Ciclismo
Ciclismo, Stefano Zanini: “Miguel Angel Lopez punterà sul Tour. Nibali tirerà fuori qualche coniglio dal cilindro”
Il 2019 è stato un anno di grande successo per l’Astana Pro Team, che ha chiuso la stagione con 37 vittorie, gran parte ottenute nella prima metà dell’annata. L’obiettivo per questo 2020 sarà quello di riconfermarsi, specialmente tra le classiche e i grandi giri. A seguire gli uomini d’azzurro vestiti, per l’ottavo anno consecutivo, ci sarà il direttore sportivo Stefano Zanini. L’ex professionista varesino, sprinter con oltre trenta vittorie in 16 anni di carriera, è stato il primo ciclista italiano a vincere l’Amstel Gold Race, ha conquistato anche due tappe al Giro d’Italia e una, sugli Champs-Élysées, al Tour de France. Ha corso per diverse squadre tra cui il Team Mapei, la Saeco, la Quick-Step, la Liquigas e la Predictor-Lotto, prima di iniziare la sua carriera da ds. Con l’Astana ha visto anche la crescita e l’esplosione tra i big del ciclismo internazionale di Vincenzo Nibali e Fabio Aru, mentre adesso ci sono il giovane Miguel Angel Lopez e l’ormai esperto Jakob Fuglsang, con cui la formazione kazaka punta sempre più in alto.
Com’è andata la preparazione invernale?
“I ragazzi hanno lavorato bene. Come ogni anno siamo stati a Calpe, abbiamo trovato buon tempo; così abbiamo avuto la possibilità di svolgere tutto nel migliore dei modi tra i lavori dei nostri tre preparatori Mazzoleni, Cucinotta e Notari, e le varie posizioni sulla bici da cronometro sulla pista di Valencia con Velasco. Abbiamo fatto questi ritiri sia a dicembre che a gennaio e sono tutti molto soddisfatti, compresi noi direttori”.
Come vedi i nuovi giovani innesti dell’Astana?
“Per quello che ho visto a dicembre, considerando che poi a gennaio sono stato in Australia, vedendo i vari report che sono stati fatti, i nuovi arrivati sono tutti dei buoni corridori. Hanno ottimi valori e perciò, al momento, possiamo ritenerci soddisfatti e fiduciosi di quello che potranno fare”.
Sono arrivati anche due italiani alla ricerca del riscatto: Fabio Felline e Davide Martinelli.
“Sai, quando cambi squadra hai sempre nuovi stimoli, e speriamo che vengano trasformati in qualcosa di buono per loro. Ma sono sicuro che andrà così. Con Martinelli sarà la prima volta che lavoreremo assieme, o meglio, l’ho appena seguito al Saudi Tour; mentre con Felline è un “ritorno” per tutti e due, perchè quando nel 2010 è passato professionista nella Footon-Servetto io ne ero il direttore sportivo. Sono convinto che faranno molto bene. Anzi, Felline ha già fatto vedere delle ottime cose in Australia e si è integrato per bene nel gruppo; come credo anche gli altri, da quello che ho visto nel primo ritiro”.
Quali saranno gli obiettivi primari della squadra? O meglio, le corse su cui puntate veramente tanto?
“Ovviamente vincere tutto quello che si può, visto e considerato com’è andata la prima parte di stagione dell’anno passato. Certo è che ripetersi è sempre difficile. Ci proviamo, siamo molto fiduciosi, tranquilli del lavoro che abbiamo svolto finora. Sicuramente qualcosa arriverà. Chiaramente punteremo molto sulle gare a tappe perchè abbiamo degli ottimi corridori come Miguel Angel Lopez e Jakob Fuglsang”.
Fin dove potrà arrivare Miguel Angel Lopez? I suoi obiettivi? Niente Giro?
“Non dovrebbe fare il Giro. Si pensava al Tour de France perchè è giunta l’ora di puntare anche a quello per crescere, fare esperienza. Lui è ancora giovane, ha già fatto vedere grandi cose vincendo il Giro di Svizzera, salendo sul podio dei grandi giri, però è anche arrivato il momento di cambiare gradino e andare sempre più su. La squadra conta molto su di lui”.
E poi ci sarà anche Jakob Fuglsang che farà in primis le Classiche e poi il Giro d’Italia, ovviamente da capitano.
“Esattamente. L’anno scorso è stata una stagione strepitosa per lui. A parer mio si riconfermerà perchè ha già alle spalle un bel bagaglio di esperienza, perciò non si può più aspettare. Deve dare il massimo. Ogni giorno si impara sempre qualcosa, però oramai deve puntare in alto”.
Perchè Fabio Aru si è smarrito dopo aver lasciato l’Astana?
“Succede a tanti. Fabio ha avuto qualche problema fisico, poi non so. Chiaramente è un amico, però è da tempo che non lo sento personalmente; quindi non posso sapere il perchè di quello che sta passando, ciò che lo disturba. Mi dispiace perchè è un campione. Con noi ha vinto la Vuelta a España, delle tappe al Giro d’Italia, una al Tour de France. Speriamo soltanto che in questa nuova stagione ritorni quello che era, perchè ha ancora tanto da dare”.
Cosa ti aspetti dalla nuova coppia della Trek-Segafredo formata da Vincenzo Nibali e Giulio Ciccone?
“Vincenzo non ha bisogno di presentazioni. Comunque sia, sicuramente tirerà fuori qualche coniglio dal cilindro, come suo solito d’altronde. Lui si inventa sempre qualcosa e ha le potenzialità per fare di tutto, dai grandi giri alle classiche. Può vincere su tutti i terreni. Ciccone deve approfittare di questa scuola. Ha questa grande opportunità che deve sfruttare; prima di tutto cercando di rubare a Nibali qualsiasi cosa del mestiere, capire, imparare… . E poi ci sarà il suo momento anche in questa stagione. Per lui è una grande occasione”.
Oramai il ciclismo è già del tutto nelle mani della nuova generazione (Evenepoel, Bernal, Pogacar, Van der Poel), oppure ti aspetti dei colpi di coda da parte di veterani come Froome, Thomas, Quintana? Senza citare Nibali di cui abbiamo già parlato poc’anzi.
“Sicuramente mi aspetto qualcosa da parte dei veterani. Spero proprio che ci sia ancora un po’ di tutto; diciamo un 50 e 50. Ma poi è giusto che ci sia la generazione emergente che ha già fatto vedere grandi cose, e che al contempo i più esperti continuino a fare dei grandi risultati”.
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lisa.guadagnini@oasport.it
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