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MotoGP, Test Sepang 2020: analisi terza giornata. Quartararo è un lampo. Ottimo Valentino Rossi, meno bene Ducati e Marquez

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Con la terza giornata passata agli archivi si sono conclusi i primi test prestagionali della MotoGP. Sul tradizionale tracciato di Sepang in Malesia i protagonisti dell’ormai imminente Mondiale 2020 si sono affrontati per la prima volta in sella alle nuove versioni dei propri mezzi, concentrandosi naturalmente su settaggio e componenti ma senza trascurare del tutto i tempi. Le otto ore odierne si sono chiuse leggermente in anticipo per l’arrivo di qualche goccia di pioggia, ma la classifica appareva già congelata da un paio di ore e nulla lasciava presagire che si potessero vedere ulteriori miglioramenti.

Una classifica molto corta, con ben 15 piloti in grado di scendere sotto la barriera dell’1’59 e racchiusi alla fine in sei decimi. Ma, alla fine, il più veloce è stato sempre lui. Fabio Quartararo e la Yamaha Petronas sono ormai una certezza ai vertici e il transaplino, fresco di promozione con la M1 ufficiale in vista del 2021, continua a far scorrere a proprio piacimento il mezzo giapponese, con grande facilità di guida. Il miglior tempo è stato fissato in 1’58.349 ottenuto nel primo pomeriggio malese durante il time attack, ma va però evidenziato come sul passo gara il francese non sia stato così efficace, quasi a sottolineare gli stessi pregi e difetti che si erano visti nel corso della passata stagione.

Franco Morbidelli è restato nella pancia di questo compattissimo gruppo e si è classificato 14esimo a quattro decimi dal compagno, confermando in queste prime battute di essere sempre molto veloce ma ancora non all’altezza del Diablo, anche per via di un mezzo meno aggiornato con telaio Factory ma evoluzioni di motore diverse. La Yamaha però può sorridere nel suo complesso per molti motivi. La M1 ufficiale ha presentato un sistema per migliorare lo start in stile Ducati, con un pomello in alluminio sul telaio, dietro al semi manubrio di sinistra, con un comando per bloccare l’ammortizzatore posteriore in partenza che abbassa visibilmente la moto quando viene azionato.

Valentino Rossi ha chiuso questi test con il quinto posto, sintomo che il Dottore sa ancora perfettamente come dare gas e non ha alcuna intenzione di mollare la presa senza tentare un’ultima leggendaria impresa. Sul passo gara però il pesarese è restato ancora oggettivamente due spanne indietro rispetto a Maverick Viñales, oggi in ombra col 18esimo tempo solamente in quanto uno dei pochissimi a non aver tentato il time attack con la gomma morbida. L’iberico è stato il più stakanovista di tutti, con 83 giri in saccoccia che aiutano moltissimo dal punto di vista dei dati raccolti su elettronica e nuove componenti relative soprattutto all’upgrade di motore. Oltre al duro lavoro però, come anticipato, è stato il passo di Viñales a stupire, un ritmo a gomme usate davvero importante e soprattutto costante che può davvero far sognare Iwata e preoccupare Marquez.

Non è finita qui, però, perché oggi è stato anche il grande giorno del ritorno in pista di Jorge Lorenzo, che si è ben comportato in termini cronometrici col ventesimo tempo svolgendo al meglio il proprio lavoro su alcune novità specifiche, soprattutto relative ad ergonomia, altezza e posizione della M1 modello 2019, dopo aver passato le prime giornate a dare consigli a Valentino. I suoi run sono stati molto discontinui e di breve durata, la condizione fisica non è certo ottimale, ma il miglior tempo rispetto agli Shakedown di inizio settimana è già sceso di un secondo e questa è una grande notizia.

In casa Ducati anche questa terza giornata è passata senza grossi lampi. I tempi del team ufficiale continuano a non essere favorevoli, soprattutto con Andrea Dovizioso, anche se è stato evidente come a Borgo Panigale si sia lavorato moltissimo sull’utilizzo delle nuove Michelin trascurando il time attack. Meglio del forlivese oggi Danilo Petrucci, sesto a 257 millesimi da Quartararo, a conferma che quando è sereno mentalmente riesce ancora ad essere molto competitivo.La migliore delle Ducati oggi è però la Pramac del nostro Francesco Bagnaia, quarto e doppiamente soddisfatto in quanto il giro secco è stato il suo tallone d’Achille nel 2019. Se Pecco riuscirà a partire più a centro gruppo l’impressione è che per lui possano arrivare risultati molto più di peso.

Vola ancora la Suzuki, oggi meglio con Alex Rins (terzo) rispetto a Johan Mir (decimo e caduto). Il team di Hamamatsu ha davvero destato ottime sensazioni in questi tre giorni, sia sul passo che sul giro secco e anche per loro è atteso uno sviluppo riguardo un sistema di partenza in stile Ducati (e Yamaha) per il primo appuntamento stagionale, in modo da massimizzare ancora di più le chance di restare davanti a giocarsi i podi con gli agguerriti rivali.

Il capitolo Honda è invece forse il più spinoso di tutti. Cal Crutchlow (LCR Honda) si è ottimamente comportato nell’attacco al tempo ma ha lamentato parecchi problemi sull’anteriore, gli stessi che hanno portato Marc Marquez alla seconda caduta in due giorni. Il campione del mondo spagnolo ha perso l’avantreno in percorrenza della 15 e, a causa dei problemi fisici alla spalla, non è riuscito a operare uno dei propri salvataggi col gomito per restare in piedi. Nessuna conseguenza per il Cabroncito, dodicesimo alla fine oggi,  apparso però un po’ preoccupato davanti ai media al termine della giornata, lamentando un feeling che per il momento non c’è e indicando Viñales e Rins come gli osservati speciali di questa settimana. Sedicesima posizione per il fratello Alex Marquez.

La MotoGP riprenderà i test a fine mese, dal 22 al 24 febbraio a Losail, in Qatar, laddove scatterà ufficialmente il nuovo Mondiale nel fine settimana dell’8 marzo.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: V.Origo

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