Sci Alpino
Sci alpino, ‘Slalom Parallelo’ Varettoni-Alfieri: “Parallelo: percorsi diversi, ma piace agli atleti. E regala colpi di scena. Shiffrin? Un po’ meno efficace. E gli altri azzurri di discesa…”
Siamo ufficialmente entrati negli ultimi due mesi di sfide decisive per la Coppa del Mondo di sci alpino 2019-2020: a livello maschile ci attende adesso la “storica” settimana di Kitzbühel, mentre le ragazze hanno di fronte tre weekend consecutivi in velocità, tra Bansko, Sochi e Garmisch-Partenkirchen.
È giunto il momento, per noi, della dodicesima puntata di “Slalom parallelo”, sorta di botta e risposta tra Silvano Varettoni e Camilla Alfieri sulle stesse domande (ma senza conoscere l’uno le risposte dell’altra).
Partiamo dalle… polemiche, perché non sono mancante sul gigante parallelo femminile andato in scena domenica al Sestriere, dato che una pista (la blu) si è rivelata più veloce dell’altra, la rossa, anche se la domanda resta un’altra: le specialità sono già tante, è proprio necessaria questa gara?
Silvano Varettoni: “Cominciamo da un aspetto positivo, che comunque c’è: la rapidità della gara, la velocità con cui le atlete partivano una dopo l’altra, senza spazi o momenti vuoti. Anche le stesse finali per il 5° e 7° posto servono appunto a consentire la risalita del pendio alle atlete o agli atleti senza che ci sia un momento di pausa in televisione. Detto questo, secondo me si può mantenere come gara-spettacolo, possibilmente in notturna, quando piace parecchio, vedi in Badia. Il problema grosso è quello evidenziato ieri: è impossibile realizzare due tracciati uguali. Ma al Sestriere la velocità del blu è sembrata subito netta, rispetto al rosso. E questo fa la differenza. Dunque che fare? Io in realtà mi sono già espresso, sarei per togliere combinate e paralleli e lasciare solo le discipline classiche, con più gare (e in numero uguale). Se proprio lo si vuole lasciare, il parallelo, perché non farlo diventare una gara di almeno 30″? Credo si possa, onestamente“.
Camilla Alfieri: “E’ così in tutti i paralleli, non è cambiato niente. Questo per altro l’han disegnato con il GPS, agli organizzatori non puoi dire nulla. La pista perfetta, con le stesse pendenze e inclinazioni, esattamente uguali, non è possibile da avere. Io ho sentito solo commenti positivi delle atlete, mi sembra si siano divertite, a parte ovviamente la povera Danioth (in bocca al lupo!). Secondo me non è poi così male, soprattutto se la pista è un po’ più tecnica e lunga. Certamente si può migliorare, come ogni cosa, ma non vedo il parallelo con un’immagine così brutta, anche perché almeno si verificano un po’ di colpi di scena“.
Quali verdetti lascia il lungo weekend di Wengen al maschile? Occasione persa in combinata per lo sfortunato Tonetti?
Silvano Varettoni: “Intanto, lasciatemi dire che Wengen è sempre una delle gare più belle dell’anno. Certo, con tracciato accorciato è un’altra storia, ma resta una gara unica, con un contorno bellissimo, da vedere sul posto. C’è proprio la storia dello sci in quella pista, con il salto tra le rocce, la stradina stretta, la ferrovia. Venendo alle gare, Paris è riuscito finalmente a sfatare il tabù podio sul Lauberhorn sciando onestamente alla grande. Feuz non scende mai dal podio e si è ripreso il pettorale rosso di leader in specialità per 16 punti, ma credo se lo passeranno ancora diverse volte da qui a fine stagione. Lo svizzero ha infilato 16 top three nelle ultime 18 discese, numeri impressionanti. Si deciderà tutto a Cortina. Tonetti? Qualche rimpianto c’è per il mancato podio in combinata, soprattutto dopo la clamorosa discesa che aveva fatto. In slalom purtroppo è arrivato un errore di troppo, forse perché è voluto partire gestendo e non “a tutta”, come ha fatto Alexis Pinturault. Dispiace molto, era ampiamente alla sua portata. Ci può riprovare a Hinterstoder, con discesa difficile e slalom facile. Se lo merita, onestamente“.
Camilla Alfieri: “La Coppa di discesa sarà un testa a testa fino alla fine tra Feuz e Paris per una sfida che si deciderà a Cortina. In slalom continuano ad andare tutti fortissimo. Tonetti penso abbia perso un’occasione, anche se forse ormai è più gigantesca che slalomista. Certo, il podio era alla portata, l’impressione è che abbia voluto gestire la manche di slalom e, dove non si doveva sbagliare, perché era una parte un po’ più tecnica, abbia sbagliato. Mayer, va detto, si è inventato una run che nessuno avrebbe mai pensato. Ci sono un sacco di atleti che vanno forte, ogni volta troviamo uno sciatore diverso che vince, l’austriaco si sta riaccendendo e questo rende tutto ancor più interessante”.
Soffermiamoci adesso sulla continuità trovata da Marta Bassino, 1 vittoria e 4 podi a nemmeno metà stagione, come mai prima, in tre specialità diverse. E’ quinta nella classifica generale. Può ripercorrere le gesta di Federica Brignone, negli anni?
Silvano Varettoni: “Come tipologia di atleta, cioè che parte dal gigante per allagarsi poi alla velocità, forse sì. Ma Brignone intanto ha un altro fisico, se la cava sui piani mentre Bassino sui superG facili fa ancora tanta fatica. E poi deve migliorare in discesa, visto che sulle piste tecniche Federica può salire sul podio, Marta non ancora. Detto questo, Bassino ha fatto un salto di qualità pazzesco in questa stagione e per lo ha fatto soprattutto “di testa”, sentendo conto del fatto che lei poi è una persona molto tranquilla, serena. In più, ha centrato podi in tre discipline diverse nella stessa stagione, in Italia è accaduto a poche. La vittoria di Killington ha fatto scattare qualcosa, come previsto“.
Camilla Alfieri: “Se guardiamo al futuro, Marta può fare qualsiasi cosa. Sicuramente ha bisogno di arrivare allo stesso percorso di crescita fisica compiuto da Federica Brignone negli ultimi anni, percorso che l’ha fatta diventare più robusta. Oggi Bassino è ancora un po’ gracilina e quindi bisogna vedere anche quanto riuscirà a reggere in una singola stagione così dura, dal punto di vista della resistenza. Per il resto, fa paura perché scia molto bene e riesce a essere costante: complimenti a lei e al percorso che è stato fatto negli ultimi anni. C’era chi diceva “non arriva, si è un po’ persa” e invece si è presa il suo tempo ed è arrivata. Alla grande”.
Al di là di Dominik Paris, preoccupa un po’ la situazione dello sci alpino maschile italiano per il futuro prossimo?
Silvano Varettoni: “Un po’ devo dire di sì, soprattutto se allarghiamo l’orizzonte alle discipline veloci. In slalom c’è Vinatzer, che arriverà, e consideriamo anche Maurberger, classe ’95. In discesa e superG dietro i soliti Paris, Innerhofer, Fill non si intravvede molto, se parliamo di giovani. Cazzaniga e Battilani sono partiti bene quest’anno in Coppa Europa, ma parliamo di atleti classe 1992 e 1994 rispettivamente, Buzzi è del ’94 ed è alla terza stagione “piena” in Coppa del Mondo. Il fatto è che i giovani dietro… non sono poi così giovani, sono comunque atleti nat nel 1995 o 1996, quindi anche di 25 anni. Un po’, va detto, sono preoccupato, in discesa e superG non abbiamo un Vinatzer su cui puntare a occhi chiusi, un talento alla Odermatt che sai che arriverà. Speriamo cambi qualcosa oppure speriamo che Paris vada avanti ancora lungo, per me 4 anni al top li può fare, sognando Milano-Cortina 2026. Avrà 35 anni, ma si gareggerà sulla ‘sua’ pista, la Stelvio di Bormio. Spero possa tenere ‘botta’ fin lì, ma dipenderà tutto dalla condizione fisica“.
Camilla Alfieri: “In discesa sicuramente manca qualcuno dietro. Non siamo nemmeno troppo fortunati, va detto, perché sembra per esempio che Buzzi se.. .a Wengen non rischi l’osso del collo, non sia contento! Marsaglia è a mezzo regime, Fill fa fatica e poi esiste un gap generazionale bello grosso, non ci si può nascondere. Quello più giovane dopo è… Casse, comunque classe ’90, quindi con un anno in meno di Paris. Mattia è forte, ma deve guadagnarsi un po’ più di costanza e possibilmente crescere di gara in gara. A Buzzi va dato tempo per recuperare. Dietro c’è gente che vince in Coppa Europa, è vero, ma sono gli stessi atleti che poi in Coppa del Mondo fanno tanta fatica. Per cui sicuramente bisogna lavorare”.
Capitolo Shiffrin: è sempre lì, per carità, vincerà la Coppa generale, ma ha parlato di minor fiducia nelle ultime settimane nella sua sciata. Pensieri?
Silvano Varettoni: “Uno in particolare, anche se di podi ne ha già agguantati 11, con 4 vittorie: non c’è più, almeno attualmente, la superiorità netta in slalom che aveva fino a un anno fa. Può essere dovuta a due motivi: la crescita di Vlhova, che c’è stata nelle ultime gare; il fatto di essersi dedicata maggiormente ad altre discipline, magari più al gigante o alla discesa. Ovviamente Mikaela non è in crisi, è solo meno dominante di un anno fa, vince meno, tutto qui. E ha perso un po’ di tranquillità. In slalom, soprattutto commette tanti piccoli errori, non gravi, che prima però non faceva“.
Camilla Alfieri: “E’ vero che lei ha parlato di meno fiducia in sé stessa in questo momento e non so onestamente da quale motivo dipenda. La realtà per me è che ci sono tante atlete che vanno forte e probabilmente nessuno, lei compresa, se l’aspettava. Magari non riesce a essere così costante solo per una crescita delle avversarie, ci può anche stare. Dipende dai suoi veri obiettivi: se l’idea era veramente quella di vincere tutte le coppe, allora capisco che parli in questi termini del suo rendimento attuale; altrimenti, per la Coppa generale sta comunque macinando i punti necessari. Penso soprattutto che le altre stiano andando forte. Lei non è che ha cambiato chissà cosa o che scii peggio, semplicemente in questo momento è meno efficace rispetto a un anno fa”.
LE PUNTATE PRECEDENTI
Prima puntata: il pre-Coppa del Mondo
Seconda puntata: l’analisi post-Soelden
Terza puntata: l’avvicinamento a Levi
Quarta puntata: il commento ai primi slalom stagionali
Quinta puntata: le prime gare in America
Sesta puntata: il bilancio dopo la trasferta nordamericana
Settima puntata: la concorrenza interna che aiuta l’Italia
Ottava puntata: la capacità di adattamento alle bizze del meteo
Nona puntata: le ultime gare dell’anno solare 2019
Decima puntata: il dopo-Zagabria
Undicesima puntata: che Brignone!
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gianmario.bonzi@gmail.com
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Foto: LaPresse & Silvano Varettoni