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Tennis, Riccardo Piatti: “Per Sinner l’obiettivo è giocare 150 match importanti nel prossimo biennio”
Mancano pochi giorni all’esordio stagionale di Jannik Sinner, astro nascente del tennis italiano reduce da un 2019 meraviglioso in cui ha scalato la classifica mondiale fino alla 78ma posizione dopo aver iniziato l’anno ben fuori dai primi 500. Il 18enne nativo di San Candido, vincitore delle ultime Next Gen ATP Finals a Milano, comincerà il suo 2020 direttamente in Australia con un torneo Challenger (spostato da Canberra a Bendigo a causa degli incendi) in vista dell’Australian Open, primo Grand Slam della stagione.
Riccardo Piatti, allenatore di Sinner, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato soprattutto della preparazione invernale svolta a Bordighera e degli obiettivi a medio-lungo termine da provare a raggiungere. Il tecnico ha subito spiegato il motivo per cui ha scelto di partire subito per l’Australia invece di accettare la wild-card proposta dall’ATP 250 di Doha. “Ci ho riflettuto: preferisco che Jannik abbia tutto il tempo per abituarsi al caldo e al fuso orario. È la sua prima volta in Australia: voglio che se la goda. Ci sono enormi aspettative, guai ad avere fretta“.
“Su cosa abbiamo lavorato maggiormente a Bordighera? Sul dritto: a volte si fa trovare con la palla troppo addosso, serve maggiore distanza. Sul servizio: senza, non si va da nessuna parte. Su tutte le azioni di avvicinamento alla rete: al volo ha enorme margine di crescita. E poi sul fisico, con Dalibor Sirola: tre ore in campo e tre in palestra per un blocco di 28-29 giorni di lavoro. Quantità con qualità. Jannik si è allenato con Wawrinka, Goffin, Ramos, Dimitrov e Aliassime. Tutta gente che gli sta davanti nel ranking. Lo scopo era verificare quanto siamo distanti da loro, tenendo in mente i punti cardine: cambiare angoli col servizio, giocare lunga la risposta, spingere sempre, costruirsi il punto, rimanere ordinato. L’obiettivo del 2020? Io ragiono sul biennio: deve giocare 150 match importanti, 70 circa a stagione, passando da sconfitte cocenti e momenti brutti, che saranno più importanti di quelli belli. Se perderà al primo turno resterà lì ad allenarsi, guardando gli altri vincere. Solo soffrendo si migliora“.
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erik.nicolaysen@oasport.it
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Foto: Valerio Origo