Biathlon
“Vittozzi era inc..ata nera, spero sia la svolta! Per Wierer il Mondiale si fa sentire” ‘Bersaglio Mobile’ con René Laurent Vuillermoz
Con la tappa di Pokljuka è andata in archivio la seconda parte della Coppa del Mondo di biathlon. In Slovenia è tornato in azione Johannes Bø, il quale ha fatto meglio di Martin Fourcade in entrambe le gare disputate. Fra le donne Tiril Eckhoff si è ammalata, ma Dorothea Wierer non è riuscita ad approfittarne, rimanendo seconda in classifica generale. Di contro, la svedese Hanna Öberg è rientrata prepotentemente in corsa per la conquista della Sfera di cristallo. Inoltre non sono mancate le discussioni in merito alla strategia utilizzata dallo staff tecnico italiano nelle gare miste di Pokljuka.
Dunque c’è molta carne sul fuoco dell’ottava puntata di “Bersaglio Mobile”, la rubrica di approfondimento e analisi tenuta in collaborazione con l’ex biathleta della nazionale azzurra René Laurent Vuillermoz.
Renè, cominciamo con un tema scottante. Nel weekend hanno fatto molto discutere le scelte effettuate dallo staff tecnico italiano in merito alle prove miste dove, in contumacia di Dorothea Wierer, si è deciso di schierare Bormolini/Vittozzi nella single mixed, mettendo invece i due uomini più forti nella staffetta mista. In televisione Massimiliano Ambesi ha attaccato apertamente questa decisione, affermando che la logica sarebbe dovuta essere quella di concentrare le risorse sulla prova a coppie, facendo gareggiare Hofer/Vittozzi per puntare alla vittoria, sacrificando così in toto la staffetta mista dove, senza Wierer, non vi erano comunque possibilità di lottare per il podio. Tu cosa ne pensi?
“Ah partiamo proprio in maniera soft! Allora, facciamo una premessa. Bormolini è stato sfortunato, perché è caduto, rompendo fucile e bastoni. La sua gara, quindi, è stata compromessa in partenza. Senza voler mancare di rispetto a nessuno, nel momento in cui vedo l’Estonia salire sul podio con Rene Zakhna e Regina Oja, mi viene da pensare che anche una coppia Bormolini/Vittozzi avrebbe potuto essere da primissime posizioni. In tal senso, da un punto di vista umano, ci poteva stare dare una chance a Thomas, nonostante si sapesse che non era al top fisicamente”.
Va bene, ma da un punto di vista tecnico?
“Da un punto di vista tecnico, io comunque non me la sarei giocata così. Perché indubbiamente il ragionamento fatto da Max Ambesi è condivisibile, anche se i modi e i termini mi sono sembrati molto forti. Quantomeno è stata una critica costruttiva e non una delle tante polemiche fini a sé stesse che troppo spesso sento nell’ambiente. Detto questo, nel momento in cui so che in staffetta mista non avrò né Wierer, né Vittozzi, allora avrei messo Bormolini al lancio come test agonistico in vista della staffetta maschile dei Mondiali, perché credo che quello sia il suo posto. Lukas invece lo avrei schierato assieme a Lisa nella single mixed, gara più corta e tirata al poligono, che può sposarsi alle caratteristiche di Hofer”.
Voglio farti una domanda scomoda. Magari sarò io a pensar male, ma non è che si è ragionato in maniera politica? Ovvero, forse è stato fatto il pensiero “se mettiamo Hofer/Vittozzi nella single mixed di Pokljuka e per sbaglio vincono la gara, poi diventa più difficile togliere Lisa dalla single mixed dei Mondiali in favore di Wierer. Quindi meglio evitare”?
(Renè sospira, ci mette qualche secondo prima di rispondere) “Francamente, non lo so. La single mixed dei Mondiali è buttata lì in qualche modo in mezzo al programma e, magari, qualche big potrebbe decidere di tirare il fiato, evitando di parteciparvi. Davvero, non so cosa risponderti, perché entriamo nel campo delle ipotesi. Credo che in un Mondiale di casa si punti sempre a gareggiare con gli atleti che possono ottenere il risultato migliore, a prescindere dalla politica o da campanilismi inutili e deleteri”.
Va bene, allora passiamo oltre. Il tema forte della tappa di Pokljuka è stato il ritorno in gara, dopo un mese di assenza, del fresco papà Johannes Bø. Come giudichi il suo rientro?
“Johannes è tornato lontanissimo dal 100% della sua condizione, perché l’ho visto in difesa totale sugli sci. Infatti ha puntato tutto sul poligono, dimostrando di essere cresciuto parecchio dal punto di vista dell’approccio al tiro rispetto al passato. Sinora era quel genere di atleta che arrivava in piazzola e sparava con la filosofia del “o la va, o la spacca”. In questi giorni invece si è comportato in maniera diversa, molto più matura, facendo vedere di avere imparato a cercare lo zero. Quindi è stato bravissimo e si merita solo applausi”.
Martin Fourcade è uscito sconfitto dal norvegese in entrambe le gare. Si tratta di un segnale preoccupante, soprattutto alla luce del fatto che Johannes non era al 100%?
“No, da questa tappa non trarrei conclusioni in merito ai loro rapporti di forza. Non dimentichiamoci che Martin, nell’arco della sua carriera, ha sempre patito la terza settimana di gare. Inoltre Pokljuka è una località che non gli è mai andata troppo a genio, non so se per una questione fisica o psicologica. Nell’individuale comunque ha corso bene. La lotta per la Coppa del Mondo è apertissima. Non so chi di loro due la vincerà, ma sono convinto che ci sarà battaglia”.
Dunque aspettiamo i Mondiali per capire quali sono i reali rapporti di forza tra i due?
“Senza dubbio. Ai Mondiali Johannes arriverà ‘abbastanza’ in forma, ma credo che lo sarà anche Martin. I francesi si alleneranno in Italia, a Bionaz, quindi in quota e su una pista esigente. Di conseguenza penso che le loro armi saranno belle affilate. Peraltro bisogna ricordarsi come, quando i Mondiali si sono disputati ad Anterselva, la Francia abbia storicamente sempre fatto bene. Ci sarà da divertirsi!”
La lotta per la Sfera di cristallo la consideriamo ristretta a loro due? Fillon Maillet zitto zitto è sempre lì…
“Quentin sta disputando una grande stagione ed è il favorito per chiudere terzo la classifica generale. Non lo vedo però in grado di lottare ad armi pari con i due fenomeni”.
Ti ho chiesto di Fillon Maillet perché, guardando al settore femminile, forse abbiamo dato per morta troppo presto Hanna Öberg. Con quattro podi consecutivi, la svedese appare rientrata prepotentemente in corsa per la Sfera di cristallo…
“Probabilmente siamo stati troppo precipitosi nello scartare Öberg dalla lotta per la classifica generale, soprattutto perché anche Eckhoff si è ammalata. La svedese ha disputato un grandissimo weekend ed è in netta crescita. Peraltro è giovane, non ha nulla da perdere, nel senso che a soli 24 anni si è già messa al collo sia l’oro olimpico che quello mondiale. Di conseguenza può avere una certa leggerezza mentale nell’affrontare determinate situazioni. Se mantiene questo livello, sarà senza dubbio da corsa per la Sfera di cristallo”.
In effetti Pokljuka ha detto male sia a Eckhoff che a Wierer, la quale non è riuscita a sfruttare le difficoltà della principale rivale per la conquista della Coppa del Mondo. In particolare nelle ultime gare Dorothea sta sbagliando parecchio in piedi. È un fatto fisico, oppure psicologico?
“L’unica certezza è che Dorothea sta facendo un po’ di fatica. Credo sia una questione più fisica che psicologica. Secondo me si sta facendo sentire il lavoro effettuato in vista dei Mondiali, pertanto ci può stare che sia più stanca e contratta quando arriva a sparare in piedi. Comunque è sempre lì e la lotta per la Sfera di cristallo è incertissima”
Se Wierer ha faticato, invece in casa Italia si può festeggiare il ritorno di Lisa Vittozzi nei quartieri nobili delle classifiche.
“Sono contento per lei, perché ne aveva bisogno. Conoscendola, so che era inc…ata nera per come sono andate le cose fino a Ruhpolding. Lisa è una grandissima lavoratrice, una professionista seria che si impegna anche più di quanto dovrebbe. Sapendo che dà il 120% in ogni allenamento, mi faceva male al cuore vederla in difficoltà fisicamente sia sugli sci che al tiro. Non è ancora la vera Vittozzi, però a Pokljuka ha sparato benissimo. Speriamo sia il weekend della svolta, quello che le consente di liberarsi di un peso proprio in vista dei Mondiali”.
Quali sono le tue considerazioni sul resto del contingente italiano? Partiamo dagli uomini.
“Hofer ha disputato due gare solide al tiro, facendo però fatica sugli sci. Anche per lui potrebbe essere una questione di carico in vista dei Mondiali. Riguardo Windisch, non starei a preoccuparmi. È vero, non sono ancora arrivati grossi exploit, però lo conosciamo: può tirare fuori il coniglio dal cilindro da un momento all’altro. Bisogna essere fiduciosi, sperando che la magia arrivi proprio ad Anterselva. Per il resto è inquietante il dato citato da Max Ambesi in telecronaca, ovvero che per trovare italiani diversi da Lukas e Dominik al via di una mass start, si debba risalire a me e De Lorenzi. Avrei preferito che ce ne fossero stati cinquanta nel mezzo, ma purtroppo viviamo in un’epoca in cui si fatica a trovare rincalzi”.
Invece che ci dici sul settore femminile?
“Federica è sempre lì, si è stabilizzata, nel senso che veleggia tra la ventesima e la quarantesima posizione. Michela prosegue nel suo percorso di crescita, mentre riguardo Nicole ammiro la lucidità di ammettere di non avere in questo momento un livello adeguato alla Coppa del Mondo. Spero, però, che questa consapevolezza la spinga a reagire e non a buttarsi giù”.
Vuoi aggiungere altro?
“Sì, c’è un tema a cui tengo. La vittoria di Denise Herrmann con il ‘viermal null’, ovvero i quattro zeri, è la dimostrazione che il tiro si può apprendere anche a una certa età. Se le basi che ti vengono date sono solide, si può imparare a sparare anche alla soglia dei 30 anni. Al contrario, le qualità fisiche vanno sviluppate da giovani, altrimenti è impossibile colmare il gap che si viene a creare”.
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Foto: La Presse