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Australian Open 2020: è il giorno della finale. Novak Djokovic e Dominic Thiem, la caccia all’ottava e la voglia della prima

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Novak Djokovic contro Dominic Thiem. Il serbo che cerca il 17° trionfo Slam, l’ottavo a Melbourne in altrettante finali, contro l’austriaco al suo primo impegno in un ultimo atto dei quattro tornei maggiori che non sia del Roland Garros. Questo, e tanti altri temi, andranno in scena questa mattina, quando la Rod Laver Arena, alle 19:30 australiane (9:30 italiane), vedrà entrare in scena i due che più lontano di tutti sono andati in questi Australian Open 2020, tra i 128 che hanno preso il via nel tabellone principale.

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Un solo momento di defaillance per Djokovic nel torneo, quello vissuto nel terzo set del primo turno contro il tedesco Jan-Lennard Struff; per il resto, in tre parziali sono stati sconfitti (sia pur con andamenti ben differenti) i giapponesi Tatsuma Ito e Yoshihito Nishioka, l’argentino Diego Schwartzman, il canadese Milos Raonic e Roger Federer. Proprio lo svizzero incrocia il destino di Thiem, che se dovesse vincere il torneo diventerebbe numero 3 del mondo proprio ai danni del vicino di casa (a livello, naturalmente, di collocazione geografica dei Paesi).

Tabellone molto più duro, e cinque set lasciati per strada, dall’austriaco, che è rimasto in campo ben 18 ore e 15 minuti, contro le 12 ore e 29 minuti del serbo. Dopo l’esordio lontano da trappole con il francese Adrian Mannarino, l’australiano Alex Bolt (wild card) lo ha lasciato sotto di un parziale, prima di cedere gli ultimi due. L’americano Taylor Fritz è stato sconfitto in quattro set, il francese Gael Monfils in tre, il numero 1 del mondo Rafael Nadal ancora in quattro, così come il tedesco Alexander Zverev.

Se la strada di Thiem si incontra con quella di Federer, per Djokovic c’è invece la concreta possibilità di superare Nadal al numero 1 del ranking ATP. Il sorpasso nei confronti dello spagnolo avverrebbe in caso di successo, cosa che aggiornerebbe ancora il libro dei record per il detentore del titolo di Melbourne. Mai nessuno, infatti, è riuscito a vincere tanti Australian Open quanti i suoi attuali sette, neanche prima dell’Era Open, in cui Roy Emerson si fermò a sei (ricordando sempre quanto la distinzione dilettanti-professionisti abbia modificato inevitabilmente la percezione di tali numeri). Il ritorno sulla vetta della classifica, invece, gli darebbe la settimana numero 276 come miglior giocatore del mondo, con le 286 del secondo posto appartenente a Pete Sampras sempre più vicine.

Per quel che riguarda l’austriaco, invece, c’è la possibilità di diventare il secondo del suo Paese a vincere uno Slam, dopo che fu Thomas Muster, nel 1995, a trionfare al Roland Garros in un periodo in cui sulla terra era semplicemente impossibile da battere. Curiosamente, tra Muster e Thiem c’è stata una breve collaborazione in ATP Cup, interrotta però quasi subito, con il secondo che ha preferito continuare a essere allenato soltanto da Nicolas Massu.

Il bilancio dei precedenti è ciò che di più interessante si può notare tra i due giocatori: nel conteggio guida Djokovic per 6-4, ma dietro il 4 di Thiem c’è un “negli ultimi 5 confronti”. Se è vero che il giorno di riposo in più, caratteristica quantomeno rivedibile di questo Slam, permette al serbo di avere più forze fresche, non si può di certo negare come l’austriaco sia ormai diventato una sua spina nel fianco. Da ricordare in particolare la semifinale del Roland Garros vinta da Thiem in due giorni, lo scorso anno, e ancora meno di tre mesi fa il successo al tie-break del terzo set nelle ATP Finals che, di fatto, per Djokovic ha rappresentato l’anticamera dell’eliminazione poi sancita da Federer.

Una finale, dunque, più aperta di quel che si può pensare. Con un dato statistico curioso: è la seconda volta consecutiva che nell’ultimo atto si affrontano le teste di serie numero 2 e 5, dopo Nadal e il russo Daniil Medvedev agli ultimi US Open. Per ritrovare un simile confronto, bisogna risalire agli US Open 1991: Stefan Edberg contro Jim Courier.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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