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Ciclismo, la partenza a razzo di Matteo Moschetti. Un nome nuovo per l’Italia delle volate, sognando la Milano-Sanremo

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Dopo una stagione di logico apprendistato, comunque ricca di ottimi piazzamenti, Matteo Moschetti, sprinter azzurro della Trek-Segafredo, è pronto a sbocciare in via definitiva. L’esordio stagionale del giovane lombardo è stato a dir poco esaltante. Moschetti, infatti, ha vinto ambedue le gare dedicate agli sprinter del Challenge Mallorca, vale a dire Trofeo Palma e Trofeo Porres, mettendosi dietro entrambe le volte la maglia ciclamino dell’ultimo Giro d’Italia Pascal Ackermann.

Il talento di Moschetti, tuttavia, non lo scopriamo certo oggi. Due anni fa, quando militava nell’allora Polartec-Kometa, la continental gestita da Alberto Contador e Ivan Basso, Matteo vinse ben 9 gare, inclusa una tappa alla Vuelta a Burgos, gara di categoria HC. Per quanto concerne le sue caratteristiche, inoltre, il lombardo è un velocista con ottime punte di velocità, ma anche molto resistente in salita, il quale si trova a suo agio pure su arrivi che tirano all’insù. Ricordiamo, ad esempio, la vittoria su uno strappo al Giro di Rodi 2018 e il secondo posto sulla diga di Hatta Dam all’UAE Tour 2019.

Nel suo futuro le tappe dei grandi giri, ma anche alcune grandi classiche, a cominciare dalla Milano-Sanremo, una gara che sembra cucita dal sarto per un velocista con la sua tenuta. Anche la Classica di Amburgo sarà alla sua portata così come la Gand-Wevelgem. L’anno scorso aveva dimostrato di trovarsi a suo agio sul pavé del GP de Denain, in cui fu 4° alle spalle di Mathieu van der Poel, Marc Sarreau e Timothy Dupont. Certamente una gara che non ha nulla a che vedere con Fiandre e Roubaix, ma tenendo presente che quello era il suo esordio sulle pietre, sicuramente è di buon auspicio in ottica futura.

Considerate le sue caratteristiche, un giorno potrebbe anche sognare una Freccia del Brabante, semiclassica che di recente l’Italia ha vinto con Sonny Colbrelli, così come le due gare in linea World Tour canadesi, in particolare il più semplice GP de Quebec che sembra su misura per lui. Infine, un corridore così sembra certamente portato per tutte quelle edizioni di campionati mondiali ed europei, e negli ultimi anni ne abbiamo vista diverse così, che presentano percorsi abbastanza semplici.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: Lapresse

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