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Calcio, Champions League 2020: l’Atalanta vuole continuare a sognare, l’ostacolo è il Valencia

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Ormai è cosa nota, accontentarsi è un termine che non fa parte del vocabolario di Gian Piero Gasperini e della sua Atalanta. E allora, dopo aver già fatto ampiamente la storia prima con la qualificazione alla Champions League e poi con il rocambolesco passaggio agli ottavi di finale, c’è da esser certi che la Dea ha messo nel mirino l’approdo tra le top 8 del Vecchio Continente. Per farlo dovrà superare l’esame Valencia, che sarà articolato in due prove: la prima stasera a San Siro, la seconda martedì 10 marzo al Mestalla.

Il percorso intrapreso dal tecnico di Grugliasco, alla guida degli orobici dal 2016, è una perla di rara bellezza, non soltanto per i clamorosi risultati conseguiti in questo breve lasso di tempo, ma anche e soprattutto per le modalità attraverso cui l’Atalanta si sta affermando come una delle migliori squadre d’Europa. La proposta di calcio disegnata dal Gasp, di cui si erano già avute corpose anticipazioni negli anni trascorsi al Genoa, è coraggiosa, divertente, per certi versi rivoluzionaria: difesa uomo contro uomo, pressing feroce, dominio del gioco e intensità da Premier League sono gli ingredienti che rendono la ricetta atalantina unica nel panorama italiano. E poi ci sono loro, i due pilastri della fase offensiva bergamasca: Papu Gomez e Josip Ilicic, due calciatori dotati di una classe sopraffina, capaci di giocate visionarie e strabilianti in grado di tagliare a fette le difese avversarie e di provocare la scintilla necessaria per far funzionare il collaudato motore di Gasperini.

Il modo attraverso cui la Dea ha raggiunto la qualificazione agli ottavi di finale ha dell’incredibile ed è, per certi versi, legato a un destino già prestabilito. L’impatto dei nerazzurri con la più prestigiosa competizione del continente è stato a dir poco traumatico: 4-0 a Zagabria, sconfitta per 1-2 nei minuti di recupero contro lo Shakthar Donetsk e roboante 5-1 sul campo del Manchester City. Insomma, tutti gli ingredienti necessari per radunare le truppe e chiamare una ritirata con le coda tra le gambe. E invece è successo l’imponderabile. Il destino entra in gioco nei minuti finali della quarta partita del girone: mentre l’Atalanta pareggiava a San Siro contro lo squadrone di Guardiola, a Zagabria la Dinamo, avanti per 3-1 sullo Shakthar al 90′ (risultato che eliminava con due giornate di anticipo i bergamaschi), è riuscita a farsi raggiungere incredibilmente sul 3-3, lasciando aperto uno spiraglio alla banda di Gasperini. Poi sappiamo tutti com’è andata a finire: due vittorie rotonde e festa grande in quel di Donetsk.

La dea bendata ha aiutato la consimile anche a Nyon, abbinandola al Valencia, probabilmente la squadra più debole tra le possibili avversarie presenti nell’urna. Gli spagnoli si sono qualificati all’ultima giornata come prima forza del Girone H, andando ad espugnare a sorpresa l’Amsterdam Arena ed eliminando così l’Ajax, grande rivelazione e semifinalista della scorsa edizione. Nella Liga la squadra allenata da Albert Celades occupa attualmente la sesta posizione a quota 38 punti, 27 dei quali raccolti tra le mura amiche, dove notoriamente viaggia fortissimo e in campionato è ancora imbattuta (7 vittorie, 6 pareggi). Il Valencia non ha in rosa individualità di spicco, ma può contare su una struttura solida e ben organizzata: fanno parte della truppa del “Pipistrello” anche l’ex capitano della Roma Alessandro Florenzi e l’ex Inter Geoffrey Kondogbia.

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antonio.lucia@oasport.it

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Foto: LaPresse

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