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MotoGP, Yamaha e Suzuki benedicono le nuove gomme, Ducati e Honda in difficoltà nei test a Sepang

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C’era grande attesa per i test di MotoGP a Sepang (Malesia). La tre-giorni asiatica era occasione per i piloti e i team di provare le nuove “creature” nate dalla mente degli ingegneri e i riscontri sono stati decisamente interessanti. Nonostante qualche intermezzo bagnato per l’arrivo di Giove Pluvio, la mole di dati accumulata dalle varie squadre non è stata affatto trascurabile e quindi la domanda è: quali sono le risposte che le prove hanno dato?

YAMAHA E SUZUKI IN FORMA – Per quanto si è potuto appurare a Iwata e ad Hamamatsu motivi per sorridere ne hanno molti. La casa dei tre diapason si è messa in evidenza in tutto il suo splendore grazie al francese Fabio Quartararo, il migliore nelle simulazioni del time-attack, e con lo spagnolo Maverick Viñales, eccellente nel lavoro sulla durata. Il giovane transalpino, “promesso sposo” del Team Factory, ha vissuto le giornate malesi come fosse al Luna Park, vista la sua prima volta in sella alla YZR-M1 2020. Si è divertito Fabio e l’ha voluto dire chiaramente con quell’1’58″349 da far tremare i polsi. Tuttavia, è il Top Gun del Motomondiale che merita attenzione: Viñales si è sobbarcato un lavoro mica da ridere, come gli 83 giri dell’ultima giornata certificano, e la costanza di rendimento in termini cronometrici è il dato lampante. Per questo, le Yamaha sembrano giovare delle nuove gomme introdotte dalla Michelin, che garantiscono maggior grip e favoriscono le moto con una miglior attitudine in percorrenza. Un aspetto gradito anche da Valentino Rossi, nella top-5 dell’ultima giornata e in buona evidenza nel complesso. Certo, guardando ai long run, c’è un gap da recuperare nel confronto del team-mate, ma per Valentino la sfida è appena cominciata. In questo contesto, la presenza di uno Jorge Lorenzo collaudatore può dare una grande mano al “Dottore” e al team nipponico, sfruttando le grandi attitudini del maiorchino nella messa a punto della moto. Per gli stessi motivi, si può essere contenti in Suzuki: sia Alex Rins (terzo l’ultimo giorno) che Johan Mir (decimo con caduta) hanno messo in mostra una buona velocità e le mescole francesi sembrano piacere non poco alla nuova GSX-RR.

DUCATI E HONDA CON PROBLEMI – Sepang è stata invece avara di soddisfazioni per Borgo Panigale. Parlare di “allergia” alle nuove Michelin può essere troppo, ma indubbiamente le gomme transalpine rappresentano un problema per la Desmosedici 2020. “C’è da lavorare“, è questo il concetto espresso in estrema sintesi da Danilo Petrucci e da Andrea Dovizioso. Il forlivese, in particolare, si è speso moltissimo nel set-up della sua Rossa, senza guardare troppo al time-attack e concentrandosi sul pacchetto a disposizione, dovendo cambiare sensibilmente alcuni riferimenti. La nuova carcassa degli pneumatici è ancora un enigma per la squadra italiana e la soluzione dovrà essere trovata in tempi brevi. Non c’è da stare allegri neanche a Tokyo. Marc Marquez, oltre che dover fare i conti con una condizione fisica non ottimale, non ha potuto esprimere il suo potenziale per via di una RC213V che sull’anteriore non offre quelle garanzie necessarie per essere veloci. Le preoccupazioni dell’iberico sono soprattutto su questi aspetti, piuttosto che su una spalla destra dolente. Criticità condivise con il fratellino Alex e con il britannico Cal Crutchlow, brillante nella simulazione dell’attacco al tempo, ma con parecchi problemi sull’avantreno quando si è trattato di inanellare più giri.

L’appuntamento è ai test a Losail (Qatar) dal 22 al 24 febbraio e in quel caso le idee saranno ancor più chiare.

 

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Foto: Valerio Origo

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