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Formula 1
F1, Test Barcellona 2020: analisi prima giornata. Mercedes a carte scoperte, la Ferrari cambia approccio dal passato
Se Agatha Christie fosse ancora tra di noi avrebbe sicuramente preso spunto dalla prima giornata dei test riservati alla Formula Uno in vista del Mondiale 2020 per scrivere l’ennesimo capolavoro della sua impareggiabile carriera. Il titolo, lesa maestà, glielo diamo noi: “Mistero al Montmelò“. Senza scomodare i celeberrimi investigatori Hercule Poirot e Miss Marple nati dalla sua penna, si può davvero riassumere in questo modo il Day-1 dei test sul tracciato posizionato nelle vicinanze di Barcellona. Per quale motivo? Tutto, letteralmente tutto, è andato in una direzione imprevista e, sicuramente, ha rivoluzionato ogni discorso rispetto a quanto accaduto dodici mesi fa. Ma, come in ogni altra occasione, andiamo con ordine.
Il primo capitolo del libro “giallo” è il più corposo. Per una volta “l’assassino” ha svelato le proprie carte sin dal primo minuto. Nelle scorse edizioni dei test pre-stagionali la Mercedes amava nascondersi, mischiare le carte, giocare al “gatto con il topo”. Oggi no. Questo mercoledì 19 febbraio ha visto le Frecce d’Argento forzare immediatamente, mettendo in mostra il proprio valore e il lavoro che si stava svolgendo, con una mattinata trascorsa con ghiere notevoli al livello delle gomme anteriori. Un anno fa, come ben ci ricordiamo, la soluzione del rompicapo si iniziò a intravedere solamente dalla seconda settimana di sessioni, per palesarsi in maniera eclatante con il Gran Premio di Australia. In questo antipasto del 2020, invece, il team di Brackley non ha dato modo a nessuno di porsi dei dubbi. Valtteri Bottas nel corso della mattina e Lewis Hamilton nel pomeriggio hanno fatto paura, senza mezzi termini. Non tanto a livello di tempi (che comunque sono il primo ed il secondo) quanto per due aspetti fondamentali: feeling con la vettura e efficacia della stessa. La W11 sembra il naturale prolungamento della W10, andando a limare i (pochissimi) nei della monoposto del 2019. Si è notato un leggero calo di prestazioni nelle curve più lente, andando a favorire il dritto, ma i tempi sono clamorosi. Il campione del mondo ha chiuso il suo esordio in 1:16.976 con gomme hard, mentre il finlandese si è messo in scia con le medie in 1:17.313. Per fare un confronto con i crono del Day-1 2019, l’inglese si fermò sull’1:20.135 mentre il suo compagno si spinse sull’1:20.127. Un margine di 3 secondi. Cos’altro aggiungere?
Secondo mistero di giornata, che nel gergo dei libri gialli va dunque a comporre una prova, lo troviamo in casa Red Bull. Fa quasi scalpore tornare con la mente a quanto accadde nei test 2019. All’epoca la vettura di Milton Keynes faceva letteralmente fatica a scendere in pista. La RB15 si rompeva con enorme facilità e le difficoltà non mancavano. Tutto è cambiato in questo inizio di 2020. Max Verstappen oggi ha messo in cascina un numero record di giri (168) e su ottimi tempi. L’olandese ha concluso il suo mercoledì con un 1:17.516 con gomme medie ma dando la sensazione che questa RB16 sia lontana anni luce dalle criticità della monoposto che l’ha preceduta. Il team con i due tori sulla livrea, finalmente, sembra in grado di ripartire da dove aveva lasciato, senza concedere mesi di ritardo ai rivali. Anche a livello di motore, con la Honda che continua nei progressi.
Andiamo a concludere con il terzo e più interessante cambiamento rispetto a quanto accaduto un anno fa. Il Day-1 del 2019 vide Sebastian Vettel concludere in vetta con il tempo di 1:18.161 con una SF90 che, a detta del tedesco, era quasi perfetta. Su quel “quasi” sono stati versati nei mesi successivi ettolitri di inchiostro per cui quest’anno ha ancor più risalto questa prima giornata di lavoro per il team di Maranello. Charles Leclerc (che in mattinata ha dovuto sostituire il collega tedesco) non è andato oltre la undicesima posizione con un tempo interlocutorio di 1:18.289 con gomme medie. Un decimo più lento di un anno fa. La SF1000 fa già acqua da tutte la parti? Assolutamente no. Sembra che tutto si sia ribaltato. Come detto la Mercedes mette in mostra le proprie forze, mentre il team con il Cavallino Rampante si nasconde. Pochi fronzoli, nessuna attenzione al cronometro (per quanto possibile) e tanta concretezza. La nuova macchina di Maranello appare completamente diversa rispetto alla SF90 con un effetto “Drag” decisamente maggiore e lo si nota con l’inclinazione in punta. La percorrenza e l’entrata delle curve lente sembrano migliorate grazie anche ad un retrotreno stabile, mentre la ricerca di carico aerodinamico andrà a incidere sulla velocità di punta. Una sorta di coperta corta che va bilanciata ed i prossimi cinque giorni di lavori saranno decisivi sotto questo punto di vista. Un altro aspetto importante è che la Ferrari sia lei questa volta a nascondere le proprie carte. Ala anteriore e posteriore, per esempio, sono ancora quelle di Abu Dhabi di dicembre, per cui nel corso della prossima settimana vedremo quelle che saranno di scena a Melbourne per una vettura che vedrà una sorta di secondo pacchetto già al Montmelò. Oggi il lavoro si è concentrato, specialmente nel corso del pomeriggio, sul passo gara con la vettura con un buon carico di carburante. Il passo del monegasco è apparso interessante, e comunque migliore rispetto a quanto messo in mostra nel venerdì del Gran Premio di Spagna. Un motivo per ben sperare, dunque, sembra esserci. Ma per tutto il resto?
Come visto, quindi, il mistero tra i tre top team si infittisce sempre più. Sia ben chiaro, non ci attendiamo di risolvere il rompicapo né domani, né nei prossimi cinque giorni di sessioni sul circuito catalano. Tutto, o molto, lo scopriremo all’avvio del Mondiale in Australia, con le scuderie che finalmente si presenteranno senza veli o trucchi. A quel punto davvero non avremo più bisogno di Hercule Poirot o Miss Marple e saranno i cronometri a dire la verità. Per il momento proveremo a capire il massimo dalle prossime intense giornate di lavoro del Montmelò, con tante scuderie che hanno rivoltato come un calzino le proprie monoposto, ma che probabilmente non potranno fare altro che rincorrere Mercedes, Red Bull e Ferrari, almeno per il momento. Su questo misteri ce ne sono ben pochi…
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Lapresse