Ciclismo
Percorso Vuelta a España 2020: le 21 tappe ai raggi X, le salite e le località. La guida completa
La Vuelta a España 2020 partirà il 14 agosto da Utrchet, Paesi Bassi, città che ha dato i natali a uno dei calciatori più forti di sempre, il Cigno Marco Van Basten. A inaugurare il grande giro spagnolo sarà una cronometro a squadre totalmente pianeggiante di 23 km. Nella terra dei tulipani, in seguito, si svolgeranno altre due frazioni adatte agli sprinter: una di 181 km da ‘s-Hertogenbosch a Utrecht e l’altra di 193 km con partenza e arrivo a Breda.
Dopo un giorno di riposo, la gara riprenderà dai Paesi Baschi con una tappa di 169,5 km che parte da Irun e arriva in cima alla salita di Arrate, erta simbolo del Giro dei Paesi Baschi (nel quale viene riproposta ogni anno). Presenti, prima dell’ascesa finale, altri tre GPM, due di terza e uno di seconda categoria. Sarà mossa anche la quinta frazione, la quale va da Pamplona a Lekunberri e misura 151 km. Presenti tre salite nel tracciato di cui l’ultima, dal cui scollinamento al traguardo mancheranno 16 km, è un prima categoria molto caro a Fabio Aru, ovvero l’Alto de San Miguel de Aralar. Fu in cima a quest’asperità, infatti, che il sardo conquistò il suo primo successo parziale nel grande giro spagnolo nell’ormai lontano 2014.
La sesta tappa, di 163,8 km, parte da Lodosa e arriva in cima a La Laguna Negra de Vinuesa, un’ascesa inedita. Spazio agli sprinter il giorno successivo con 190 km senza grosse difficoltà da Garray a Ejea de los Caballeros. L’ottava frazione, invece, 185 km da Huesca a Sabiñánigo sara adatta soprattutto alle fughe data la presenza, nei km finali, di tre GPM di cui due di seconda categoria e uno di terza. Chiude la prima settimana un colosso che non ha bisogno di presentazioni: il Tourmalet. A precederlo, in una tappa di appena 135 km che parte da Biescas, Alto del Portalet e Col de l’Aubisque.
Dopo il secondo giorno di riposo, si riparte con una frazione di 160 km da Vitoria-Gasteiz a Villanueva de Valdegovia adatta soprattutto alle fughe da lontano data la presenza, sul percorso, del Puerto de Orduña, GPM di prima categoria che verrà scalato due volte nel corso della giornata. All’indomani si torna a salire con la Logroño – Alto de Moncavillo di 164,5 km. L’erta finale è inedita, misura 14,5 km e il tratto che va dai 10 ai 14 km è durissimo e presenta pendenze costantemente sopra il 9%. I corridori, ad ogni modo, potranno tirare il fiato il giorno successivo, dato che la Castrillo del Val – Aguilar de Campoo di 163 km è totalmente pianeggiante. Non molto più complessa nemmeno la frazione che la seguirà, ovvero la Castro Urdiales – Suances di 187 km, la quale, tuttavia, prevede quantomeno un finale che tira all’insù.
Il 29 agosto inizia la due giorni più dura della Vuelta, la quale ripropone le due tappe in cui Juanjo Cobo costruì il suo successo nel 2011. Si parte con la Villaviciosa – Alto de la Farrapona di 170 km. L’erta finale, 18 km di cui gli ultimi sei tutti sopra l’8%, è preceduta da altri tre GPM di prima categoria: Colladona, Cobertoria, San Lorenzo. Qua nel 2011 vinse Rein Taaramae. Il giorno seguente, invece, toccherà alla salita più dura di Spagna, l’Alto de l’Angliru, piazzato in una frazione di appena 109 km che parte da La Pola Llaviana e prevede altri quattro GPM, due di prima e due di terza categoria. L’Angliru fu inaugurato nel 1999 con vittoria del compianto El Chava José Maria Jimenez davanti a Pavel Tonkov. In seguito su questo colosso si imposerò Gilberto Simoni (2000), Roberto Heras (2002), Alberto Contador (2008 e 2017), Juanjo Cobo (2011) e Kenny Elissonde (2013).
Dopo l’ultimo giorno di riposo, la terza settimana inizierà con una cronometro di 33,5 km che da Muros arriva in cima al Mirador de Ezaro, salita breve, ma con pendenze sovente superiori al 25%. Venne affrontata, in passato, nel 2012 e nel 2016. Entrambe le volte fu arrivo di tappa e nella prima occasione si impose Joaquim Rodriguez in maglia roja davanti ad Alberto Contador, mentre nella seconda vinse il francese Alexandre Geniez grazie a una fuga. Segue una tappa adatta agli attaccanti, la frastagliata Lugo – Ourense di 205 km (unica over 200 km). Nel quartultimo e nel terzultimo giorno, invece, saranno di scena le ruote veloci in due frazioni totalmente pianeggianti: la Mos – Porto di 178 km e la Viseu – Ciudad Rodrigo di 177 km.
Chiude, prima della passerella finale, una delle tappe più dure della Vuelta: la Sequeros – Alto de la Covatilla di 175 km. Presenti cinque GPM, un prima categoria, tre terza e un seconda, prima dell’ascesa finale, quasi 20 km con diversi tratti sopra il 10%. Qua, in passato, si sono imposti Santiago Blanco (2002), Felix Cardenas (2004), Danilo Di Luca (2006), Daniel Martin (2011) e Benjamin King (2018). La Vuelta finirà, come da tradizione ormai, il 6 settembre con una frazione di 125 km che va da Hipódromo de la Zarzuela a Madrid.
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Foto: Lapresse