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Tour Down Under 2020, il bilancio dell’Italia. Il ritorno di Giacomo Nizzolo, il coraggio di Elia Viviani, la costanza di Diego Ulissi

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Il Tour Down Under, prima corsa World Tour della stagione ciclistica, si conclude in maniera più che positiva per i colori azzurri. Non possiamo non partire parlando del 2° posto finale di Diego Ulissi, il quale coglie il suo secondo podio nella corsa a tappe australiana dopo quello del 2014. Giunto, ormai, ai 30 anni, il toscano è diventato un corridore solido e capace di competere sovente con i migliori al mondo. Da quanto è arrivato 3° alla Freccia Vallone, lo scorso 24 aprile, Diego sembra aver preso maggiore consapevolezza dei suoi mezzi. Da quel momento, infatti, l’ex due volte iridato tra gli junior ha vinto il GP di Lugano, il Giro di Slovenia con annessa una tappa e il Tokyo 2020 Test Event. Inoltre, si è anche piazzato 3° al Giro di Polonia, 5° al Giro di Germania, 4° al GP de Quebec, 2° al GP de Montreal e 6° al Giro dell’Emilia.

Questo secondo posto al Tour Down Under, davanti a corridori di tutto rispetto come Rohan Dennis e Simon Yates, non è altro che la prosecuzione di un cammino iniziato nel 2019. Diego è andato veramente forte soprattutto in salita: a Paracombe è arrivato nel gruppetto giunto a 5″ dal vincitore Richie Porte, mentre sulla Old Willunga Hill è stato il migliore degli uomini di classifica dopo il tasmaniano. Ma che Diego Ulissi sia portato per le corse a tappe, per la verità, non lo scopriamo oggi e non lo abbiamo nemmeno scoperto nella stagione passata. Il toscano, nel 2010, da neoprofessionista fu 8° al Giro di Polonia e 4° in una gara molto dura come il fu Brixia Tour. Nel 2011, invece, a neanche 22 anni vinse il suo primo Giro di Slovenia. Forse negli anni, se si fosse concentrato di più su questo tipo di gare, avrebbe potuto ottenere qualche risultato veramente importante, ma non è tardi per rifarsi.

Questo Tour Down Under segna anche il ritorno al successo nel World Tour di Giacomo Nizzolo, il quale non vinceva nel massimo circuito mondiale dall’Eneco Tour 2012. Una volata un po’ rocambolesca quella che ha visto trionfare il velocista azzurro davanti al connazionale Simone Consonni, mentre da dietro arrivava a doppia velocità un Sam Bennett che, probabilmente, con 100 metri in più avrebbe fatto un sol boccone dei due italiani. Ma anche uno sprint che ci ha mostrato che il treno del team NTT può fare la differenza a favore di Giacomo, dato che se si è trovato nella posizione ideale per conquistare quella frazione è stato poiché i suoi compagni lo hanno lanciato in maniera perfetta, mentre i gregari dei top sprinter si perdevano nel tipico chaos che si viene a creare negli arrivi a ranghi compatti.

Non è stato, invece, il Tour Down Under di Elia Viviani, il quale, dopo un buon quarto posto nella prima tappa, è stato vittima di una brutta caduta nella seconda frazione che lo ha condizionato per il resto della gara. Ad ogni modo, il campione d’Europa ha stretto i denti e con molto coraggio ha concluso la corsa. Per Elia, ad ogni modo, ci sono motivi per sorridore vedendo la settimana che hanno fatto i suoi attesi gregari Simone Consonni, come scritto sopra 2° nella quinta tappa della gara australiana, ed Attilio Viviani, che è il fratello, il quale ha colto un trionfo parziale in Gabon alla Tropicale Amissa Bongo.

Buone prestazioni, in casa Italia, anche per Andrea Vendrame, 6° nell’arrivo classico che tirà all’insù di Stirling, e Fabio Felline, 5° a Stirling e 9° a Victor Arbor.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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