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1946-1950: quando la Milano-Sanremo fu terreno di caccia esclusivo di Fausto Coppi e Gino Bartali

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C’è stato un periodo in cui la Milano-Sanremo fu un feudo assoluto di Coppi e Bartali. Un lustro ove nessuno riuscì a contrastare il dominio dei due fuoriclasse nella Classicissima di Primavera. Parliamo della seconda metà degli anni ’40, quando la nota corsa in linea ligure tornò a svolgersi dopo il periodo di stop forzato dovuto alla Seconda Guerra Mondiale.

Tocca a Coppi aggiudicarsi la prima edizione della Classicissima dalla fine delle ostilità. Una vittoria, quella colta dal novese nel 1946, passata alla storia per l’incredibile distacco che l’Airone rifila a tutti gli altri. Il piemontese attacca già prima del Turchino, seguendo l’azione del francese Lucien Tesseire. Dopodiché, stacca facilmente il transalpino e si invola verso il suo primo successo alla Sanremo. Tesseire giunge secondo a 14′, il gruppo di Bartali, invece, arriva al traguardo a 18’30” dal vincitore. “Primo Fausto Coppi; in attesa del secondo classificato trasmettiamo musica da ballo” dirà Niccolò Carosio in radiocronaca annunciando la vittoria di Fausto, una frase rimasta negli annali che ben descrive la grandezza dell’impresa compiuta da Coppi.

Ginetaccio, ad ogni modo, si rifà l’anno seguente. Il toscano, quel dì, non si sente granché bene. E’ reduce da un’influenza. Nemmeno Coppi, tuttavia, ha la condizione dei giorni migliori. Anzi, sarà costretto a ritirarsi a causa di una congiuntivite. Bartali, invece, stringe i denti, tiene fede al suo soprannome, “Uomo di Ferro”, e durante la Classicissima del 1947 cresce alla distanza. Sul Capo Berta si leva tutti di ruota e si lancia da solo all’inseguimento del battistrada Ezio Cecchi. A Imperia lo riprende e, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo, lo stacca, dando il la a una marcia trionfale verso la meta.

Per Coppi arrivano altre due vittorie consecutive, ambedue in solitaria, nel 1948 e nel 1949. Nella prima occasione attacca e fa il vuoto sul Capo Mele. Nella seconda, invece, fa la differenza su Capo Berta e vince a Via Roma, quell’anno, per la prima volta, sede d’arrivo della Classicissima. Bartali, infine, conquista l’edizione del 1950, il suo quarto sigillo a Sanremo, sfoderando un’altra arma dal suo arsenale: la volata. Sarà l’ultimo trionfo di uno dei due fuoriclasse. Nel 1951, infatti, il grande francese Louison Bobet mette fine a questa striscia e, dopo due successi di Loretto Petrucci, inizierà un lungo periodo di dominazione straniera nella gara in linea più prestigiosa di marzo.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: Lapresse

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