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Biathlon, Mondiali 2020: una prima settimana di conferme e sorprese ma Anterselva si gode la sua Dorothea Wierer

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La febbricitante giornata dedicata agli inseguimenti ha chiuso ieri la prima parte del programma dei Mondiali 2020 di biathlon ad Anterselva. Il movimento azzurro si era avvicinato a questa manifestazione con enormi aspettative, con due atlete al massimo della propria forma agonistica che puntano ad ogni medaglia e due uomini d’esperienza con un valido motore che potevano giocare il ruolo da mina vangante in ogni competizione. Un obiettivo ragionevole poteva essere quello di cercare di eguagliare la scorsa edizione di Östersund, dove sono arrivate 5 medaglie di cui due d’oro e due d’argento. Bene, il ritmo tenuto in queste prime quattro giornate è certamente incoraggiante in tal senso e ben superiore a quanto si era raccolto in terra svedese undici mesi fa. Il programma in quell’occasione fu infatti il medesimo ma alla pausa di metà evento l’Italia poteva vantare solamente l’argento a differenza del bronzo conquistato nella mista, e il magico oro nell’inseguimento femminile raccolto ieri da Dorothea Wierer.

Sulla carta le chance maggiori devono dunque ancora arrivare. Naturalmente il particolare riferimento è proprio alla 15km di domani, che riaprirà le competizioni, dove entrambe le stelle azzurre partono con ottime possibilità di raggiungere il podio, magari anche insieme. Lisa Vittozzi è vice campionessa in carica e Dorothea ci ha vinto in tre occasioni, dunque il bottino di medaglie dell’Italia potrebbe anche arricchirsi presto. Sarà certamente molto complicato riportare nel Bel Paese i due ori nella partenza in linea, ma le premesse per chiudere alla grande questa 51esima edizione dei Mondiali di biathlon ci sono davvero tutte. La padrona di casa ha mostrato una capacità di saper gestire la corsa sopraffina ed è tornata quella cacciatrice implacabile che è sempre stata, pronta a stupire ancora nei prossimi giorni, mentre per la sappadina la voglia di riscatto dopo un inseguimento girato male fin dal primo metro sarà enorme e la sua determinazione potrebbe aiutarla a rispondere in maniera esaltante alla controprestazione di ieri.

Tornando a quanto accaduto nei giorni scorsi non si può certo dire che siano mancate le sorprese. Il norvegese Johannes Thingnes Bø ha raccolto soltanto un argento nelle due prove a lui più congeniali, probabilmente sbagliando qualcosa tatticamente in entrambi i casi e dunque mostrandosi decisamente umano almeno sotto il punto di vista emotivo. La 20km per lui resta il format dove il margine d’errore per vincere è minore e si potrebbe dunque anche profilare una situazione clamorosa dove il nordico sia costretto ad andare all in domenica nella mass start per non restare a secco di ori individuali. Martin Fourcade invece ha forse convinto ancora meno. Il francese e Anterselva sono sempre stati amici-nemici e anche in questa occasione l’impressione destata sugli sci nella sprint e poi mentalmente nelle fasi calde dell’inseguimento ieri lascia un po’ a desiderare. La sua gara, al contrario del rivale, è proprio la 20km e mercoledì diventa dunque ora un crocevia fondamentale per il suo Mondiale. Il russo Alexander Loginov è esploso in tutta la sua maestosità al poligono conqustando un oro e un bronzo che riporta alla Russia un’oro iridato individuale che mancava dal 2008, mentre Emilien Jacquelin ha fatto saltare ogni pronostico nell’inseguimento diventando, dopo sei anni, il primo atleta nato successivamente a J.Bø a trionfare in un contesto di primo livello. Una menzione d’onore va anche a Quentin Fillon Maillet, che sembrava essere destinato al primo trionfo mondiale prima di essere beffato da Loginov nel giorno delle polemiche riemerse per il vecchio caso di positività all’EPO del russo.

In campo femminile invece la star dei primi giorni è stata Marte Røiseland, capace di dominare la sprint con molta pressione addosso e avvicinarsi a bissare il trionfo anche nell’inseguimento, portando poi comunque a casa la seconda medaglia in due gare. La norvegese pare essere fresca sia fisicamente che mentalmente e l’iniezione di fiducia generata dalla vittoria venerdì potrebbe davvero renderla molto fastidiosa in ogni contesto d’ora in avanti. Hanna Öberg è invece parsa vicina a prendersi davvero tutto e poi a conti fatti resta quasi certamente la più delusa di tutte dalle prime giornate. Sia nella sprint che nell’inseguimento la svedese ha saputo dare segnali di forza importanti, tuttavia in entrambi i casi il tiro in piedi le ha negato la gioia del podio e sicuramente instaurato qualche piccolo tarlo in testa. La norvegese Tiril Eckhoff invece ha completamente bucato la sprint anche a causa di un vento beffardo intensificatosi mentre sparava in piedi. L’inseguimento, raggiunto per il rotto della cuffia, è stato molto positivo e anche se il suo Mondiale è partito in sordina sarà necessario fare i conti con lei la prossima settimana, specialmente nella partenza in linea. L’altra grande attesa era Denise Herrmann. L’ex fondista sassone ha davvero rubato l’occhio sugli sci, presentandosi ad Anterselva con una condizione strepitosa e rischiando di centrare il podio nella sprint con tre bersagli mancati. Ieri è poi arrivato un secondo posto di spessore che, oltre a regalare la prima attesissima soddisfazione alla Germania, la consacra tra le specialiste inattese dell’inseguimento, visto che dei nove podi in carriera 5 sono arrivati proprio in questo format, oltre alle due medaglie iridate consecutive oro-argento. Il discorso per lei risulta abbastanza simile a quanto detto per Eckhoff, nella 15km sarà una scheggia impazzita mentre per la mass di domenica le chance di fare bene ci sono tutte.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: F:Angiolini

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