Calcio
Calcio, Gabriele Gravina su Serie A 22 squadre: “Situazione ingestibile, preoccupato per le condizioni economiche”
E’ una situazione difficile: l’Italia è in piena emergenza Coronavirus e la luce è ancora lontana, in fondo al tunnel. La Figc, come confermato dal presidente Gabriele Gravina, ha messa a propria disposizione il Centro Federale di Coverciano per dare un supporto in termini strutturali ai malati di Covid-19.
Tuttavia, tengono banco anche alcune criticità relative al campionato e come possa ripartire. Ricordiamo che la scadenza è quella del 3 aprile, ma verosimilmente la Serie A potrebbe prolungare il proprio stop viste le condizioni tutt’altro che ideali. Tra le ipotesi sul tavolo, vi sono state anche quelle di un possibile stop alle retrocessioni e una Serie A a 22 squadre. Soluzioni che però sono impraticabili secondo Gravina: “La stella polare sono le nostre norme e non è facile modificare il format dei campionati. L’ipotesi di passare ad una Serie A a 22 squadre dovrebbe confrontarsi con un campionato che probabilmente partirà già in ritardo e dovrà comunque finire a maggio 2021 per l’Europeo: mi apparirebbe cosa schizofrenica avere l’esigenza di giocare meno partite e fare una A con 22 squadre. Sarebbe un campionato ingestibile“.
Relativamente alle date di ripresa e alla gestione delle stesse, il n.1 della Figc ha anche sottolineato: “Ci siamo già attivati per chiedere a Uefa e Fifa la possibilità di sforare la deadline del 30 giugno. L’ipotesi è arrivare fino al 30 luglio con ripartenza del campionato nel mese di maggio. Noi vogliamo dare priorità assoluta al valore della competizione sportiva, ma certo dobbiamo rispettare le ordinanze, le indicazioni che arrivano dalle massime autorità politiche e scientifiche. Se non si potrà giocare, faremo una serie di riflessioni per salvare comunque il valore della competizione sportiva finora raggiunta sul campo“.
Gravina si è poi soffermato sulle condizioni economiche e sul rischio concreto di veder sparire tante società, per questo l’auspico è di un’azione politica che permetta di uscire da una fase di stallo, aggiornando la legge dello sport italiano del 1981.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse