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Biathlon, sprazzi di vera Lisa Vittozzi al termine di una stagione travagliata. Resta un patrimonio da valorizzare

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Otto giorni prima del previsto la Coppa del mondo 2019/2020 di biathlon è stata costretta a chiudere i battenti a causa dei problemi sanitari che tutti si stanno trovando ad affrontare con la massima serietà. Alla fine però l’epilogo emerso dal super sabato di inseguimenti di Kontiolahti (Finlandia) è stato forse uno dei più belli di sempre, con entrambe le classifiche generali che sono restate ampiamente in bilico fino all’ultimo giro dell’ultima competizione. I due campioni, alla fine, sono stati gli stessi del passato inverno, il norvegese Johnanes Thingnes Bø e la nostra Dorothea Wierer, capace di ribaltare una situazione disperata e diventare la prima donna in quasi vent’anni capace di effettuare lo storico back to back.

Termina qui un percorso lungo e travagliato, con la ventinovenne altoatesina che ha saputo tenere altissime le motivazioni dopo il trionfo del 2019 e, a sorpresa, si è ritagliata fin da subito il ruolo di atleta da battere. In casa Italia, però, il nome più atteso alle soglie di questa Coppa del mondo, era paradossalmente un altro. Sì, perché la sappadina Lisa Vittozzi che si era potuta ammirare non solo dodici mesi fa nella fase finale della stagione ma soprattutto durante tutta l’estate sembrava davvero essere una tigre pronta a sbranare qualsiasi avversaria, mentalmente avviata verso quello stesso status poi occupato dalla connazionale.

Purtroppo però il biathlon è uno sport per certi versi maledetto e basta un attimo per smontare un castello di carte costruito alla perfezione. Il primo poligono stagionale di Lisa nella sprint di Östersund è stato un incubo, tre errori che le sono entrati in testa e hanno tolto tante certezze, facendola sprofondare in una spirale negativa dalla quale, di fatto non è poi più riuscita ad uscire. Tutto il mese di dicembre si è rivelato un vero incubo per la sappadina, che durante le vacanze di Natale si è dovuta così ripromettere di azzerare quanto successo e provare a ripartire da zero. Piccoli segnali di crescita si sono tramutati in certezze nella tappa di Pokljuka, dove è finalmente arrivato il primo podio in occasione della mass start e soprattutto un 40/40 al tiro nelle due prove individuali in programma. Il Mondiale è arrivato dunque in un momento favorevole, ma le polemiche innescate pochi giorni prima hanno probabilmente caricato eccessivamente l’atmosfera, impedendo una preparazione ottimale dell’evento dal punto di vista psicologico e i risultati sono stati a tutti gli effetti deludenti, quantomeno nelle prove individuali.

Il finale di stagione ha però riservato ancora qualche colpo di coda. Dopo la Repubblica Ceca si è infatti volati in Finlandia per l’ultimo round, in uno stadio che rappresenta a tutti gli effetti il secondo giardino di casa della sappadina. La magia del Kontiolahti Biathlon Stadium ha colpito ancora e si è rivista la vera Vittozzi, veloce sugli sci e precisa al tiro, continuando la sua striscia aperta di 6 competizioni consecutive terminate in flower ceremony, con quattro podi annessi. Le prestazioni altalenanti di questo 2020 possono rappresentare un punto di partenza importante per un’atleta che ha davvero tutte le carte in regola per prendere il posto di Dorothea nell’immediato futuro. Lisa ha imparato tantissimo da questa stagione, sia dal punto di vista dell’approccio all’inverno alle gare che nel saper resistere alle difficoltà e ai momenti più bui per riemergere ancora migliore di prima. Il futuro del biathlon azzurro femminile è al sicuro nelle sue solide mani.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: F.Angiolini

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