Ciclismo
Charly Gaul, la storia dell’Angelo della Montagna
Charly Gaul, corridore lussemburghese attivo principalmente nella seconda metà degli anni ’50, è stato uno dei più forti scalatori puri di sempre. Soprannominato l’Angelo della Montagna, si gioca la testa della classifica dei più grandi grimpeur di tutti i tempi con Marco Pantani e Gino Bartali. Devastante ogni volta che la strada si inerpicava, specie quando il maltempo lo assisteva, Charly è stato un atleta capace di sfornare ottime prestazioni anche a cronometro. Questo riuscire a unire le doti in montagna a quelle sul passo, ad ogni modo, gli consentì di specializzarsi con ottimo profitto nelle corse a tappe.
Gaul si rivelò al mondo spianando letteralmente la salita del Grossglockner al Giro d’Austria del 1951. In quella gara, al tempo una delle manifestazioni principali del panorama dilettantistico, si impose sulla cima alpina rifilando cinque minuti ai primi inseguitori. Il primo grande risultato tra i professionisti, invece, lo ottenne tre anni più tardi ai Mondiali di Solingen, in Germania. Nella terra delle acciaierie, l’allora giovanissimo Angelo della Montagna fece fuoco e fiamme. A un certo punto scattò con tale veemenza che solo un certo Fausto Coppi riuscì a rimanere con lui. L’Airone, tuttavia, non lo volle aiutare e i due vennero colti in contropiede dal francese Louison Bobet e dallo svizzero Fritz Schaer. Gaul, così, fu costretto ad accontentarsi del bronzo.
Nel 1955 arrivò il primo podio al Tour de France. Nel 1956, invece, conquistò il suo primo Giro d’Italia. E lo fece con un numero rimasto impresso nella storia di questo sport. Alla vigilia della terzultima tappa, la Merano – Monte Bondone di 242 km, Gaul si trovava a oltre 16′ dal leader Pasquale Fornara. Quel giorno, però, una tempesta di abbatté sulla corsa. Pioggia mista a neve e freddo perseguitarono gli atleti dall’inizio alla fine. Molti si ritireranno. Incluso lo stesso Fornara, colto da uno stato di semi assideramento. L’Angelo della Montagna, invece, scatta appena la strada inizia a salire e fa il vuoto. Nessuno gli tiene la ruota. Arriva per primo in cima al Bondone. Il secondo, Alessandro Fantini, giunge a 7’44”. Il grande Fiorenzo Magni è terzo a 12’15”. La Corsa Rosa è ribaltata, il Giro è suo.
L’anno seguente Gaul era prossimo al bis al Giro d’Italia. Un’imboscata di Bobet mentre si era fermato a fare i suoi bisogni, tuttavia, gli costerà non solo la maglia rosa finale, ma anche il podio. Nel 1958, invece conquista il suo primo e ultimo Tour de France. Lo fa dominando le cronometro, ove batte perfino uno dei più grandi specialisti di tutti i tempi quale Jacques Anquetil, e regalando un altro spettacolo indimenticabile nella Briançon – Aix-les-Bains di 219 km. L’Angelo della Montagna, prima di quella frazione, la quartultima, si trova a 16′ dal duo composto dal francese Geminiani e dall’azzurro Vito Favero che sembra possano giocarsi il Tour. Tuttavia, in un dì particolarmente gelido, Charly si esibisce in un’altra fenomenale cavalcata solitaria. Parte sulla prima erta di giornata, il Luitel, scala tutto solo il massiccio delle Chartreuse, il Porte, il Cucheron e il Granier, e trionfa con 7’50” sul belga Jan Adriaensens che coglie la piazza d’onore. Vito Favero è terzo a 10’09”. Géminiani giunge al traguardo a 14’35”. Nella prova contro il tempo di Digione, Gaul completa il sorpasso e si veste di giallo.
Il 1959 è la stagione del secondo trionfo al Giro d’Italia. Ancora una volta Gaul vince con una rimonta. In questo caso, il lussemburghese conquista la rosa nella penultima tappa, l’Aosta – Courmayeur di 296 km, nella quale piega Jacques Anquetil tra i tornanti del Piccolo San Bernardo. Nel 1960 arriva l’ultimo podio al Giro d’Italia. Nel ’61, invece, tocca all’ultimo nella Grande Boucle. Charly si ritirerà ad appena 31 anni, nel 1963. Il meglio, per lui, in quel momento è già alle spalle.
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luca.saugo@oasport.it
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Foto: Wikipedia