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Canottaggio, Filippo Mondelli: “La vittoria sull’osteosarcoma sarà la mia Olimpiade. Penso a Parigi 2024”. L’azzurro racconta il suo tumore

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Filippo Mondelli ha incominciato la sua lunga battaglia contro un osteosarcoma aggressivo. Il canottiere è uno dei Cavalieri delle Acque, il leggendario quattro di coppia che ha vinto il Mondiale 2018 e che l’anno scorso conquistò il bronzo iridato staccando il pass per le Olimpiadi di Tokyo 2020. Il 25enne, però, non potrà volare in Giappone proprio perché deve fare i conti con questa terribile malattia e ne ha parlato in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport: “I miei progetti sono cambiati. Doveva essere l’anno dei Giochi, di una medaglia da provare a vincere insieme ai miei compagni e invece è tempo di un’altra battaglia: la vittoria sull’osteosarcoma sarà la mia Olimpiade“.

Il comasco parla anche delle sue condizioni attuali: “Era l’ultima cosa che avrei voluto mi capitasse ma queste malattie o ti fortificano o ti abbattono. Io mi sento più forte. I primi giorni ero arrabbiato, aggressivo. Ora questa rabbia si è trasformata in tenacia, forza per battere questa malattia”. Mondelli spiega come si è accorto di questo tumore: “Lo scorso 8 gennaio a Sabaudia. Durante il primo raduno dell’anno con il gruppo olimpico. Sentivo male alla gamba sinistra. Il dottor Spataro si è subito attivato. Una volta fatta la diagnosi è intervenuto il Presidente Malagò: è stato lui a trovarmi posto al Rizzoli di Bologna e adesso ogni settimana mi chiama per sapere come sto“.

Uno dei grandi protagonisti del canottaggio azzurro è nel pieno delle cure: “Devo portare a termine quattro cicli di chemio e poi verrò sottoposto a un intervento per l’asportazione di una parte di femore malato di 15 centimetri. Mi verrà messa una placca in titanio e verranno valutate le condizioni del ginocchio. Dopo l’operazione avrò ancora 14 cicli di chemio. Per un anno sarò impegnato“. Filippo Mondelli non demorde e guarda già al futuro: “Poi vorrei pensare alle Olimpiadi di Parigi 2024. Per tornare come prima ci vorrà tempo ma io ci credo, lo devo fare: è da quando ho iniziato a remare a 12 anni, spinto da nonno Guido, che penso a quell’obiettivo“.

Cosa lo ha spinto a parlare di questo tumore? “Sinisa Mihajlovic. La sua forza, le parole per descrivere la partita contro la leucemia. Mi ha colpito lo spirito da guerriero. Entrambi siamo a Bologna. Forse un giorno lo incontrerò“.

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Federcanottaggio

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