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F1, perché la nuova Ferrari dovrebbe aver colmato le lacune della precedente. Più maneggevolezza e carico per la SF1000

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La nuova Ferrari che prenderà parte al Mondiale di Formula Uno 2020 è stata ufficialmente presentata nella serata di ieri in quel di Reggio Emilia. Sappiamo che il coloro sarà più rosso in stile Maranello, sappiamo che si chiamerà SF1000 e sappiamo le linee guida sulle quali la nuova vettura è stata costruita. Ma sarà anche efficace in pista? Questo, ovviamente, non è ancora dato a sapersi, ma sin da ora possiamo analizzare le aree dove ingegneri e tecnici della scuderia emiliana sono andati a intervenite.

Come è stato detto più e più volte, il “peccato originale” della SF90 era la mancanza di carico aerodinamico in generale, di carico verticale in particolare. Per questo motivo la SF1000 è stata pensata con diversi accorgimenti che saranno utili per andare a limare questo difetto. In primo luogo la nuova monoposto con il Cavallino Rampante propone un assetto “rake” in stile Red Bull, ovvero con una inclinazione più puntata verso l’avanti. Questo cambio di filosofia dovrebbe generare due conseguenze immediate. In primo luogo una maggiore facilità nell’inserimento nelle curve lente (il tallone d’Achille della SF90) ma, dall’altra parte, una minore efficienza in rettilineo. Nel campionato scorso le Rosse erano imprendibili sul dritto grazie ad uno strepitoso comportamento con il carico frontale. La Ferrari ha quindi scelto di ridurre lievemente questo vantaggio per andare a recuperare dall’altra parte.

Sempre nella scia della maggiore maneggevolezza va ad inserirsi la rivoluzione a livello delle sospensioni. Queste componenti sono state completamente riviste, sia all’anteriore sia, e soprattutto, al posteriore. Come ha confermato il team principal Mattia Binotto, infatti, queste modifiche renderanno più semplici le creazioni degli assetti della SF1000 e, di conseguenza, anche una modifica. Al contrario, invece, un anno fa, da questo punto di vista era decisamente più complicato rivedere la SF90, troppo solida sul fronte sospensioni e assetti.

Sarà curioso anche capire se le ali (anteriore e posteriore) che sono state mostrate ieri alla “prima” della SF1000, saranno davvero quelle che vedremo all’opera nel corso dei test di Barcellona e, successivamente, al via del Mondiale nel Gran Premio di Australia. Queste appendici assomigliano troppo da vicino a quelle della scorsa edizione, per cui attendiamo anche in questo caso succose novità. C’è la sensazione che la Ferrari voglia proseguire con un pacchetto composto da ala anteriore e musetto che andrà a ricalcare quello proposto a Singapore nella scorsa annata, con un mix che andò a migliorare in maniera sensibile la situazione della SF90 mentre, al posteriore, tutto dipenderà da un retrotreno che, per quanto si è visto, è ancora più filante e rastremato rispetto a un anno fa, per avere una maggiore maneggevolezza al posteriore.

In poche parole, i problemi della vettura 2019 erano talmente netti ed evidenti che tecnici ed ingegneri di Maranello sapevano perfettamente dove andare a intervenire. Un compito semplice quindi? Assolutamente no. Dovevano contemporaneamente andare a migliorare questi difetti, senza andare a scapito in maniera troppo sensibile dei punti di forza, come in una sorta di coperta corta che, in base a dove viene tirata, rischia di lasciare scoperto qualcosa. Sarà necessario trovare il giusto bilanciamento. Saranno stati in grado di riuscirci in casa Ferrari? Charles Leclerc, Sebastian Vettel e tutti i tifosi lo sperano ed incrociano le dita. Le risposte, ad ogni modo, arriveranno prima di quanto ci si possa immaginare…

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Lapresse

 

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