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Tennis, Ne parliamo con….Luca Fiorino: “Berrettini, l’anno più difficile. Sinner? Impressionante per la sua testa”

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Il 2020 è arrivato da poco e per il mondo del tennis l’obiettivo principale in ordine di tempo è l’Australian Open, primo Slam della stagione. Dal 20 gennaio al 2 febbraio i tennisti più forti del pianeta si confronteranno per porre il proprio marchio nel Major a Melbourne. L’Italia viene da un 2019 estremamente positivo al maschile e non altrettanto al femminile: otto giocatori nella top-100, due nella top-15 e un Under19 di eccezionali qualità, che ha saputo nel giro di poco conquistare una posizione di prestigio nel club dei 100, sono fatti acclarati, mentre tra le donne si fa fatica ad affrontare il ricambio generazionale, con una Camila Giorgi che sta cercando di recuperare dalle proprie problematiche fisiche. La nuova stagione ha avuto un inizio non brillantissimo, visto alcune battute d’arresto e contrattempi nella tabella di marcia. Cosa dunque aspettarsi? Ne parliamo con Luca Fiorino, telecronista di SuperTennis e di Eleven Sports, esperto del settore.

Luca, quali potranno essere le prospettive per il 2020 di Matteo Berrettini e di Fabio Fognini, dopo i grandi riscontri dell’anno passato?

“Indubbiamente la stagione della conferma è sempre quella più difficile. Il rendimento, al maschile, dell’Italia è stato estremamente positivo e la classifica lo attesta chiaramente. Parlando dei nomi “grossi”, Matteo Berrettini è atteso, io credo, al compito più difficile: ripetersi sui livelli dell’anno passato non sarà facile e soprattutto rimanere nella top-10. Il romano però è un ragazzo che ha dimostrato di saper crescere in fretta, avendo una velocità di apprendimento fuori dal comune. In questo senso, sono gli infortuni il vero pericolo. Per Fabio Fognini il discorso è un po’ diverso. E’ vero che i problemi al piede permangono, ma il lavoro maggiore che il ligure dovrà fare è mentale, sul rendimento nella stessa partita. Talvolta, Fabio ha l’abitudine ad avere un atteggiamento poco incline ad accettare che in alcune fasi l’avversario possa giocare meglio. Lo si è visto, ad esempio, contro Daniil Medvedev in ATP Cup. Per cui, mi auguro, che sotto la gestione di Corrado Barrazzutti, certe situazioni vengano affrontare al meglio. La sua programmazione, ovviamente, dovrà guardare anche alla salvaguardia fisica, ma credo che lo step da compiere sia quello che ti ho descritto”.

Veniamo a Jannik Sinner. Che dire…grandissima stagione la sua, sotto tutti i punti di vista. L’inizio del 2020 è stato all’insegna di una sconfitta e già è stato un po’ messo sulla graticola. Tu che idea ti sei fatto dell’altoatesino?

“Partiamo dal presupposto che il ko del suo primo incontro stagionale ci può stare perchè ha affrontato un giocatore (il finlandese Emil Ruusuvuori ndr.) molto bravo e da temere. Ciò detto, in Italia abbiamo la spiacevole abitudine di giudicare a seconda di come va il vento del momento, sia che si vinca, sia che si perda. Per quanto mi riguarda, il tutto va valutato a lungo termine. Di fatto, Sinner viene da un’annata nella quale più volte ha dimostrato di saper gestire determinate pressioni e ha una testa che mi ha impressionato, tenuto conto del proprio modo di lavorare. Per cui quando sento parlare di eccessive attenzioni, dico che queste fanno parte del gioco e il 18enne, fino ad ora, le ha fronteggiate piuttosto bene. Basta una sconfitta per cambiare il significato di quanto costruito in precedenza? Le dichiarazioni del tecnico Riccardo Piatti sono state piuttosto esplicite e penso che lui conosca il giocatore meglio di chiunque altro”.

Chiudiamo sul tennis femminile italiano, un momento complicato…

Certo che è strano: quando avevamo Flavia Pennetta, Francesca Schiavone, Roberta Vinci e Sara Errani al top, si diceva lo stesso del maschile. Ora i ruoli si sono ribaltati. Che cosa voglio dire? E’ questione di cicli, è questione che non si può sempre vincere. Talvolta, bisogna anche accontentarsi di quello che accade e tirar fuori il meglio che si ha. Certamente, il 2019 del tennis femminile italiano è stato negativo, ma diciamo che la situazione ha assunto dei contorni funerei visti i problemi fisici di Camila Giorgi. La marchigiana non è un mostro di continuità, ma nei suoi pregi e nei suoi difetti sono convinto possa vincere tornei importanti, a patto di stare bene fisicamente. Abbiamo una Jasmine Paolini che ha conquistato la top-100 e una Elisabetta Cocciaretto in grande crescita. Ovvio, rispetto alle tenniste citate precedentemente, c’è una differenza rilevante, ma qui forse paghiamo anche un discorso fisico. Nel senso che il tennis femminile sempre di più si sta spostando verso dei canoni in cui l’atletismo, abbinato alla tecnica, è sempre più importante. Ecco che una giocatrice come Paolini, molto ben preparata tecnicamente, soffra in termini di potenza il confronto con certe avversarie. Indubbiamente, questo aspetto deve essere considerato quando si parla di reclutamento, ma io ritengo che i tecnici italiani siano altamente preparati e quindi ciò che arriva dipende in primis dal materiale umano a disposizione”.

 

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Foto: LaPresse 

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