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Ciclismo
Ciclismo, Fabio Aru riparte dal Tour Colombia. Obiettivo top-10 per il sardo
Lo avevamo lasciato sulle rampe del Coll d’Ordino Fabio Aru, in crisi totale, costretto non solo a rinunciare alla possibilità di fare classifica alla Vuelta 2019, ma anche ad abbandonare, sulle arcigne erte andorrane, i suoi sogni di riscatto dopo due anni difficili. Il sardo, infatti, il quale in quella frazione giunse a 32 minuti dal compagno Pogacar, si era visto costretto ad abbandonare il grande giro spagnolo appena quattro giorni dopo e a chiudere là la sua stagione.
In seguito al bel periodo vissuto a cavallo tra giugno e luglio 2017, in cui il Cavaliere dei Quattro Mori vinse il campionato italiano e la tappa di La Planche des Belles Filles al Tour de France di quella stessa stagione, nel quale, peraltro, agguantò anche il quinto posto in classifica generale, Fabio è entrato in un vortice che sembra non avere via d’uscita. Una serie di problemi fisici lo ha attanagliato, non permettendogli mai di trovare il colpo di pedale dei giorni migliori e anche nei momenti in cui la sfortuna gli ha dato un po’ di tregua, Aru non è mai realmente riuscito a brillare, vedendosi costretto a rimanere sempre sulla difensiva ogni volta che affrontava i grandi del ciclismo mondiale nel suo terreno preferito, la salita.
Il 2020, dunque, assume i contorni di un’annata in cui Fabio cercherà, finalmente, di riscattarsi. Sarà importante, tuttavia, non ripetere gli errori del 2019, quando, in seguito all’operazione all’arteria iliaca, il sardo tornò con troppa foga, forzò la partecipazione al Tour de France e finì per arrivare alla Vuelta, obiettivo centrale della sua seconda parte di stagione, totalmente privo di energie.
Il Cavaliere dei Quattro Mori farà il suo esordio stagionale settimana prossima al Tour Colombia, corsa ideale per iniziare la stagione in maniera tranquilla, dato che il tracciato non è particolarmente impegnativo e i ritmi, in gara, verosimilmente saranno abbastanza blandi. Se la condizione sarà buona, inoltre, è lecito aspettarsi che il sardo possa fare una buona classifica.
Lo storico di Aru, da questo punto di vista, parla abbastanza chiaro. Dal 2016 al 2018, Fabio ha sempre ben figurato nella sua prima gara a tappe della stagione. Alla Volta a la Comunitat Valenciana 2016, infatti, fu 6°, mentre al Tour of Oman 2017 concluse al 3° posto nella classifica generale. All’Abu Dhabi Tour 2018, invece, giunse 13°. Peggio andò l’anno scorso, quando il Cavaliere, dopo aver iniziato la stagione con un buon 8° posto al Trofeo Porres, prova del Challenge Mallorca, non fu capace di competere coi migliori alla Volta ao Algarve. In Portogallo Aru finì ben presto relegato al ruolo di spalla del compagno Tadej Pogacar, vincitore di quella gara, e la sua prestazione negativa fu antisignana della stagione da incubo che il sardo si apprestava a vivere.
Difficile, se non impossibile, pensare che Aru, in Colombia, possa rivaleggiare con Egan Bernal o con il recente vincitore del titolo nazionale del paese degli Escarabajos Sergio Higuita. I corridori sudamericani hanno dimostrato, nelle due edizioni precedenti della neonata gara a tappe colombiana, di avere una marcia in più in questa corsa, dovuta al fatto che tengono particolarmente all’evento e lo preparano con più cura rispetto ai colleghi europei. Una top-10, tuttavia, è ampiamente alla portata di Aru, dato che gli avversari di livello non sono poi moltissimi.
Bisognerò, però, capire quale sarà il ruolo di Fabio all’interno di una UAE che, dati i suoi interessi in Colombia, porta una formazione molto competitiva. Infatti, oltre al sardo ci saranno anche altri corridori che possono fare molto bene in classifica generale, quali il veterano Sergio Henao e il vincitore uscente del Giro d’Italia U23 Andres Camilo Ardila. Di base Aru non dovrebbe partire dietro a nessuno dei due, comunque, perché Henao è un corridore che negli anni si è sempre dimostrato inferiore a lui e Ardila è stato tormentato dai problemi fisici negli ultimi sei mesi. Dunque, se Aru avrà un livello quantomeno simile a quello visto allo scorso Tour de Suisse, verosimilmente potrà correre per sé.
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Foto: Lapresse