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Coronavirus, scuole chiuse: cosa succede? Possibile didattica on-line, difficile il prolungamento a giugno

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Il Covid-19, passato alla storia come Coronavirus, sta generando il panico in tutta Italia: sono più di 300 i contagi nella penisola e ben nove le regioni colpite in meno di una settimana. Tra le situazioni più difficili da gestire c’è quella legata alle scuole, tradizionalmente luoghi di aggregazione e, di conseguenza, centri fertili per l’attecchire del virus. In questi primi giorni di emergenza in molti casi si è scelto di sospendere l’attività didattica ma ora sorge spontanea la domanda relativa alle prossime settimane/mesi. La validità dell’anno scolastico deve essere rispettata e uno dei criteri è lo svolgimento di almeno 200 giorni. Cosa succederà?

A prendere la parola nella mattinata è stata la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che è intervenuta ai microfoni di Radio 24:Non c’è nessun rischio che gli studenti perdano l’anno. Chiaramente, al ricorrere di situazioni imprevedibili, la normativa prevede che sia fatta salva la validità dell’anno scolastico. Le scuole nella loro autonomia scolastica potrebbero anche prevedere di allungare l’anno ma non sarà necessario perché abbiamo attivato una task force per garantire la didattica a distanza“. Dunque, la soluzione che le autorità stanno varando è quella di garantire lo svolgimento delle lezioni on-line, per cui gli studenti potrebbero rimanere a casa ed evitare situazioni a rischio e, al contempo, verrebbe salvaguardata la validità dell’anno scolastico, senza necessità di prolungamenti che vadano oltre la naturale fine delle lezioni (nella prima metà di giugno, varia a seconda delle località).

Lucia Azzolino si è poi espressa anche riguardo alla situazione attuale: “Abbiamo posto in essere delle misure draconiane e molto restrittive per contenere la diffusione del virus. Se le misure avranno, come speriamo, degli effetti immediati, io penso che dalla prossima settimana si potrebbe iniziare a pensare a una chiusura provinciale delle scuole, più legata alle zone dei focolai, come nel lodigiano. Se a Varese, ad esempio, non avremo casi, credo che li’ le scuole potranno ricominciare”.

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antonio.lucia@oasport.it

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Foto: LaPresse

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