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Rugby, Sei Nazioni 2020: Italia, con la Scozia nulla da salvare

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Non si ferma la striscia di sconfitte dell’Italia nel Guinness Sei Nazioni, ma il ko di ieri a Roma contro la Scozia è di quelli che preoccupano veramente. Perché le illusioni avute dopo Parigi, con una squadra che comunque aveva costruito qualcosa e che pareva in crescita, sono scomparse, lasciando spazio alla consapevolezza che questa Italia è veramente troppo lontana dalle migliori. Perdere in casa, con 0 punti sul tabellino, contro una Scozia poco più che decente è qualcosa che difficilmente si poteva immaginare.

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L’Italia spreca tantissimo, ma soprattutto non sa approfittare dei tanti errori scozzesi. Gli azzurri ieri hanno confermato tutti i problemi visti nei primi due turni. Nei punti d’incontro hanno subito la Scozia in ogni ruck, hanno perso diversi possessi e non hanno mai saputo velocizzare il gioco d’attacco. Se a ciò si aggiunge che il sostegno è spesso in ritardo e che, quando si sono trovati in 4 al largo, si muove subito il pallone all’esterno senza prima fissare l’avversario – rendendo così impossibile avere una superiorità al largo – è ovvio che non si va lontano.

Difficile commentare nel dettaglio un match dove è girato pochissimo, sia in attacco sia in difesa. Quel che si è evinto, però, è che questa squadra fatica a reggere i ritmi a questo livello, con alcuni giocatori veramente in forte difficoltà. Guglielmo Palazzani, portato in panchina per poter ricoprire più ruoli nella trequarti, ha sofferto tantissimo quando è entrato in campo. Ma la mediana ha deluso per tutti gli 80 minuti, mentre il pack ha avuto troppe difficoltà sia in mischia chiusa sia in touche. Seb Negri è in una fase di preoccupante involuzione, con Steyn, soprattutto, e Polledri a tirare la baracca.

L’Italia vista ieri non è sembrata una squadra. Troppo confusionaria, senza idee, ma anche dando l’impressione che manchi una vera e propria coesione, al di là delle parole di rito nelle interviste della settimana. Il lavoro di Smith, che sembrava essersi visto a Parigi, si è magicamente dissolto in queste due settimane e la squadra è scesa in campo dando l’idea di non avere idee. Pochi i singoli da salvare ieri, forse il solo Steyn veramente sugli scudi, ma è stato proprio il gioco corale a mancare. Lasciano perplesse le esclusioni di giocatori come Ruzza o Violi, che sicuramente non cambieranno le sorti dell’Italrugby, ma possono dare quel quid in più che ieri non si è visto.

Infine, la conferenza stampa di Franco Smith. “Abbiamo giocato con una Scozia che era alla ricerca della sua prima vittoria nel Torneo, mentre noi siamo solamente all’inizio di un nuovo ciclo. Personalmente, nonostante stia ancora imparando a conoscere tutta la squadra, non mi sento di dire che sia stata una performance negativa: abbiamo fatto 250 placcaggi e combattuto alla pari soprattutto in mischia ed in maul. Certo, abbiamo creato diverse opportunità che non abbiamo concretizzato, ma questo è solo l’inizio di un processo di miglioramento e di rinnovamento” le parole del tecnico. Al di là che, se per la Scozia era la prima vittoria nel Torneo, per gli azzurri era la prima vittoria dal 2015 da cercare. Poi dire che non sia stata una performance negativa appare veramente voler negare l’evidenza di un match brutto sotto tutti i punti di vista. Forse, ammettere di aver giocato male sarebbe meglio. Anche per la squadra.

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duccio.fumero@oasport.it

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Foto: LaPresse

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