Editoriali
Sci alpino, Federica Brignone una polivalente senza precedenti in Italia. Ora l’ultima sfida: lo slalom
Federica Brignone ha coltivato il sogno della polivalenza sin da ragazzina. “La mia disciplina preferita è il superG. Un giorno mi piacerebbe diventare una polivalente“, ci raccontava quando aveva 20 anni. Il processo è stato lungo e faticoso, per certi versi anche lento. Eppure, in un Paese che storicamente ha sempre privilegiato la specializzazione, la valdostana rappresenta un fulgido eesempio di come la mentalità sia cambiata. Da qualche stagione la FISI ha creato il gruppo cosiddetto “delle polivalenti”, formato da quelle atlete in grado di primeggiare in più di due specialità: i risultati di Brignone, Marta Bassino e Sofia Goggia sono lampanti.
Il primo podio in Coppa del Mondo per Federica Brignone maturò a 19 anni in gigante. L’azzurra nasce infatti come interprete sopraffina delle porte larghe, anche se dovette attendere sino al 2015 per brindare ad una vittoria. Il primo podio in una disciplina diversa dal gigante risale invece al superG di Soldeu 2016, quando si impose davanti all’americana Laurenne Ross ed all’austriaca Tamara Tippler: quel giorno la carriera della portacolori del Bel Paese assunse una diversa fisionomia.
Nella stagione in corso l’azzurra ha collezionato 9 podi e 3 vittorie: solo l’americana Mikaela Shiffrin ha fatto meglio con 13 top3 e 6 affermazioni complessive. Brignone ha concluso almeno una volta tra le migliori tre in quattro diverse discipline: discesa, superG, gigante e combinata alpina. Si trova in testa alla classifica e dunque in piena lotta per tre ‘coppette’ di specialità: gigante, superG e combinata. Ma è la discesa che ha sancito l’ingresso della portacolori del Bel Paese in una nuova galassia. Se i podi di Bansko erano maturati su un tracciato tecnico e molto più simile ad un superG, oggi a Garmisch la figlia d’arte ha brillato su una pista completa come la Kandahar, dove conta anche saper lasciar scivolare i materiali. E proprio in termini di scorrevolezza Federica Brignone ha compiuto dei passi da gigante stratosferici: non essendo molto alta e dotata di un fisico da amazzone, ha lavorato negli anni sulla massa muscolare, pur senza esagerare. Ora i piani non fanno più paura, anzi: in gigante l’italiana ha vinto diverse gare proprio esaltandosi nei tratti conclusivi con pendenza più dolce. Resta beninteso che Brignone sta facendo realmente la differenza dove occorre saper condurre gli sci con maestria nelle curve più tecniche ed impegnative.
Se i record di vittorie nel circuito maggiore di Deborah Compagnoni ed Isolde Kostner sono ormai ad un passo, Federica è diventata la terza azzurra a superare la fatidica quota dei 1000 punti in classifica generale dopo Karen Putzer e Sofia Goggia. Un dato è certo: mai si era vista alle nostre latitudini una polivalente come Brignone.
Il sogno della Coppa del Mondo generale resta tuttavia utopistico: in un’altra epoca storica la medaglia di bronzo in gigante di Pyeongchang 2018 si sarebbe aggiudicata la sfera di cristallo assoluta, ma difficilmente accadrà nel regno di Mikaela Shiffrin. Attualmente l’americana, assente a Garmisch per la morte del padre, vanta un margine ancora consistente di 190 punti, che potrebbe ulteriormente assottigliarsi dopo il superG di domani. Quel che ancora fa la differenza tra le due atlete è lo slalom: tra i rapid gates la statunitense difficilmente va oltre la seconda posizione, mentre l’azzurra, pur avendo compiuto anche in questo caso notevoli passi avanti, non ha ancora dimostrato di poter attaccare il podio. La grande sfida di Federica Brignone, forse l’ultima della carriera, sta proprio qui: lavorare per diventare competitiva ai massimi livelli anche in slalom. Qualora ci riuscisse, senza perdere lo smalto attuale nelle altre discipline, allora potrebbe realmente lanciare il guanto di sfida a colei che quasi certamente verrà ricordata come la più grande sciatrice della storia.
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federico.militello@oasport.it
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Foto: Lapresse