MotoGP
MotoGP, Test Sepang 2020: analisi prima giornata. Yamaha buon esordio! Honda e Ducati non forzano, Suzuki brillante
Le prime otto ore dei test riservati alla MotoGP sul circuito di Sepang (Malesia) (clicca qui per la cronaca) si sono concluse e qualcosa ci hanno già lasciato in eredità. Come sempre, e bisogna dirlo con grande chiarezza, guai a prendere per oro colato quello che abbiamo visto sia in questo Day-1, sia quello che vedremo nel complesso. La pista dove avvenne il famoso contatto Valentino Rossi-Marc Marquez nel 2015, non è mai particolarmente veritiera o, quantomeno, non lo è in maniera assoluta. Il grip che regala alle moto (Yamaha in primis) non lo si vedrà in tutti gli appuntamenti della stagione, quindi, com’è ovvio, team e piloti preferiscono nascondersi. E oggi, anche per colpa dell’arrivo della pioggia nella seconda parte di questo venerdì, il canovaccio non è minimamente mutato.
Tra pretattica e condizioni particolari dell’asfalto malese (in grado di passare dai 50 gradi alla pioggia battente, e ritorno, nel breve volgere di pochi minuti) queste prime otto ore di lavori ci hanno fatto capire alcuni aspetti in maniera più accurata. In primo luogo la Yamaha ha approcciato bene a questo primo antipasto di campionato. Anzi, il team Petronas, ha ripreso da dove aveva lasciato pochi mesi fa a Valencia, ovvero con due moto performanti (con diverse novità alle ali anteriori) e piloti in grande spolvero. Il miglior tempo lo ha fissato il solito Fabio Quartararo. Il francesino, fresco di promozione nel 2021 al team ufficiale, ha utilizzato nel migliore dei modi la sua M1 chiudendo in 1:58.945 (già un buon tempo) con 52 tornate completate. In scia, nel vero senso della parola, Franco Morbidelli (con una moto che rappresenta una sorta di via di mezzo tra quella 2019 e la nuova). Anche per il pilota romano tempo di tutto rispetto (1:58.996) e mole di lavoro di 62 giri. Se il team Petronas vola, il team ufficiale non forza. Maverick Vinales completa 49 giri e fissa il sesto crono (1:59.367), quindi Valentino Rossi ne percorre 48 con un 1:59.569 che lo colloca in decima posizione. Tra prove comparative e dettagli provati, il percorso è solamente all’inizio per il team di Iwata che anche nelle passate edizioni ben si comportò a Sepang, salvo poi tornare sulla terra già dai test di Losail.
Nella casella di chi ha preferito giocare a nascondino non possiamo non annoverare la Honda. Per la casa nipponica il miglior tempo lo ha realizzato Cal Crutchlow (LCR) in 1:59.234 con 39 giri all’attivo. Per trovare un altro rappresentante del team di Saitama bisogna scendere fino al dodicesimo posto con Marc Marquez che, anche per colpa dei postumi dell’operazione alla spalla, non ha minimamente forzato. Per il campione del mondo 37 giri e un 1:59.676 che lo relega a 731 millesimi dalla vetta. Buoni riscontri per il fratello Alex, che chiude nella sua scia a 973 millesimi e con 38 giri, ma nel suo caso va ricordato come abbia già potuto sfruttare i test shakedown dei giorni scorsi. A sua volta alle prese con gli acciacchi alla spalla, infine, Takaaki Nakagami (LCR) che non va oltre la ventitreesima piazza a 1.870.
Buone notizie, invece, da casa Suzuki. Alex Rins è brillante terzo con 56 giri completati e un crono di 1:59.195 che lo posiziona a soli 250 millesimi dal duo di testa. Anche il suo compagno Joan Mir si fa vedere nella top ten, nono, a 623 millesimi con 51 tornate messe in cascina. Per la Suzuki l’imperativo sarà lavorare sul motore per diventare un mezzo potente come le rivali. Potente, possibilmente, come la Ducati. La moto di Borgo Panigale, come suo solito, non vuole emergere troppo nel corso dei test e oggi non si è smentita. Il migliore è risultato Jack Miller (Pramac) con 47 giri e il suo 1:59.236 centrato proprio alla penultima tornata in un time attack finale. Nessun altro nella top 10, anzi, Andrea Dovizioso è undicesimo e, come al solito, non ha voluto spingere a tutta. 1:59.666 per lui con soli 35 giri. Non va oltre la quattordicesima posizione Danilo Petrucci a 994 millesimi, quindi Francesco “Pecco” Bagnaia (Pramac) è diciassettesimo a 1.191. La moto italiana (che vede anche Johann Zarco e Tito Rabat del team Reale Avintia attorno alla ventesima posizione) incomincia da un punto di partenza solido, e dovrà solamente definire i dettagli per provare a competere con la Honda.
Giornata dai due volti per la KTM. Bene Pol Espargarò (Red Bull KTM) ottavo a 591 millesimi da Quartararo, tutti gli altri distanti. Dani Pedrosa è quindicesimo a 1.072, davanti a Miguel Oliveira (Red Bull KTM Tech3) a 1.186, quindi Iker Lecuona (Red Bull KTM Tech3) è ventesimo a 1.566, davanti a Brad Binder a 1.574. Capitolo a parte per l’Aprilia. Chiude settimo un positivo Aleix Espargarò a 482 millesimi dal primo posto (con 43 tornate), ma l’assenza di Andrea Iannone è un macigno pesantissimo per lo sviluppo della moto con il solo Lorenzo Savadori a completare 31 giri con un distacco di 4.205 dalla vetta.
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Valerio Origo