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Basket: il problema degli americani di Serie A al tempo del coronavirus. Tra permessi, timori e fughe già avvenute

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Nel basket italiano che si ferma, con tutto lo sport nazionale, per l’emergenza coronavirus, emerge un problema non di poco conto a puro livello competitivo: quello legato ai giocatori americani. Molti, infatti, sono quelli che stanno seriamente riflettendo sull’opportunità di rimanere in Italia, diverse sono le società che stanno pensando anche a questo aspetto. Alcuni, però, hanno già agito.

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Due casi sono relativi a Pesaro, con Troy Williams che ha già rescisso con la Carpegna Prosciutto per tornare negli States e Zach Thomas che è su quella stessa via. A Treviso, secondo Il Gazzettino, David Logan e Jordan Parks si sarebbero allontanati per tornare in America dalle loro famiglie senza l’autorizzazione del club, che non ha confermato o smentito. Si è lamentato molto anche James White, da gennaio alla Virtus Roma, che non ha nascosto il proprio disagio in relazione allo stop così prolungato. In sintesi: “Non voglio restare qui se le cose si mettono male in patria”.

Ma la lista non è finita qui: Toney Douglas, arrivato da poco a Varese per sostituire Jason Clark, è sul punto di andarsene, anche se per il momento non l’ha fatto; tra i giocatori dati per vicini all’uscita dal nostro Paese ci sono anche Dominique Sutton a Brindisi e Julyan Stone a Venezia.

Frattanto le società ragionano sui permessi da dare in questa situazione: Brindisi dovrebbe fermarsi per un paio di settimane, a Brescia si fanno ipotesi anche più lunghe nel tempo. In breve, tutta la pallacanestro italiana è un mondo in divenire, che quasi vive alla giornata.

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federico.rossini@oasport.it

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Credit: Ciamillo

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