Rugby
Rugby, Sei Nazioni 2020: i convocati dell’Italia ai raggi X. Analisi dei reparti, ritorni e novità
Inizia sabato il Guinness Sei Nazioni 2020 e l’Italia si presenta all’appuntamento molto rinnovata. A partire, ovviamente, dal ct, con Franco Smith che ha preso il posto di Conor O’Shea e che in questo torneo vorrà dimostrare di poter essere l’allenatore dell’Italia anche in futuro, visto che attualmente è solo pro tempore. Con Smith ct, l’altra grande novità è l’assenza di Sergio Parisse, l’iconico capitano che arriverà solo nella seconda parte del Sei Nazioni, ma che di fatto è ai saluti. Tante, dunque, le facce nuove, ma anche i ritorni e le assenze nell’Italia. Vediamo ruolo per ruolo cosa ci aspetta.
PRIMA LINEA
Partiamo dalla prima linea e partiamo dagli assenti. Tra i piloni spicca Simone Ferrari, punto fermo nella gestione O’Shea, ma che in questo avvio di stagione è stato a lungo infortunato e, dunque, non è stato considerato. Con lui l’altro big assente è Leonardo Ghiraldini, con il veterano tallonatore attualmente senza squadra e che ormai ha chiuso la sua carriera in azzurro. Il più esperto, dunque, è Andrea Lovotti, 40 caps per lui, a pilone e Luca Bigi, il nuovo capitano, a tallonatore. Con loro un drappello di giovani, da Marco Riccioni, ormai una certezza, all’esordiente Danilo Fischetti. Interessante il ritorno, dopo tanto tempo, di Pietro Ceccarelli, che gioca a Edimburgo, e che potrà portare esperienza e qualità.
SECONDA LINEA
Esperienza e gioventù anche in seconda linea, dove non molla Alessandro Zanni, il veterano della squadra con 117 caps, mentre esperienza e peso la dà anche Dean Budd. Tanta attesa per uno dei migliori giocatori della scorsa stagione, Federico Ruzza, chiamato a prendere in mano la seconda linea azzurra in maniera definitiva, mentre è all’esordio uno dei migliori prospetti visti negli ultimi mesi, quel Niccolò Cannone che da permit a Treviso sta giocando benissimo. Da capire se Smith si fiderà di una seconda giovane e di talento, o se preferirà comunque affidarne la guida a uno dei due più esperti.
TERZA LINEA
Come detto, la grande novità in terza linea è, ovviamente, l’assenza di Sergio Parisse. Con il leader storico assente, chance per tanti di conquistare un posto da titolare. Probabile l’utilizzo di Braam Steyn a numero 8, proprio nel ruolo di Parisse, mentre a flanker un posto è prenotato da Jake Polledri, con il talento di Gloucester ormai punto fisso imprescindibile in azzurro. Tra gli altri nomi cerca conferme Sebastian Negri, che con Steyn che scala a numero otto può conquistare una maglia da titolare, mentre c’è attesa per i giovani Lazzaroni e Licata che proveranno a conquistare spazio durante il torneo. Resta, comunque, il ruolo dove l’Italia ha la coperta più lunga.
MEDIANO DI MISCHIA
Escluso Tito Tebaldi, la maglia numero 9 se la contendono Callum Braley, Marcello Violi e Guglielmo Palazzani. Violi, titolare sotto la guida O’Shea, arriva da un lungo infortunio e bisognerà capire che garanzie Franco Smith sente che gli possa dare il mediano delle Zebre. Probabile che a giocarsi la maglia titolare siano lui e Callum Braley, che sta trovando magari poco spazio, ma di qualità, a Gloucester. La mediana resta, comunque, uno dei grandi punti di domanda dell’Italia.
MEDIANO D’APERTURA
La maglia numero 10 sembra saldamente sulle spalle di Tommaso Allan, che negli ultimi due anni ha staccato Carlo Canna nelle preferenze di Conor O’Shea e che dovrebbe venir riconfermato anche sotto la guida di Franco Smith. Con le due esperte aperture, a completare il gruppo c’è il giovane Antonio Rizzi, convocato in extremis dal ct sudafricano, ma che probabilmente farà solo da alternativa in caso di problemi fisici dei primi due azzurri e che, infatti, non ci sarà con il Galles. Anche qui la coperta è alquanto corta.
CENTRI
Grande assente Michele Campagnaro, il cui infortunio di poche settimane fa lo terrà lontano dai campi per tutta la stagione, i convocati sono Luca Morisi, Giulio Bisegni, Tommaso Boni e Alberto Sgarbi. Il nome più interessante è sicuramente quest’ultimo, con Sgarbi – giocatore di grandissima esperienza – escluso da anni dal giro azzurro e rientrato un po’ a sorpresa per questo Sei Nazioni. In teoria un posto da titolare ce l’ha Luca Morisi, mentre bisognerà capire chi gli affiancherà Smith tra Bisegni e Sgarbi. Si tratta comunque di un reparto di buona esperienza, con giocatori di livello, anche se forse manca un po’ di fantasia.
ALI/ESTREMI
Tanti nomi interessanti, infine, per il triangolo allargato. La maglia numero 15 appare ormai tatuata sulle spalle di Matteo Minozzi, che sta facendo un’ottima stagione in Inghilterra con la maglia dei Wasps. Jayden Hayward è la sua alternativa naturale, anche se il neozelandese (come anche Tommaso Benvenuti) potrebbe venir anche spostato a centro, come accaduto spesso sotto la guida di Conor O’Shea. Per le ali a giocarsi due posti dovrebbero essere Mattia Bellini, Leonardo Sarto ed Edoardo Padovani, tre giocatori di sicura qualità ed esperienza. Esordiente, infine, c’è Michelangelo Biondelli che in questa prima parte di stagione è molto convincente con le Zebre, ma escluso dal gruppo che sfiderà il Galles.
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Foto: Luigi Mariani – LPS