Sci Alpino
Sci alpino, ‘Slalom Parallelo’ Varettoni-Alfieri: “De Aliprandini, avanti tutta! Brignone, serenità e maturità. Kilde, che chance per la Coppa. Combinata? Serve una scossa…”
Il mese di gennaio, infarcito di grandi classiche al maschile, sta entrando nel vivo nella Coppa del Mondo di sci alpino 2019-2020: ci aspettano infatti le gare di Wengen, Kitzbuehel, Schladming e Garmisch, una dopo l’altra. A livello femminile continua l’annata da record delle ragazze italiane, capaci già di ottenere 4 vittorie e 11 podi (con 5 atlete diverse e in 4 specialità) in 15 gare disputate. Shiffrin, nonostante l’uscita in combinata ad Altenmarkt-Zauchensee, resta sempre dominante.
È giunto il momento, per noi, dell’undicesima puntata firmata “Slalom parallelo”, sorta di botta e risposta tra Silvano Varettoni e Camilla Alfieri sulle stesse domande (ma senza conoscere l’uno le risposte dell’altra).
L’ULTIMO WEEKEND HA ESALTATO ANCORA UNA VOLTA L’ITALIA FEMMINILE. NUMERI DA RECORD. QUAL E’ L’ASPETTO CHE VI SORPRENDE DI PIU’?
Silvano Varettoni: “La continuità, sia di Brignone, sia di Bassino. Federica è maturata tantissimo, è tranquilla, serena, si vede anche prima delle gare. E, soprattutto, ormai è consapevole del suo valore e dei suoi mezzi. Non ha più niente da dimostrare, si sente forte, sta bene e infatti non sbaglia una gara. Sembra non sentire più la pressione. Anche se una prova va male, cosa successa una sola volta quest’anno a Killington in slalom con l’uscita nella seconda manche dopo una prestazione notevole, reagisce al meglio ed è al top in quattro specialità, quasi cinque. E’ sicuramente nel momento migliore della sua carriera. La cuneese mai aveva trovato questa costanza di rendimento, in primis in gigante. E ha sciato davvero bene nel superG di Altenmarkt, come forse mai prima in vita sua. Goggia? Può essere che senta un po’ l’obbligo di “dover” vincere le coppe in discesa e superG e non è ancora troppo libera di testa. Comunque, ha già conquistato una gara…“.
Camilla Alfieri: “Per Sofia Goggia non vedo nessun problema, intanto una gara l’ha vinta. E poi hanno anche annullato la tappa di Val d’Isere, su una pista dov’era già salita sul podio tante volte. Sì, manca qualcosa all’appello forse, ma se guardate il gigante, sta facendo benissimo pure lì. La verità è che al momento abbiamo una Federica Brignone impressionante, quindi è normale che ‘sulla bocca di tutti’ ci sia più la valdostana della bergamasca, per ora. Marta Bassino se vogliamo sta confermando quello che tutti si aspettavano da lei già in tempi non sospetti, dato il talento naturale. Quello che mi sorprende in realtà è l’insieme dei risultati di squadra, con Marsaglia non dico ‘rinata’, ma mai così brava in carriera e lei se vogliamo è più atleta che si è ‘costruita’ rispetto ai talenti naturali di Bassino, Brignone, Delago. Ecco, poi c’è anche Nicol, già due volte sul podio in due specialità diverse, c’è una Elena Curtoni tornata a buoni livelli ad Altenmarkt. Insomma, va tutto bene, aggiungiamoci pure una Pirovano capace di trovare i primi punti in discesa e superG e da tempo i tecnici ci dicono che ha “il colpo in canna” anche in gigante, dove purtroppo parte ancora con numeri troppo alti. C’è proprio un sistema-squadra che funziona al meglio e attenzione al Sestriere, dove so che hanno già preparato la pista al meglio, con neve dura, su un tracciato tecnico. Ci sarà da divertirsi“.
ITALIA MASCHILE: DE ALIPRANDINI E VINATZER SONO SCESI PER VINCERE AD ADELBODEN, PUR USCENDO. ATTEGGIAMENTO CORRETTO, DA REPLICARE?
Silvano Varettoni: “A me è piaciuto moltissimo e sottolineo un ulteriore aspetto: Luca De Aliprandini quando è uscito aveva anche il miglior tempo parziale della seconda manche. E’ proprio sceso per vincere e questo gli fa onore, perché comunque avrebbe anche potuto “accontentarsi” di quel podio mai ottenuto in carriera prima di sabato. E purtroppo anche dopo. Dispiace molto per come è finito il gigante, potevamo essere qui a parlare di tutt’altra gara. Quindi se guardiamo solo al risultato, ci rimane il 14° posto di Borsotti, poco. Ma se allarghiamo l’orizzonte, possiamo dire che dopo 10 anni abbiamo finalmente avuto la possibilità di tornare a vincere ancora tra le porte larghe con i maschi. “Finferlo” meritava almeno il podio, ma tra arrivare 15° senza mai essere in gara per le prime posizioni, e uscire sapendo però che per una manche e mezzo sei stato il migliore e che se fossi arrivato al traguardo avresti vinto, beh mi prendo comunque la seconda opzione. Va detto, quella di Adelboden è la pista per lui, soprattutto quando la neve è così ghiacciata. A Garmisch, sede del prossimo gigante, potrebbe essere un’altra storia, soprattutto se il manto non verrà preparato al meglio come quello svizzero. Probabilmente troverà una neve più morbida, sulla quale fa più fatica. In ogni caso, atteggiamento top“.
Camilla Alfieri: “Secondo me bisogna analizzare diversi fattori. Certo, è giusto partire per vincere, però poi bisogna anche arrivare a vincere e ovviamente quello è molto più complicato. Non è una critica, solo una constatazione. Gli azzurri del gigante si stanno risvegliando e questa è la vera notizia. De Aliprandini è stato super ad Adelboden per una manche e mezza, Borsotti ne ha fatta una pazzesca. In questo momento in gigante, come in slalom, esiste un livello altissimo tra i maschi e con un solo errore poi ti puoi ritrovare in fondo alla graduatoria. Hanno dato un segnale importante, va detto che Luca ha un po’ le ‘sue’ piste dove va sempre bene, Val d’Isere, Adelboden ecc. Ora deve essere in grado di trasferire risultati o comunque sensazioni di questo tipo anche a Beaver Creek o Garmisch, per esempio. I segnali però sono importanti e quelli restano, perché al momento attuale non arrivi per caso nei primi dieci tra gli uomini, soprattutto in gigante e slalom. C’è una competizione talmente agguerrita che non può esistere una meteora, come invece può anche capitare tra le ragazze, che arriva e magari vince subito. No, tra i maschi se sei nei dieci vuol dire che hai qualcosa di più. Penso anche a uno come Mcgrath, che poi ha sbagliato, ma stava andando fortissimo: tra i ragazzi in questo momento devi avere qualcosa di speciale altrimenti non sei lì davanti, anche solo per una run. Quindi ce l’hanno anche De Aliprandini e Borsotti“.
SUPERG DI ALTENMARKT: CHE IMPRESSIONE VI HA LASCIATO DOPO LE USCITE DI VLHOVA, SHIFFRIN E GISIN E RICORDANDO CHE QUANDO TRACCIANO GLI ITALIANI SPESSO LE AZZURRE VINCONO?
Silvano Varettoni: “Capitolo tracciature: può capitare, sicuramente. Il punto chiave però per me è un altro: quando le ragazze si trovano ad affrontare una pista sulla quale gli sci ‘sbattono’ parecchio a causa del terreno non troppo duro, ecco che escono fuori i difetti della maggior parte di loro. Quali sono? Per esempio, uno è il fatto di non essere perfettamente posizionate sullo sci: quante atlete sono uscite perché perdevano quota dopo un atteggiamento un po’ in difesa? Si sono trovate arretrate, inclinate con uno sci troppo appoggiato sull’interno e lo sci esterno che sbatte e ti fa sbagliare o uscire o con il rischio che si possa staccare, come accaduto a Vlhova. Prendiamo invece Brignone: sembrava che per lei il tracciato fosse liscio, l’abbiamo vista sempre ben sopra lo sci, bella appoggiata, in equilibrio perfetto. Torno al disegno del superG: va aggiunto che ad Altenmarkt, pista che conosco bene per averla affrontata più volte a livello maschile, non puoi inventarti nulla di speciale, è piuttosto stretta. Per il resto, sappiamo bene che le azzurre, ma gli italiani in generale, sono bravi dove c’è più da girare. Noi le curve le sappiamo tirare, anche bene, e si è visto. Mentre le austriache, in primis, ma anche le svizzere, sono brave sulle cosiddette “autostrade”, in velocità. Dove la neve è dura e il tracciato tecnico, le italiane vincono o dominano, vedi Bad Kleinkirchheim (tripletta), due anni fa, o l’anno scorso Crans Montana, con il successo di Goggia“.
Camilla Alfieri: “Shiffrin non usciva da due anni, vero. Io però vi chiedo: quante volte ha gareggiato su quella pista, in velocità? Mai, era all’esordio. E non ha voluto disputare le prove della discesa libera, che l’avrebbero sicuramente aiutata. Non dico che abbia peccato di superbia, questo no, però quella è una pista vera, tosta, credetemi. Che quindi va conosciuta. C’è gente, vista con i miei occhi, che ha il terrore di scendere giù di lì. Capitolo tracciature: i dati parlano chiaro, è altrettanto vero che a Zauchensee non si può inventare nulla di particolare. Ma in generale secondo me non si può fare né in discesa né in superG, si può fare magari in slalom a patto di aver provato qualcosa di particolare in allenamento e poi replicarlo in gara, come disegno di manche. In velocità, puoi solo tracciare un po’ più chiuso o un po’ più aperto, ma non stravolgi nulla, secondo me. Quindi penso ci sia anche tanta casualità in questo discorso, ecco“.
COMBINATA ALPINA: DOPO DUE GARE, TRA BORMIO E ALTENMARKT, CHE IDEA VI SIETE FATTI SULLA NUOVA REGOLA SULLA START LIST? AGLI ATLETI OVVIAMENTE PIACE, NON C’E’ PERO’ IL PATHOS LEGATO ALL’ATTESA DELLE MIGLIORI.
Silvano Varettoni: “Sarò diretto e mi perdonerete l’ardire: io sono per l’abolizione, inserendo magari più paralleli o un superG in più. Prendiamo un attimo il calendario maschile di Coppa del Mondo. Non è un po’ folle? Dodici slalom, 9 giganti, 10 discese, 8 superG, più tre combinate e due paralleli. Il mio suggerimento è: dieci discese, dieci giganti, dieci superG, dieci slalom. E stop. Sulla nuova start lista della combinata, ovviamente agli atleti piace perché avvantaggia di più gli slalomisti, non possono certo lamentarsi, si trovano la pista liscia in slalom e via. Ma dopo due o tre atleti è tutto finito, anche a livello maschile. E non vedo troppe soluzioni…“.
Camilla Alfieri: “Posso ovviamente capire che piaccia agli atleti la nuova formula sulla start list, mentre io vi riporto un esempio personale: per impegni precedenti, sono arrivati a mettermi davanti alla tv a metà manche di slalom, vedendo scendere Muzaferja, Pleshkova, Simari Birkner e compagne, con tutto il rispetto possibile, sia ben chiaro. Ma lo spettacolo a quel punto lì, non c’è più. Senza le uscite di Gisin, Vlhova e Shiffrin avremmo assistito a una gara un po’ più lunga, sei atlete invece di tre, ma sostanzialmente non cambia il discorso. L’inversione delle 30 quanto meno creava più pathos, così invece c’è il rischio di un evento che il pubblico guarda per le prime dieci discese e poi sul serio spenga la televisione. Anche negli uomini il discorso è simile. ll problema è che a livello maschile i cosiddetti polivalenti di fatto non esistono più, magari solo Pinturault, ma non quello della stagione in corso; tra le donne, 5-6, e stop. La combinata ha una sua storia notevole, è una disciplina nobile, ma qualcosa va fatto per renderla più divertente”.
COPPA MASCHILE: E’ ANCORA PRESTO, MA IL GIOCO DEI PRONOSTICI RESTA DIVERTENTE. PER MOLTI ADDETTI AI LAVORI SALGONO LE QUOTAZIONI DI KILDE. PER VOI?
Silvano Varettoni: “Anche per me, visto che è decimo nella classifica di specialità, in gigante. Però ora deve macinare punti e podi con continuità anche in discesa e superG e vincere. Per avere un quadro più preciso della situazione non ci resta che aspettare la tappa di Garmisch tra fine gennaio e inizio febbraio, perché poi avremo più o meno lo stesso numero di gare in tutte le specialità fino a Cortina e quindi sarà magari possibile azzardare qualche pronostico. Kristoffersen ora è in testa saldamente, sta macinando podi, avrà gli slalom di Wengen, Kitzbuehel e Schladming a disposizione, mentre i velocisti potranno contare su due discese e un superG. Va detto che Kilde va forte anche in parallelo, soprattutto in determinate piste come quella di Chamonix che è facile, e arriverà a breve. Vincesse lui sarebbe clamoroso, ma un piccolo pronostico lo faccio: per me la Coppa generale andrà a chi… non conquisterà nemmeno una coppa di specialità, che da mio opinione andranno a Noel (slalom), Kranjec (gigante), Paris (discesa e superG) o Kriechmayr per il superG”. Quindi, quali nomi restano?”.
Camilla Alfieri: “Concordo, Kilde ad Adelboden ha fatto paura talmente è andato forte, chiudendo quinto. E se lo fai a Beaver Creek, dove fece faville pure Daron Rahlves in gigante, per dire, è un discorso; ma ad Adelboden, è un’altra storia. Perché fa punti in una disciplina nella quale nessuno te li avrebbe assegnati. Certo, in velocità non ha ancora vinto una gara e deve farlo se vuole avere davvero una chance. Resta però il rendimento incomprensibile per me di Kristoffersen e Pinturault: il primo è sempre lì in slalom, vero, ma a fronte di rimonte a volte clamorose, e una dopo l’altra, nelle seconde manche; il francese resta un’enigma, perché può vincere dominando in Val d’Isere e poi non qualificarsi la gara prima a Levi e faticare quella dopo. Può essere che il francese esca alla distanza, per carità. Al momento attuale, Kilde ha più di una chance. Ed è divertente per questo. Molto divertente”.
LE PUNTATE PRECEDENTI
Prima puntata: il pre-Coppa del Mondo
Seconda puntata: l’analisi post-Soelden
Terza puntata: l’avvicinamento a Levi
Quarta puntata: il commento ai primi slalom stagionali
Quinta puntata: le prime gare in America
Sesta puntata: il bilancio dopo la trasferta nordamericana
Settima puntata: la concorrenza interna che aiuta l’Italia
Ottava puntata: la capacità di adattamento alle bizze del meteo
Nona puntata: le ultime gare dell’anno solare 2019
Decima puntata: il dopo-Zagabria
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gianmario.bonzi@gmail.com
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Foto: LaPresse & Silvano Varettoni