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Biathlon, ha preso forma la possibile staffetta maschile per Pechino 2022: Bionaz e Giacomel giovani rampanti, che mix con Hofer e Windisch

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La stagione 2019/2020 del biathlon si è appena conclusa in anticipo a causa dell’emergenza sanitaria mondiale in corso. Il norvegese Johannes Bø ha saputo confermarsi campione della Coppa del mondo nonostante i due weekend tedeschi saltati per via della nascita del primogenito Gustav, beffando un “eroico” Martin Fourcade di sole due lunghezze. Un palpitante finale d’inverno che ha regalato un attimo di distrazione nel bel mezzo di un caos che, di fatto, ha fermato ora tutto il mondo dello sport per qualche settimana.

In casa Italia questa stagione non è andata come ci si aspettava, inutile negarlo. In estate le squadre elite e “A” si sono allenate duramente e alla fine di novembre sia le due punte di diamante Lukas Hofer e Dominik Windisch che il livignasco Thomas Bormolini sembravano pronti per ben figurare durante i quattro mesi di competizioni, con due giovani come Patrick Braunhofer e Daniele Cappellari pronti a fare il salto di qualità e un Giuseppe Montello che, come sempre, sugli skiroll aveva dato grandi garanzie. Fin dal principio però le cose non sono girate al meglio, con Montello subito infortunatosi ad una spalla e costretto a saltare praticamente tutta la stagione e Braunhofer che, limitato inizialmente da qualche malanno e acciacco fisico, non è più riuscito a riprendersi fino di fatto alla sua ultima prova dell’anno, il terzo posto conquistato nell’individuale degli Europei di Hochfilzen. Allo stesso tempo Cappellari ha confermato anche nel circuito maggiore la sua grande predisposizione per il poligono, trovando ottime percentuali e facendosi trovare pronto in occasione del miracoloso podio che la staffetta maschile ha ottenuto proprio in Svezia. Tuttavia il passo sugli sci stretti si è rivelato fin da subito purtroppo inadeguato al contesto e la situazione non è migliorata col passare delle settimane, ragion per cui dopo i Mondiali casalinghi per il friulano è arrivato un momentaneo stop.

Per gli altri tre invece, i più quotati, dicembre era partito col piede giusto: Bormolini ha subito trovato il miglior piazzamento della carriera nella sprint d’apertura e Hofer e Windisch hanno raggiunto con buona costanza la Top 10 nelle prime due tappe del calendario. Da Annecy però la situazione è drasticamente cambiata. Un forte mal di schiena ha colpito il carabiniere di San Lorenzo di Sebato e di fatto ne ha pregiudicato le prestazioni da lì fino alla pausa pre Mondiali, mentre sia Windisch che Bormolini hanno effettuato un passo indietro nel fondo e non sono stati supportati da percentuali all’altezza. Al termine della manifestazione iridata dunque, si è deciso come anticipato di provare a dare uno scossone all’ambiente, fermando Cappellari e facendo esordire in Coppa Didier Bionaz e Tommaso Giacomel, due giovani rampanti classe 2000 rapidamente cresciuti sotto la guida di Mirco Romanin e che tanto bene avevano fatto ai Campionati Mondiali junior di Lenzerheide.

Naturalmente ad entrambi non è stato chiesto il risultato, ma semplicemente di divertirsi e cominciare a masticare metodi di allenamento e aria che tira nel circuito dei più forti. Il debutto nella deserta Vysočina Arena di Nové Město na Moravě è stato subito un enorme successo, con Giacomel addirittura 27esimo nella sprint e Bionaz appena fuori dai 70 con un errore. Dopo un eccellente doppia frazione in staffetta del giorno successivo anche a Kontiolahti i due ragazzi hanno saputo stupire, qualificandosi per l’inseguimento dove il trentino è riuscito ancora una volta a raggiungere la top40 con una prova incredibile e nonostante 4 errori.

Al di là dei risultati per Bionaz e Giacomel è stato fondamentale lavorare a stretto contatto con personaggi del calibro di Hofer e Windisch che hanno dispensato tanti preziosi consigli, e che guardando al futuro neanche troppo lontano potrebbero diventare loro compagni di staffetta alla prossima Olimpiade. Il ragionamento è ancora ipotetico, in quanto al momento Bormolini resta la terza forza del movimento e se dovesse riuscire a lavorare bene soprattutto sull’ultimo giro, atavico problema da sempre, resterebbe un’ottima carta da poter giocare al lancio. La concorrenza interna, comprendendo anche il ritorno di Braunhofer e, almeno in estate pure di Montello, potrebbe essere davvero serrata e spingere tutti i nostri ragazzi a lavorare ancora più sodo in vista della ripresa delle competizioni ufficiali. La parabola di crescita di Giacomel e Bionaz è al momento ancora sconosciuta ma è certo che una base così solida su cui lavorare il biathlon maschile italiano non la avesse da tempo.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: ufficio stampa newspower

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