Pallavolo
Volley, Francesca Piccinini fuori dal giro azzurro. Il ct Mazzanti difende le idee di un progetto di lunga durata
Francesca Piccinini è tornata in quella che è una chiara, splendida ammissione di dipendenza da volley giocato. Per ora non si è ancora vista in campo ma sei mesi di inattività non sono semplici per chiunque, figurarsi per chi aveva deciso di appendere le scarpe al chiodo per limiti di età. L’usura del fisico è uno dei rischi di questa scelta e Francesca Piccinini non lascia niente al caso, quindi quando sarà pronta potrà essere chiamata in causa per aiutare Busto Arsizio a provare a raggiungere vette insperate, sia in Europa che, soprattutto, in Italia dove, assieme a Novara, sembra l’unica alternativa credibile alla corazzata Conegliano.
Francesca Piccinini può aiutare Busto Arsizio, ma non potrà essere utile alla causa azzurra, almeno secondo quanto dichiarato dal tecnico Davide Mazzanti qualche giorno fa. Niente azzurro, niente Olimpiadi, sogni spenti ancora prima che si potessero accendere. Mazzanti non è arrivato ieri e non vuole lasciare la panchina azzurra domani: c’è un progetto dietro al suo approdo al timone della Nazionale che va difeso e salvaguardato perché finora ha portato più risultati di tutti quelli che lo hanno preceduto e se l’Italia femminile si appresta ad affrontare l’avventura olimpica con serie ambizioni di medaglia lo deve proprio al lavoro del suo allenatore.
Basta ricordare da dove si era partiti, due anni fa, di questi tempi: le preoccupazioni degli addetti ai lavori per la scelta di puntare forte sul gruppo proveniente dal Club italia, da intrecciare con il manipolo di atlete esperte, le varie Bosetti, Chirichella, De Gennaro, Sorokaite. Mazzanti è stato più forte di critiche e perplessità, ha portato questa Italia ad un passo dal titolo mondiale, alla qualificazione olimpica, al bronzo europeo (non senza qualche rimpianto) e ora si appresta ad affrontare la volata olimpica. Per quanto Francesca Piccinini sia un’icona del volley femminile e dello sport italiano in generale, cosa potrebbe aggiungere oggi ad un gruppo che non ha bisogno di ulteriore esperienza? Poco o nulla, deve aver pensato Mazzanti, che ci ha tenuto a rendere pubblico il suo pensiero, per non turbare la serenità di chi sa che quella maglia la può indossare a forza di prestazioni convincenti, sapendo di essere osservata speciale.
Francesca Piccinini, probabilmente, non avrà fatto salti di gioia nel sentire Mazzanti esprimersi in quel modo, ma allo stesso tempo sapeva benissimo che la sua in prospettiva Tokyo era una “mission impossible”: aveva chiuso la sua carriera con la Champions League fra le mani ma non ha saputo resistere all’attrazione del volley: gli esempi di atlete longeve, anche oltre i 40, ci sono, più spesso nel ruolo di alzatrici che di martelli ricevitori, ma con il fisico integro la campionessa del mondo 2002 magari può regalare a se stessa e agli appassionati di volley qualche sprazzo di classe che la contraddistingue, del resto sono passati solo una decina di mesi da quando contribuì alla conquista della semifinale di Champions di Novara: si può essere esperti, grandi, soddisfatti anche senza la maglia azzurra o le Olimpiadi e, arrivata a questo punto, Francesca Piccinini può anche togliersi la soddisfazione di una nuova esperienza da atleta senza pressioni e con il sorriso sulle labbra, che difficilmente l’abbandonava anche quando era d’azzurro vestita.
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Foto Valerio Origo
Nany74
28 Gennaio 2020 at 16:55
Ma seriamente la Picci pensava di poter tornare in Nazionale? E seriamente vi siete fatti la domanda se Mazzanti l’avrebbe convocata o meno? Per favore. Se vogliamo aprire una discussione sulla carriera della Picci ok, nessun problema, ma lasciamo stare le cavolate propagandistiche. Di 40 enni che giocano ancora è vero che ce ne sono, ma poche sono in A1….e ricordo la sfortunata Aguero che si è appena rotta i legamenti, segno evidente che il ruolo è fondamentale per l’usura fisica. La Cardullo ha la sua esperienza, ma è un libero e salterà si e no 2 volte al mese. Per chi schiaccia invece il discorso è differente e non penso di scoprirlo io. Al di là di questi discorsi prettamente tecnici e per i quali si risolve il tutto con un minore impiego dell’atleta (ragionamento che sicuramente avrà fatto Busto quando l’ha ingaggiata), direi che possiamo tranquillamente smetterla con discorsi legati alla Nazionale…il progetto è chiaro ed ha dato risultati, che piaccia o meno a qualcuno, per cui basta con ste menate…….