Formula 1

F1, verso la presentazione della nuova Ferrari 2020. Le lacune su cui si è lavorato, mirino su degrado gomme e aerodinamica

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Martedì prossimo, 11 febbraio, la Scuderia Ferrari presenterà finalmente a Reggio Emilia la nuova monoposto di F1 con cui Charles Leclerc e Sebastian Vettel proveranno a dare la caccia al britannico Lewis Hamilton e alla Mercedes. La stagione 2020 è ormai dietro l’angolo e manca poco più di un mese allo spegnimento dei semafori che sancirà la partenza del primo appuntamento stagionale in Australia e, con essa, cresce anche la trepidazione per capire le caratteristiche portanti della nuova vettura di Maranello.

Il lavoro degli ingegneri e dei progettisti in questi mesi è stato certamente condizionato dal drastico cambio di regole che avverrà al termine dell’autunno e dunque tutti hanno unito i propri sforzi consapevoli che questo 2020 sarà l’ultimo anno nel quale si potranno avere determinati riferimenti sia tecnici che prestazionali prima dello stravolgimento regolamentare che azzererà tutto a partire dal prossimo Mondiale. La Ferrari è chiamata a sfruttare questa occasione in quanto non è scontato che nella prossima si potrà partire con le stesse ambizioni e il momento di attaccare e prendersi il titolo è dunque questo. Certo, il compito non pare affatto facile, la scuderia di Brackley ha dominato in lungo e in largo nell’ultimo lustro e sarà complicato riuscire a rompere gli ingranaggi di un meccanismo quasi perfetto, che ha tendenza all’errore prossima allo zero sia in fase di progettazione che in quella strategico-tattica.

Le due caratteristiche su cui ci si è soffermati per ripartire sono naturalmente il carico aerodinamico e le gomme, i due enormi problemi affrontati lo scorso anno ai quali si è data una risposta solo in parte nella seconda metà del calendario. Inutile soffermarsi per l’ennesima volta su quanta sofferenza la SF90 abbia patito nelle curve lente e medio lente sia in fase di ingresso che in quella di accelerazione in uscita. La nuova Rossa punterà dunque alla massima duttilità, intesa come possibilità di essere messa a punto al meglio in ogni circostanza. Questo, infatti, è stato un altro dei grossi limiti ai quali gli uomini di Mattia Binotto si sono trovati di fronte nel 2019 e che si è deciso (almeno sulla carta) di eliminare alla base. Il risultato atteso è quello di poter trovare una vettura che mantenga i propri punti di forza con l’assetto meno scarico ma sia in grado di difendersi dunque molto meglio anche in situazioni meno favorevoli, eliminando quell’ipersensibilità di fondo che la rendeva davvero impossibile da gestire sia dal muretto che in pista per i due piloti.

Per avere qualsiasi tipo di riscontro, però, sarà necessario aspettare Melbourne, in quanto come si è ampiamente dimostrato nelle passate stagioni i test di Barcellona sono sicuramente utili per togliere la polvere ma possono risultare molto fuorvianti sui reali valori in campo. Inoltre, gli addetti all’aerodinamica stanno lavorando ad un pacchetto specifico previsto per l’Australia e quindi con ogni probabilità la vettura che vedremo in Spagna sarà già stata sviluppata per l’inizio del Mondiale. Quello che pare certo è, però, che la nuova Ferrari, avendo maggiore carico, sarà decisamente più gradita al tedesco Vettel, che non ha mai nascosto di aver totalmente mancato di sintonia con la SF90 fin dalla primissima corsa. Questo potrebbe essere un enorme vantaggio sia mentale per il pilota che prestazionale per tutto il team, in quanto come si è visto nella seconda metà del 2019 avere due piloti là davanti puà risultare determinante per differenziare o meno le strategie e indurre gli altri all’errore.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: LaPresse

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