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Superbike, Federico Caricasulo: “Sono carico per questa nuova avventura, si annuncia una stagione spettacolare”

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Quando nasci a Ravenna, in Romagna, la culla per eccellenza dei motori, il DNA inevitabilmente ti regala già di suo qualcosa, di default. Federico Caricasulo, classe 1996, prosegue nella scia dei piloti di questa terra che ha sfornato campioni talmente immensi che elencarli tutti appare quasi superfluo. Abbiamo ammirato e celebrato pagine e pagine di storia delle moto grazie a questi fuoriclasse ed ora, in questa epopea, vuole inserirsi proprio lui. Il vice-campione del Mondiale Supersport 2019, infatti, sbarca in Superbike, per scambiare almeno idealmente il testimone con il suo illustre concittadino Marco Melandri che, invece, ha da poco concluso la sua esperienza nel campionato dedicato alle moto derivate di serie. Federico Caricasulo, a nemmeno 24 anni (li compirà il 6 aprile) è pronto per questa nuova splendida avventura in Superbike in sella alla Yamaha del GRT Junior WorldSBK Team con la carica di chi sbarca in un nuovo mondo ma contemporaneamente con la concentrazione giusta di chi non vuole farsi trovare impreparato per l’appuntamento.

Dopo i primissimi test svolti già sul finire del 2019, hai chiuso in maniera brillante anche l’esordio di questo 2020. Il modo giusto per rompere il ghiaccio?

“Il primo approccio con la nuova categoria direi che si è rivelato decisamente positivo. I test svolti a Portimao (Portogallo ndr) ci hanno sempre visti chiudere nella top ten e anche il distacco di 1.2-1.3 secondi non è assolutamente da buttare. Contiamo, quindi, di avere gettato le basi iniziali di questa annata e ora non ci rimarrà che proseguire su questa scia”.

Dopo questo primo capitolo cosa ti aspetti dai prossimi test di Phillip Island?

“In Australia (24-25 febbraio ndr) credo che inizieremo davvero a fare sul serio anche a livello di confidenza con il mezzo. Avremo a disposizione le due ultime giornate per girare e fare ulteriore conoscenza con la nuova moto, prima del via ufficiale del campionato, che avverrà sulla medesima pista”.

Un esordio che arriverà nel weekend del 1° marzo e che pensi di vivere in quale modo?

“Sicuramente non vedo l’ora di dare il via a questa nuova avventura. Sono davvero carico e smanioso di mettermi alla prova a questi livelli. Dopo la delusione del finale della scorsa annata in Supersport (beffato dallo svizzero Randy Krummenacher per soli 6 punti in classifica generale ndr) questo passaggio di categoria è stato il modo giusto per mettermi tutto alle spalle e rimboccarmi le maniche”.

A proposito di impegno. Il salto di classe è anche un cambio di livello?

“Nel vero senso della parola. La Superbike è davvero un altro mondo. Fino a qualche mese fa ero abituato alle 600, ora con le 1000 le difficoltà aumentano. In previsione di questa ulteriore sfida ho iniziato a mettere in atto allenamenti intensi a livello fisico prima che si concludesse il Mondiale scorso, per farmi trovare pronto ora”.

Che differenza c’è a livello pratico?

“Le moto mi hanno colpito sotto diversi punti di vista. In primo luogo hanno una accelerazione clamorosa e a livello fisico si sente parecchio. Le Supersport, sostanzialmente, richiedono resistenza e leggerezza, le Superbike no, vogliono molto di più. In frenata, invece, il punto di staccata è più o meno simile, grazie anche ai freni, ma spostare questi bolidi, specialmente nelle chicane, non è certo semplice. Fisicamente e mentalmente devi sempre essere al top”.

Che campionato 2020 ti aspetti?

“Il Mondiale Superbike sarà stimolante ma anche impegnativo. Innanzitutto cambierà il format, almeno per il sottoscritto. Rispetto alla Supersport, ci saranno tre gare da affrontare nel corso del weekend oltre alle prove libere e alle qualifiche, per cui la concentrazione dovrà essere massima in ogni momento. Una sfida davvero elettrizzante”.

Com’è stato il primo approccio con il nuovo team?

“La squadra si può dire che sia un proseguimento di quanto fatto negli ultimi due anni. Conosco quasi tutti e questo è un punto a mio favore. Anche il mio compagno di scuderia (lo statunitense Garrett Gerloff ndr) mi ha colpito in maniera positiva, è un ragazzo valido e tranquillo, penso siano le condizioni giuste per lavorare nella giusta maniera”.

Come si può valutare la Yamaha con la quale correrai?

“La moto mi sembra competitiva per quanto visto sino ad ora. Abbiamo a disposizione la YZF-R1 del 2019, ma la casa nipponica ci regala un trattamento quasi da moto ufficiale. Per fare un esempio, abbiamo anche modo di analizzare i dati dei piloti del team di riferimento, un aspetto davvero rilevante che ci potrà aiutare a crescere”.

A livello generale si può parlare del Mondiale più intrigante degli ultimi anni?

“Si annuncia un campionato spettacolare, senza dubbio. Sono al via Kawasaki, Ducati, Yamaha e Honda che partono con la chiara intenzione di puntare in alto e, sinceramente, penso che anche la BMW compirà passi in avanti notevoli. Il livello sarà altissimo, non vivremo monologhi come successo qualche volta in tempi recenti. Vedremo all’opera la Honda che, a quanto pare, vuole fare davvero la voce grossa in questo 2020. Per il momento penso che il team giapponese si sia voluto nascondere. Quando leggo i nomi dei partecipanti, da Jonathan Rea ad Alvaro Bautista, ovviamente, lo vivo con grande emozione. Per me è motivo di orgoglio fare parte di questo mondo, e di questo non posso che ringraziare la Yamaha che mi ha concesso questa chance”.

Dal tuo punto di vista che stagione ti aspetti? Ti sei posto obiettivi specifici?

“Sicuramente vivrò un bel mix di emozioni. Da un lato voglio godermi questa avventura nel migliore dei modi, ma dall’altro so che dovrò dare tutto quello che ho per meritarmi la permanenza. Sono consapevole che avrò pressione sulle spalle, ma non dovrò farmi distrarre e in questo il mio team sta facendo di tutto per lasciarmi il più sereno possibile. Se devo dire un obiettivo? Ovviamente nella prima parte di stagione, essendo un rookie, dovrò imparare, ed in fretta. Da quel momento in poi dovrò far vedere quello che valgo davvero. Il sogno sarebbe rimanere con costanza nelle prime sei posizioni, ma visto il livello così competitivo non sarà semplice. Nel caso ci riuscissi, penso che varrebbe doppio…”.

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Valerio Origo

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