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Rugby
Rugby, Sei Nazioni 2020: Scozia, dubbi e certezze in vista dell’Italia
Il terzo appuntamento del Guinness Sei Nazioni 2020 per l’Italia sarà sabato, con fischio d’inizio alle 15.15, a Roma contro la Scozia. Entrambe le squadre arrivano all’appuntamento dopo i due ko all’esordio, ma se gli azzurri hanno perso male contro il Galles e hanno mostrato segni di ripresa contro la Francia, per i britannici le sconfitte sono state di misura contro Irlanda e Inghilterra e la squadra di Greg Townsend ha molto da recriminare, con i due errori di capitan Hogg a pesare tantissimo.
Italia-Scozia è la sfida tra le ultime della classe e vale – molto probabilmente – il cucchiaio di legno per chi perderà la partita. La Scozia un anno fa vinse 33-20 a Edimburgo contro gli azzurri, conquistando poi un clamoroso pareggio in rimonta contro l’Inghilterra per 38-38. Ma la squadra di Townsend arriva anche dal fallimentare Mondiale in Giappone, dove i britannici sono stati sconfitti sia dall’Irlanda sia dal Giappone, fallendo così l’accesso ai quarti di finale iridati. Dopo un biennio in forte crescita, la guida del ct scozzese si è impantanata, con il gioco che latita e, soprattutto, con la capacità realizzativa degli scozzesi che si è mostrata carente.
Il 2020 della Scozia è anche l’anno della rivoluzione in mediana. Da un lato c’è stato il ritiro di Greig Laidlaw prima della Rugby World Cup, con Ali Price che ha ereditato la maglia numero 9 dall’ex capitano scozzese. Dall’altro, invece, c’è l’affaire Finn Russell. Il mediano d’apertura titolare degli ultimi anni è fuori dal giro della nazionale dopo aver bevuto un paio di birre la prima sera del raduno in vista del Sei Nazioni, quando la squadra aveva deciso che non si sarebbe toccati alcolici. Ma quella è stata solo la scintilla che ha fatto detonare un contrasto ormai annoso tra Russell e Townsend, con i due che si sono attaccati sulla stampa nell’ultima settimana.
Insomma, le cose non sono tranquillissime in casa scozzese, se si aggiunge che i due errori decisivi contro Irlanda e Inghilterra li ha commessi Stuart Hogg, cioè colui che ha ereditato la fascia da capitano da Laidlaw. A ciò si aggiunga l’infortunio a Jonny Gray, non solo una delle migliori seconde linee al mondo, ma anche uno dei leader in campo della squadra e si capisce come i britannici arrivino a Roma con molti dubbi. E per la Scozia, come per l’Italia, la sfida dell’Olimpico è fondamentale ed è la linea che segna la differenza tra un Sei Nazioni sufficiente e uno fallimentare.
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Foto: Luigi Mariani – LPS