Biathlon
Biathlon, “Cara Wierer ti scrivo”. ‘Provaci Dorothea, provaci mentre il tempo passa’
Dorothea Wierer non ha ancora sciolto la riserva in merito al proseguimento della sua carriera. Tutto lascia intendere che andrà avanti fino ai Giochi olimpici di Pechino 2022, ma la quasi trentenne altoatesina ha dichiarato di voler riflettere nelle prossime settimane, allo scopo di prendere una decisione in merito al proprio futuro. Sarà ancora da atleta, oppure da mamma? Se davvero l’azzurra si trova di fronte a un bivio, chi scrive vuole indirizzarle una lettera aperta, idealmente a nome anche di tutti gli appassionati di biathlon italiani.
“Cara Dorothea,
come tu stessa hai detto in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, valuterai in primavera se proseguire la tua carriera, riflettendo su cosa fare della tua vita, aggiungendo di essere conscia del fatto che il fisico ti sostiene e che le motivazioni, tutto sommato, ci sono ancora.
Già, le motivazioni, ovvero il carburante necessario affinché qualsiasi sportivo professionista possa essere competitivo. Il fisico, ovvero il motore, può anche essere sano e pronto all’azione. Però, nessun propulsore funziona senza propellente. Se la testa, ovvero il serbatoio, è vuoto, allora nulla potrà mai mettersi in moto. Per chi pratica discipline della neve e del ghiaccio, poi, è ancora più dura. La stagione agonistica dura quattro mesi a dir tanto, mentre negli altri otto si deve solo lavorare, lavorare e ancora lavorare senza alcun genere di gratificazione immediata, tirando avanti vivendo di promesse e speranze legate all’inverno. Non è per nulla semplice ammazzarsi di fatica, giorno dopo giorno, durante i lunghi mesi estivi, consapevoli di fare un investimento ad alto rischio. Sì, perché basta un malanno nel momento sbagliato e il lavoro di un anno può venire distrutto in pochi giorni. A te, però, fortunatamente è andato tutto per il verso giusto negli ultimi due inverni. Anzi, il primo titolo iridato l’hai vinto nonostante l’organismo si sia messo di traverso proprio durante un Mondiale. Quindi, i tuoi investimenti hanno pagato ricchissimi dividendi, fatti di oro e cristallo.
Tra poche settimane compirai 30 anni, proprio in quel 3 aprile che – si spera – possa essere l’ultimo giorno in cui l’Italia dovrà vivere in quarantena. In passato, ormai lontano, avevi detto che avresti salutato tutti dopo i Mondiali di Anterselva 2020 per mettere su famiglia. Tuttavia, probabilmente neanche tu ti saresti aspettata di diventare così forte e di ottenere tutto ciò che hai ottenuto. Certo, se dovessi decidere di smettere adesso, con entrambe le mani occupate da una Coppa del Mondo e tre ori iridati al collo, sarebbe comprensibile. Nella vita non esiste solo lo sport agonistico e 30 anni possono essere l’età giusta per intraprendere una nuova avventura.
Eppure, nonostante tu abbia vinto tanto, c’è ancora qualcosa da conquistare. Lasciamo perdere l’accumulo di trofei già in bacheca. D’accordo, nuovi esemplari di Sfere di cristallo e titoli mondiali non dispiacerebbero affatto, ma sappiamo bene tutti cosa ti manca. Quella benedetta medaglia olimpica individuale, che rappresenta il grande obiettivo del prossimo biennio. Non è scontato arpionarla, perché un evento concentrato in un paio di settimane ogni quattro anni è per definizione aleatorio. Infatti diverse grandi del passato hanno concluso la loro carriera a bocca asciutta sotto questo aspetto. Atlete quali Kaisa Mäkäräinen, Olena Zubrilova, Sandrine Bailly ed Helena Ekholm non sono mai riuscite a calcare il podio a Cinque cerchi. Inoltre, non bisogna dimenticarsi come l’oro olimpico sia stato tabù per la più vincente di sempre, ovvero Magdalena Forsberg. Al tempo stesso c’è chi, azzeccando la gara della vita nella giornata giusta, ha completamente cambiato la dimensione della propria carriera. Gli esempi di Elena Khrustaleva e Lilia Efremova sono relativamente recenti. Insomma, quell’investimento ad alto rischio rappresentato dalla natura stessa degli sport invernali, si moltiplica esponenzialmente quando si parla di Giochi olimpici.
Però, probabilmente, val la pena di provarci ancora una volta. Dall’altra parte del mondo rispetto a casa tua, su quelle nevi di Taizicheng dove saranno assegnate le medaglie olimpiche 2022. Mancano 23 mesi a quel momento. Non sono pochi. Ci sono di mezzo ancora due estati e un inverno per te quasi interlocutorio, perché nel 2020-’21 non ci sarà quasi nulla da conquistare che tu non abbia già conquistato. Quel “quasi” è rappresentato dalla Coppa di specialità della sprint, che venerdì ti è sfuggita di mano proprio sul filo di lana. Se dovessi vincerla, diventeresti solamente la sesta biathleta della storia a completare lo “Slam di cristallo”, ovvero a conquistare la Coppa di specialità in ogni format. Sarebbe un traguardo d’avvicinamento a quei Giochi olimpici di Pechino che, seppur così lontani, sembrano anche così vicini.
Ci arriveresti a quasi 32 anni. D’accordo, ci sono coetanee che potrebbero darti filo da torcere sulla gara secca e la carta d’identità gioca a favore di tante scandinave e francesi, senza dimenticare che anche in casa Italia c’è una venticinquenne d’assalto. Però, nel biathlon di oggi, a 32 anni si è nel pieno della maturità agonistica. Tora Berger e Kaisa Mäkäräinen hanno realizzato la loro miglior stagione proprio a quell’età, mentre Anastasiya Kuzmina ha completato i Giochi più ricchi della sua carriera a 33 primavere.
Insomma, viene da dirti di provarci. Di provarci mentre il tempo passa, parafrasando Ingrid Bergman in Casablanca. Perché se a Taizicheng dovessi metterti al collo una medaglia d’oro, entreresti di diritto tra le più grandi di sempre, affiancandoti a chi ha vinto tutto. Sarebbe il degno coronamento di una carriera già straordinaria di per sé. Certo, non sarebbe facile, perché avvicinarsi a quelle Olimpiadi con tanta pressione mediatica addosso si annuncia molto impegnativo. Soprattutto, se dovessi essere anche la portabandiera durante la cerimonia inaugurale, visto che ormai hai avanzato la tua candidatura a furia di allori. Però tu, la pressione, hai dimostrato di saperla gestire. Anterselva 2020 parla per te.
Quindi, come hai detto, dovrai riflettere. Gli appassionati di biathlon sperano che tu possa trovare le motivazioni per proseguire altri due anni e, questa ideale lettera, ha cercato di mostrarti cosa significherebbero i traguardi a cui potresti ambire. Però, se la riflessione dovesse portarti a dire basta e ad allontanarsi per quanto possibile dalla luce dei riflettori, intraprendendo una vita più “normale”, sarebbe comunque una scelta comprensibile, anche perché lasciare da numero uno del mondo ha il suo fascino.
Noi aspettiamo la tua scelta e la rispetteremo in ogni caso.
Un saluto,
Francesco, la redazione di OA Sport e tutti gli appassionati di biathlon italiani”
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Foto: LaPresse
Fabio90
16 Marzo 2020 at 12:04
Mi associo a te Francesco, come non farlo. Anche se, una volta accurato possa proseguire (e io non ho dubbi) bisognerà toglierle questo peso della medaglia olimpica, perchè il Biathlon è uno di quegli sport dove partire con il dover vincere, ti fa spesso perdere.
La medaglia olimpica sarà molto più complesso di quanto possiamo capire oggi, dove ha vinto tutto, ma avrebbe sicuramente le sue possibilità e sopratutto farebbe bene alla staffetta mista, perchè se l’oro arrivasse in staffetta,accetteremmo ugualmente ahah (ricordiamoci che non abbiamo mai vinto un oro olimpico)