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Canottaggio, il dt Franco Cattaneo: “La notizia di Mondelli un trauma. Lodo-Vicino resteranno nel 2 senza. E Oppo-Ruta…”

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Il 2020 della Nazionale italiana di canottaggio è iniziato con la peggiore delle notizie possibili: a Filippo Mondelli, pilastro del 4 di coppia senior campione del mondo nel 2018, è stato diagnosticato un osteosarcoma aggressivo. Il 25enne comasco ha iniziato sin da subito il lungo ciclo di cure che dovrà portarlo con pazienza a vincere la battaglia più difficile della propria vita. Non gli mancherà mai il supporto dei compagni di squadra che lo considerano come un fratello. La notizia ha rappresentato uno shock tremendo per gli azzurri. Le Olimpiadi ormai alle porte, tuttavia, impongono di reagire e di lottare anche per lo sfortunato Filippo. Ne abbiamo parlato con Franco Cattaneo, direttore tecnico di una Nazionale che ha già ottenuto ben 9 pass olimpici per Tokyo 2020.

Come ha accolto la squadra una notizia sconvolgente come quella della malattia di Filippo Mondelli? 
Appena l’ho saputo, ho convocato una riunione ad hoc con la squadra. Continuavo a ricevere telefonate dal dottore e dalla famiglia, con i quali ero in contatto costante. Sono stati momenti molto concitati. Di lì a poco, avendo avuto la certezza della malattia, ho dovuto riunire la squadra: oggi come oggi, nel mondo dei social devi fare anche in fretta. E’ stato giusto che lo venissero a sapere nella maniera più autentica. Quando ho dato la notizia, moltissimi si sono messi a piangere, è stato un disastro. La sera stessa però è arrivato Filippo in albergo insieme ai genitori e l’abbiamo aspettato tutti quanti. Abbiamo cenato insieme e i ragazzi sono stati fantastici, sdrammatizzavano e Filippo scherzava con loro. Da lì è iniziata questa sua nuova sfida e tutti noi lo seguiamo molto, gli siamo vicini e ci sentiamo costantemente. Per ora ha affrontato tre cicli di chemio ed i riscontri sono positivi. Ovviamente non ci illudiamo, bisogna fare un passo alla volta“.

Purtroppo lo sport e la vita impongono di guardare avanti. Cosa sarà ora del 4 di coppia senza Filippo Mondelli?
Dobbiamo rimboccarci le maniche. Il mio metodo prevede una squadra sempre allargata, con atleti in grado di subentrare quando c’è qualche problema. E’ un metodo che utilizziamo anche per far crescere i giovani in vista delle Olimpiadi successive. Abbiamo una rosa allargata e vedremo chi sostituirà Filippo“.

Qualora il sostituto di Mondelli non offrisse garanzie adeguate, si potrebbe optare per inserire due tra Rambaldi, Panizza e Gentili nel doppio senior, peraltro non ancora qualificato per le Olimpiadi?
Il mio metodo prevede di confermare sempre gli equipaggi che sono andati a medaglia o comunque hanno fatto bene l’anno precedente. Quindi i 3 attuali componenti del 4 di coppia li vorrei lasciarli insieme e trovare un sostituto di Filippo. Di certo, ed è capito in altre specialità, se le gare non andranno secondo le aspettative, a quel punto vedrò cosa cambiare. Ad oggi gli allenamenti stanno andando bene“.

Simone Martini, capace di qualificare il singolo a Tokyo 2020, figura tra i papabili per il 4 di coppia?
Martini lo sto provando e avrò bisogno di altri elementi per avere la certezza totale. La rosa è abbastanza ampia, sto provando diversi atleti. Devo valutare bene non solo la sostituzione, ma anche la posizione dei componenti sulla barca. E contemporaneamente dovrò tirare fuori il miglior doppio possibile. Se prima dovevo preoccuparmi solo di come assemblare il doppio, ora si è aggiunto anche in 4 di coppia. Di sicuro Panizza, Rambaldi e Gentili hanno una motivazione straordinaria e vogliono regalare qualcosa di speciale a Mondelli“.

I giovani Nicolò Carucci e Matteo Sartori potrebbero entrare in lizza per il doppio senior? 
Carucci e Sartori sono troppo giovani, Sartori addirittura è ancora juniores, stanno andando ancora a scuola. Non hanno chissà quanta disponibilità per allenamenti adeguati ad una preparazione olimpica. Il giovane che sto provando è invece Gennaro Di Mauro, quarto nel singolo ai Mondiali juniores 2019: le qualità fisiologiche le ha, stiamo lavorando sul punto di vista tecnico, vedremo come risponderà in queste settimane. Il canottaggio è uno sport che necessita di tanti anni per affinare la tecnica“.

Passiamo al settore della punta. La sensazione è che la barca più competitiva sarà quella che schiererà Matteo Lodo e Giuseppe Vicino: li vedremo ancora sul 2 senza o verranno dirottati sul 4 senza?
Io partirò con l’obiettivo di tenere Lodo-Vicino nel 2 senza e confermare il 4 senza con la formazione del 2019. Entrambi gli equipaggi sono arrivati quarti ai Mondiali, ma con Lodo che aveva un mese di allenamento sulle spalle: lui e Vicino erano da medaglia nonostante le condizioni precarie, ma rifare la semifinale, un giorno prima della finale, ci ha tagliato le gambe. Il 4 senza è competitivo. Al Mondiale ha disputato una semifinale non al top e questo poi ci ha penalizzato nell’atto conclusivo con una corsia sfavorevole a causa del vento“.

Ma Lodo-Vicino possono pensare di battere i fratelli croati Martin e Valent Sinkovic o forse le chance di oro sarebbero maggiori inserendoli nel 4 senza?
Se Lodo-Vicino sono in forma, se ci arrivano con la preparazione fatta bene e con gli acciacchi normali di un atleta e non come Lodo che stette fermo 4 mesi nel 2019, i croati li battiamo. I calcoli che faccio adesso sono sulla base di quanto visto l’anno scorso, ma poi dovrò guardare l’esito delle prime gare e lì farò delle valutazioni. Dalle regate preliminari capirò che direzione prendere“.

Oppo-Ruta, un doppio pesi leggeri formidabile, ma in questi anni è sempre mancato qualcosa per vincere. Per quale motivo?
Io ritengo che un equipaggio non sia grande se vince una sola volta la medaglia d’oro, a meno che non sia quella olimpica. E’ grande invece quando per tanti anni si mantiene ad altissimi livelli. Loro dal 2017 migliorano tutti gli anni, il livello è altissimo, però ci siamo trovati per 3 anni un equipaggio che in quel Mondiale è stato un po’ più forte di noi, non confermandosi in quello successivo. Incrociamo le dita allora per Tokyo, chissà che non sia l’anno buono. I ragazzi stanno crescendo e migliorando ulteriormente le prestazioni“.

L’anno scorso avete ottenuto un record di ben 9 imbarcazioni qualificate alle Olimpiadi. Su quali altri equipaggi punterete per strappare gli ultimi pass a cinque cerchi?
E’ abbastanza complicato andare oltre un record, noi ci proveremo. Alla preolimpica presenteremo un doppio, un 4 senza femminile e sicuramente anche l’otto. Avendo tanti atleti qualificati, non abbiamo un bacino così ampio alle spalle da cui attingere“.

Il settore femminile, pur in crescita esponenziale, resta comunque molto distante dalla zona medaglie a livello mondiale.
Con le donne scontiamo un gap prima di tutto culturale e poi antropometrico importante col resto del mondo. Il bacino di praticanti è molto ristretto, però con buon lavoro e buon metodo siamo riusciti a qualificare ben 4 equipaggi. Certo, una cosa è qualificare una barca un’altra arrivare a podio. Negli ultimi anni abbiamo compiuto passi avanti importanti e stiamo continuando, la squadra sta prendendo consapevolezza. Chissà mai che non riusciremo ad avvicinarci ad una medaglia a Tokyo, anche se il lavoro è improntato sul 2024, quando davvero andremo a caccia di un podio. Il gruppo è molto giovane, la più anziana ha 24-25 anni, tra le donne si raggiunge l’apice tra i 28 ed i 30 anni“.

Il campo di regata delle Olimpiadi assicurerà condizioni uguali per tutti, oppure il vento potrebbe risultare determinante?
Quello di Tokyo è un buon campo, ma è complicato perché sta sul mare, all’interno di un porto. Troveremo un’organizzazione di altissimo livello. Ci sono stato due volte, il vento potrebbe creare differenze tra le corsie. Bisognerà quindi andare forte sin dalle batterie per poter scegliere sempre le corsie migliori, ma ormai ci siamo abituati“.

In chiusura: alle Olimpiadi saresti più contento di vincere un oro o tre bronzi?
Dico un oro, anche perché non lo vinciamo da 20 anni“.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Federcanottaggio

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