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F1, Test Barcellona 2020: punti di forza e lacune della Ferrari. Necessario lavorare sull’affidabilità e sul sottosterzo

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La prima sessione di test di F1 2020 fa già parte dell’album dei ricordi e in Ferrari c’è da riflettere su quanto accaduto. Si era messo in preventivo, in questa finestra di prove, che la Rossa non avrebbe fatto vedere cose roboanti in pista. E’ stato scelto un approccio “conoscitivo” per cercare di avere più informazioni possibili sulla macchina e arrivare al primo round iridato a Melbourne (Australia) nel miglior modo possibile. Quello che è accaduto l’anno passato ha un po’ scottato il Cavallino Rampante. Per questo, la versione base della SF1000 non va analizzata tanto sotto il profilo della prestazione pura.

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Ebbene, per quanto detto dai piloti Charles Leclerc e Sebastian Vettel, il carico aerodinamico che la Rossa cercava disperatamente è stato trovato, ma il bilanciamento di fatto non è ottimo. La macchina è ancora un po’ sottosterzante e questo “eccesso di drag” va gestito meglio. Per questo, dal 26 al 28 febbraio in Spagna, vedremo alcuni aggiornamenti sulla monoposto che non la sconvolgeranno nelle proprie linee guida, ma daranno un beneficio in termini di stabilità in ingresso curva: “Questi tre giorni per noi sono stati molto importanti perché abbiamo raccolto tutti i dati necessari per avere una migliore comprensione della vettura, un passaggio che sarà importante assicurarsi che lo sviluppo inizi nella giusta direzione. La settimana prossima arriveranno simulazioni di qualifica e gara“, le parole del Team Principal Mattia Binotto. Resta però evidente che attualmente Mercedes e probabilmente Red Bull siano più veloci, anche se stimarlo è complicato. In più la Rossa ha peccato in termini di affidabilità: dopo 1.368 km il motore si è ammutolito e non è mai un bel segnale, considerando la durata standard di quasi 5.000 km (7 GP). Il campanello d’allarme vero è questo e stando alle indiscrezioni il problema dovrebbe essere legato al motore termico. Indagheranno a Maranello.

I 353 giri messi insieme da Leclerc e da Vettel contro i 494 delle Frecce d’Argento destano sensazione, senza considerare quanta velocità e costanza la W11 abbia esibito, al di là dei benefici del DAS di cui si è tanto parlato. In Ferrari sarà necessario un cambio di passo perché sembra quasi che il progetto, per come è stato strutturato, sia più una semplice evoluzione della SF90, piuttosto che una “rivoluzione” che invece altri team hanno messo in atto. Una monoposto fin troppo conservativa, specie sull’avantreno? Lo scopriremo presto.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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