nella straordinaria qualità degli elementi eseguiti o nella difficoltà di passi che precedono e seguono gli elementi. Il suo plus è un talento innato nell’approccio alla performance e nella capacità di catalizzare l’attenzione degli spettatori. Fattori che hanno solo le fuoriclasse. Eppure, nonostante queste meravigliose caratteristiche, la russa ad ogni secondo segmento di gara non è mai padrona del suo destino. Sì, perché le dirette avversarie in questo momento sono in possesso di un bagaglio tecnico talmente elevato da poter ribaltare tutto. Nel segmento più lungo degli Europei appena archiviati Shcherbakova e Trusova sono state fermate da cadute e da chiamate del pannello tecnico nei salti a quattro giri di rotazione, in questo momento assenti nei layout di Kostornaia. Con un programma pulito da parte di tutte le tre pretendenti al titolo, le cose sarebbero andate certamente in modo diverso.

Ma attenzione. Non siamo davanti a un’ingiustizia. Per poter dormire sogni più tranquilli la nativa di Mosca dovrà necessariamente inserire almeno un quadruplo nella prossima stagione. E non sarà un male. Il movimento femminile sta vivendo in questo momento una fase di grande trasformazione, proiettandosi sempre di più verso territori impensabili fino a qualche anno fa. Si chiama evoluzione, ed è un peccato lasciarsela sfuggire.

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Foto: Valerio Origo

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