Biathlon

Tommaso Giacomel, biathlon: “Io al livello dei senior? Non mi esprimo. Lavoro per la Ibu Cup, Bionaz un vero amico”

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Reduce dai Mondiali junioresdove si è reso protagonista, Tommaso Giacomel, classe 2000 delle Fiamme Gialle, prosegue in un processo di crescita importante. L’azzurro della Val di Primiero (TN), sebbene al primo anno nella categoria juniores, ha già dimostrato le sue doti nel fondo e ha margini di miglioramento al tiro ancora enormi. Ha tutto per diventare un elemento interessante anche al confronto con la categoria senior.

Tommaso, partiamo dalle tue prestazioni ai Mondiali juniores di Lenzerheide. Hai sfiorato la medaglia nella sprint, dove hai chiuso sesto, ma più in generale impressiona il tuo motore sugli sci e la velocità di esecuzione al tiro, nonostante gareggi con ragazzi di due anni più grandi.

“Mi sono presentato ai Mondiali juniores in una buona condizione sia fisica che psicologica, gli ultimi allenamenti erano stati positivi quindi mi sentivo più che pronto a questo appuntamento. La sprint è andata abbastanza bene, mi dispiace solo che la pista non abbia tenuto fino in fondo, perché partendo con il 46 avevo sì tanti riferimenti ma con la temperatura di 10 gradi la pista si è degradata tanto e nell’ultimo giro ho lasciato 20 secondi sul piatto. Io affronto il poligono cosi, ma è una cosa che mi viene naturale. Amo il tiro in piedi e a terra devo ancora lavorarci molto, chiaramente essere sul livello di Sørum, Riethmüller, Krogsæter, Bionaz e tanti altri sugli sci e anche meglio mi dà tranquillità e fiducia”.

Durante la staffetta iridata è capitato anche un incidente al poligono che vi ha di fatto squalificato dalla gara. Va detto che stavi tentando una rimonta per poter lottare per il podio, ma puoi raccontarci cos’è successo?

“Sì ci ho provato, purtroppo nella serie a terra ho sparato due colpi, poi non so cosa sia successo ma non si chiudeva più l’otturatore. A quel punto ho tolto il caricatore e ho visto che il terzo colpo era in verticale nel caricatore e non in orizzontale come dovrebbe essere: non sapevo cosa fare e non ho alzato la mano per chiedere l’aiuto di un giudice ma ho pensato di fare la cosa che non avrebbe messo in pericolo nessuno, cioè prendere un altro caricatore, sparare i rimanenti 3 colpi per arrivare a 5, per poi toglierlo, scaricare i 2 colpi a mano e reinserirlo vuoto per avere solo il bossolo in canna (senza pallottola). Scelta purtroppo sbagliata, siamo stati squalificati come è giusto che sia, d’altronde non ho rispettato il regolamento. Un peccato perchè Didier Bionaz è partito a 20” dal podio e io con quell’incidente ne ho persi 30”, per cui potevamo giocarcela”.

In questa stagione sei riuscito a toglierti la soddisfazione della prima vittoria in Val Martello in Ibu Junior Cup, che emozione è stata?

“L’inseguimento di Martello è stata una bella gara sia dal punto di vista tattico che fisico, mi sentivo bene, ho fatto il mio lavoro e l’ultimo giro me lo sono goduto insieme agli allenatori in pista”.

I risultati del gruppo giovani-juniores, sia in Junior Ibu Cup ma anche nei recenti EYOF piuttosto che negli ultimi Mondiali hanno dato ancor più credito a un tecnico preparato come il friulano Romanin, dove secondo te si vede la sua mano?

“Mirco e Fabio Cianciana sono stati gli uomini più influenti della mia vita negli ultimi 2 anni. Mi hanno davvero insegnato tanto, sono bravissimi, hanno pazienza, ci sanno davvero fare con i ragazzi anche se hanno due modi di fare completamente diversi. Sono davvero fiero di avere due allenatori come loro. Mirco ci spinge oltre il limite fisico, ci fa allenare duramente e penso che i risultati di questa stagione gli stiano dando ragione”.

In diverse occasioni in Coppa Italia, i migliori atleti juniores in campo maschile (tu, Bionaz e Fauner ad esempio) hanno ottenuto tempi migliori degli atleti senior impegnati in gara. Da un lato è un segnale della vostra crescita, dall’altro della mancanza di atleti di livello al di fuori delle squadre A e B. Cosa ne pensi?

“Preferisco non esprimermi”.

Alla vigilia della stagione invernale è stato inaugurato il poligono a Imer, riesci ad allenarti bene a casa? Prima ti allenavi in Val di Fiemme oppure ti alleni in entrambi le piste?

“Avendo la fortuna di essere in squadra juniores, giriamo molti posti/poligoni diversi e a casa non ci passo molto tempo. Però avere il poligono a casa è veramente comodo senza dover andare ogni volta che mi devo allenare su tiro in Val di Fiemme. In precedenza, se dovevo allenarmi sul tiro, forzatamente dovevo spostarmi il Val di Fiemme, dal momento che a casa potevo allenarmi solo sulla parte di fondo”.

Quanto è importante per te lavorare con Didier Bionaz per poter crescere insieme? Com’è il vostro rapporto?

“Didier è il mio migliore amico, gli voglio davvero tanto bene e nonostante ci sia rivalità non è una cosa che va a rovinare la nostra amicizia. Se vince lui sono contento io e viceversa. Sono felice per lui perchè si allena tanto come me e spero di poter continuare la mia crescita con lui, è una persona davvero speciale”.

Sei forse l’atleta più promettente e interessante in campo maschile nel panorama giovanile azzurro. Ti senti pronto per fare il passo definitivo per poter gareggiare con i migliori della disciplina oppure preferiresti salire un gradino per volta esordendo in Ibu Cup?

“Dopo i Mondiali juniores spero di poter provare l’ebbrezza dell’Ibu Cup di Martello settimana prossima insieme a Didier, non siamo ancora sicuri ma ci sono buone probabilità. Lavorerò per raggiungere un livello alto e degno per la Coppa del mondo e raccogliere risultati anche lì”.

Per merito di tuo papà Fabio, ex fondista, ti sei appassionato prima al fondo e poi al biathlon?

“Mio papà mi ha portato a sciare per la prima volta tanti anni fa ma per volontà mia, lui non voleva assolutamente obbligarmi perchè sa meglio di me quanto sia faticoso questo sport: lui con il biathlon non ha mai avuto esperienze ma mi ha appoggiato in questa mia scelta di vita e carriera”.

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nicolo.persico@oasport.it

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Foto: ufficio stampa newspower

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