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Autocertificazione, covid-19, come funzionano i posti di blocco. Previste verifiche, denunce e carcere per dichiarazioni false

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Le nuove restrizioni imposte dal governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus raccomandano la permanenza presso le proprie abitazioni. Ci si può spostare tramite autocertificazione ma solamente per motivi di reale necessità e, in caso di dichiarazioni false ai posti di blocco, si può incorrere in gravi sanzioni, addirittura fino al carcere.

Le forze dell’ordine hanno dato un chiarito il senso dell’autocertificazione: serve soltanto se accompagnata a motivazioni reali che giustifichino lo spostamento, ossia ragioni di lavoro, di necessità (farmaci o beni alimentari) o di salute. Se si viene fermati a un posto di blocco si dovrà dichiarare il motivo dello spostamento e successivamente verranno fatte delle verifiche, volte ad accertare la veridicità di quanto detto. Se le dichiarazioni dovessero risultare false, si incorre in due sanzioni: una per la violazione dell’ordinanza di salute pubblica coronavirus (art. 650 C.P.) e l’altra per dichiarazioni mendaci (art. 495 C.P.). Le conseguenze possono essere le seguenti: arresto fino a 3 mesi o ammenda fino a 206 per la violazione dell’art. 650 e reclusione da 1 a 6 anni per la violazione dell’art. 495.  

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antonio.lucia@oasport.it

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Foto: LaPresse

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