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MotoGP, è un Valentino Rossi a due facce quello che esce dai test di Losail 2020. Ottimo giro secco, criticità nel long-run

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A Losail si è conclusa ieri la seconda tre-giorni di test prestagionali, e per gli alfieri della MotoGP ormai i dati sono tratti in vista del primo appuntamento del Mondiale 2020 che scatterà l’8 marzo proprio su questo tracciato con il GP del Qatar. Il team che è uscito meglio da queste prove comparative svoltesi prima a Sepang e poi qui a Losail è certamente la Yamaha, che ha mostrato come tutti e quattro i piloti siano davvero competitivi e pronti per la prima fatica della stagione.

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Tuttavia ai due lati del box ufficiale della casa di Iwata gli umori interni sembrano decisamente opposti. Lo spagnolo Maverick Viñales ha continuato a dominare in lungo e in largo, sia sul giro secco che con un ritmo aggressivo e martellante passaggio dopo passaggio. Valentino Rossi aveva saputo tenere un ottimo ritmo nella prima fase della terza giornata, ritrovando il sorriso, ma complice una caduta durante il suo time-attack non è andato oggi oltre il dodicesimo tempo.

Non è tanto la posizione finale a preoccupare il campionissimo di Tavullia, naturalmente. I dati più preoccupanti riguardanti questi test sono emersi come pugni in viso dagli stessi identici settori che ne hanno condizionato l’andamento in negativo durante la stagione passata: da una parte un motore che, seppur migliorato a detta di tutti, continua a non riuscire a garantire la stessa velocità massima dei rivali neanche quando si parla di team clienti. Ma soprattutto, e forse è ancora più grave, le sensazioni di Rossi dopo Losail sono un po’ peggiorate per quanto concerne lo sfruttamento anomalo della gomma posteriore che tende a rovinarsi rapidamente e perdere prestazione.

In Yamaha sembrano non capire esattamente dove sia il problema, in Malesia faceva caldo e Sepang è una pista esigente per le gomme ma non c’erano stati campanelli d’allarme così evidenti come qui. I tre compagni di marca hanno mostrato lo stesso ritmo nel giro veloce ma poi sono riusciti a mantenere tale prestazione più a lungo del pesarese. Impossibile restare tranquilli se alla vigilia si ripresentano gli stessi punti interrogativi che si era voluto cancellare prima della pausa invernale, tuttavia non vanno dimenticati i progressi compiuti dalla M1 e che il Qatar storicamente è una pista decisamente amica di Rossi. Ora ci sarà una decina di giorni per lavorare e per analizzare i dati e poi sarà necessario approcciare il weekend con calma e serenità e cercare di indirizzare al meglio la prima gara dell’anno, per poi cercare eventuali progressi lungo la stagione.

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