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Formula 1
F1, Test Barcellona 2020: analisi quarta giornata. Ferrari, Mercedes e Red Bull pensano ai long run, turno di difficile lettura
La prima giornata della seconda settimana dei test F1 del Montmelò si è ufficialmente conclusa e ci ha lasciato davvero pochi spunti. Non stiamo dicendo che le otto ore di lavoro svolto in pista oggi dalle dieci scuderie non siano servite a nulla, ovviamente, ma al momento si può ritenere questo Day-4 come il meno indicativo di queste sessioni di prove pre-stagionali. Per quale motivo? La sensazione palpabile di quanto visto sulla pista posizionata vicino a Barcellona è che mai come oggi team e piloti abbiamo pensato davvero poco al cronometro e abbiano preferito concentrarsi solamente sulle proprie vetture e sulle lunghe distanze.
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Per questo motivo non ha nemmeno troppo senso controllare la graduatoria dei tempi, con Robert Kubica (Alfa Romeo) guardare tutti dall’alto verso il basso, inseguito nemmeno troppo da vicino da Max Verstappen (a 405 millesimi), dal messicano Sergio Perez (Racing Point) e dal francese Pierre Gasly su Alpha Tauri. Sembra quindi più utile ragionare su ciò che i top team hanno svolto oggi al Montmelò. Mercedes, Ferrari e Red Bull, infatti, hanno lavorato moltissimo sui long run e, come spesso succede, con i compound più duri. Le gomme soft, per il momento, quasi non si sono viste in azione in questi quattro giorni catalani.
I team di riferimento hanno alternato diversi tipi di lavoro. Assieme a numerosi long run, Ferrari, Mercedes e Red Bull hanno svolto giri a velocità costante per capire l’andamento delle componenti provate, quindi hanno spinto in determinati settori, alzando poi il piede in altri. Insomma, una sorta di “nascondino” infinito che, probabilmente, domani si spezzerà con i primi veri e propri tentativi di time attack. Al momento possiamo dire alcune cose. A livello di passo gara Mercedes e Red Bull appaiono le monoposto di riferimento. W11 e RB16 oggi hanno accumulato un numero clamoroso di tornate sempre sul piede dell’1:20 medio, con Max Verstappen che, nel complesso, è stato il migliore. Valtteri Bottas, infatti, ha compiuto qualche escursione anche sull’1:21, come Charles Leclerc, con una SF1000 che, ancora una volta, non ha brillato in maniera particolare.
La nuova vettura del Cavallino Rampante continua a non dare troppe notizie di sé. A livello di giro veloce anche nel turno odierno non si è mai segnalata, anche perché il team di Maranello non ha ancora cercato il vero time attack, con nessuno dei due piloti, mentre sul passo gara cede qualcosa rispetto alle due scuderie rivali. Con le gomme più dure la SF1000 non sembra ancora al livello delle migliori ma, come detto, quando vedremo la vera Ferrari? La sensazione, a due giorni dalla conclusione dei test, è che forse la scopriremo solamente a Melbourne, con un processo di crescita che preferisce badare al sodo e non ai fronzoli.
Per il resto Mercedes e Red Bull non finiscono di stupire sia a livello di solidità (mai un balbettio in queste prime 32 ore di lavoro) sia a livello di prestazioni. Le due monoposto appaiono il normale prolungamento di quelle che così bene avevano concluso il Mondiale 2019. La Rossa, invece, appare la vettura con il maggiore passo da compiere per mettersi nella giusta carreggiata, ben sapendo che il tempo stringe e che le avversarie non aspetteranno nessuno. Vedremo nelle prossime due giornate di sessioni come si svilupperà il lavoro, con le scuderie che ormai hanno le idee chiare sulle rispettive monoposto in vista dell’Australia.
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alessandro.passanti@oasport.it
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